Scheda
L'architetto Angelo Venturoli si forma nel contesto dell'Accademia Clementina di Bologna, dove fu allievo di Petronio Fancelli, giungendo poi alla nomina di Accademico nel 1781, e di "direttore" (vale a dire docente) di Architettura. La giovanile presenza a Venezia e nell'alto Veneto sono da considerarsi alla radice dell'assimilazione del gusto rinascimentale dell'architetto Andrea Palladio, componente che sarà sempre presente nella sua produzione. Il neo-cinquecentismo non esaurisce però la sua ricca personalità, che fu un grande professionista, capace di rispondere alle esigenze di una committenza vastissima, affrontando una tipologia architettonica quanto mai varia e risolvendo sempre ogni problema con una naturale eleganza che costituisce senza dubbio la sua cifra costante. Il Venturoli appare come la figura dominante del periodo, capace di imporre il suo gusto classicista in tutto il territorio bolognese. Prova evidente delle sue capacità umane, politiche e professionali è l'essere passato indenne attraverso i tumultuosi anni che vanno dal 1796 - anno di arrivo delle truppe francesi - al 1815 con la restaurazione dello Stato Pontificio. Nei diversi cambi di regime e governi Venturoli è riuscito a mantenere sempre intatte le prestigiose relazioni con l'aristocrazia locale e la curia, con gli esponenti più rivoluzionari come con quelli più conservatori.
Per comprendere appieno la qualità e la dimensione dei suoi interventi ricordiamo il sontuoso Palazzo Hercolani di Bologna e la Villa suburbana per la stessa famiglia, nonchè Villa Malvezzi Campeggi a Bagnarola di Budrio, considerata la "Versailles di Bologna". Esempi significativi della sua produzione 'sacra' sono la Chiesa del Sacro Cuore a Castel Guelfo, i numerosi Monumenti per la Certosa di Bologna, e le tante architetture realizzate sempre per il cimitero. Venturoli mantenne costanti i rapporti con la sua città natale, dove viene chiamato ripetutamente per consulenze e progetti di arredi sacri. Ancora oggi si ammirano il suo 'Porticone' in via Saffi e Villa Modoni (poi Gennari), quest'ultima recentemente restaurata. Il dover seguire e progettare edifici delle più diverse dimensioni e funzioni d'uso lo porta a circondarsi di un vero e proprio 'esercito' di artisti, che man mano chiama per soddisfare le esigenze estetiche e pratiche dei committenti: scultori, pittori, mobilieri, stuccatori, scagliolisti. Fra i suoi collaboratori spicca la figura dello scultore Giacomo De Maria (1762 - 1838) poi nominato direttore degli studi del Collegio artistico Venturoli di Bologna, fondato per volontà testamentaria dell'architetto medicinese. Presso il Collegio stesso si conservano i carteggi, le lettere, i conti, i disegni della sua vastissima attività progettuale, i quali permettono di studiare dall'interno - e passo dopo passo - il suo catalogo: verificando idee, intuizioni, contatti con gli altri architetti contemporanei.
Al Marchese Antonio Bolognini Amorini (1767 - 1845) dobbiamo la biografia più importante del Venturoli, pubblicata nel 1827, in cui viene anche riportato un lungo elenco delle sue opere più importanti. Si attende però una vera monografia che ci consegni un'immagine complessiva, anche se bisogna segnalare che negli ultimi anni sono fioriti numerosi studi a lui dedicati.
Alessia Marchi
Il seguente testo è tratto da "La storia delle arti del disegno studiata nei monumenti che si conservano in Bologna e nei suburbi", Bologna, 1888. "Angelo Venturoli benemerito delle arti, e per aver coltivato egregiamente l’architettura, e perché col suo patrimonio volle che fosse istituito in Bologna un Collegio, che da lui fu detto Venturoli, ove si mantenessero, e s’istruissero giovanetti, dai 12 ai 20 anni, nelle belle arti che hanno per fondamento il disegno. Operò moltissimo in provincia e fuori. In città costruì la chiesa di San Giuliano (1778), il palazzo Hercolani, la volta e la facciata della chieda di San Gregorio, l’oratorio di S. Maria Labarum coeli, l’altare della cappella maggiore di S. Luca, la scala che mette al sotterraneo della Pietà alla Certosa. Diede pure il disegno di tutte le ancone della chiesa di San Paolo in Bologna, meno la tribuna della cappella maggiore."