Schede
La Basilica di San Petronio, dedicata al patrono cittadino (ottavo vescovo di Bologna dal 431 al 450), è la più grande e importante chiesa bolognese (m 132 di lunghezza, 66 di larghezza totale, 47 di altezza). La costruzione fu iniziata nel 1390 sotto la direzione di Antonio di Vincenzo. Nel 1514 Arduino degli Arriguzzi propone un nuovo modello a croce latina che avrebbe superato in grandezza la chiesa di San Pietro a Roma. Secondo la leggenda Pio IV bloccò la realizzazione di questo sogno megalomane, sollecitando i lavori per la costruzione dell'Archiginnasio. Anche la facciata rimase incompiuta. La copertura della navata maggiore e la chiusura dell'abside furono ultimate solo nel 1663 su progetto di Girolamo Rainaldi e direzione di Francesco Martini. Lle navate minori vennero chiuse da muri rettilinei. Celebre fu la Cappella musicale petroniana il cui il simbolo più prestigioso è un organo tuttora funzionante, costruito attorno al 1470 da Lorenzo da Prato: il più vecchio al mondo ancora in uso. Un altro organo più recente (1596) è di Baldassarre Malamini e anche questo è funzionante nonostante i quattrocento anni di vita. Il 4 ottobre 1814 viene riaperta la cappella del SS. Sacramento, fatta restaurare da Antonio Malvezzi Campeggi su progetto di Angelo Venturoli. Nel 1894 fu aperto il Museo di San Petronio su progetto di T. Azzolini. Infine, tra le cappelle 1 - 2, 9 - 10, 13 - 14 , 21 - 22, si trovano le quattro croci di pietra che, secondo la leggenda, furono poste da San Petronio agli angoli del perimetro della città, definito nei secoli successivi il cerchio delle mura di selenite.
Facciata
Giacomo Ranuzzi iniziò il rivestimento marmoreo, che non venne mai completato, nel 1538 su disegno di Domenico da Varignana. La parte terminata è decorata con opere degli scultori Jacopo della Quercia, Amico Aspertini e Alfonso Lombardi. Il portale centrale, iniziato nel 1425, è un capolavoro di Jacopo della Quercia. Sui pilastri sono rappresentate scene dell'Antico Testamento, sull'archivolto 18 profeti, sull'architrave storie del Nuovo Testamento e sul timpano la "Madonna con Bambino" e "Sant'Ambrogio e San Petronio". Il centro dell'arco del timpano è opera di Amico Aspertini. Degne di nota nelle due porte laterali sono la "Resurrezione" di Alfonso Lombardi sulla porta di sinistra e la "Deposizione" di Amico Aspertini sulla porta di destra.
Cappella di S. Giacomo (VII) già Rossi e Baciocchi. Sull'altare la splendida "Madonna in Trono" di Lorenzo Costa (1492); allo stesso autore sono attribuiti i disegni della vetrata policroma. Il monumento funebre di destra conserva le spoglie del principe Felice e di sua moglie Elisa Bonaparte realizzato da Lorenzo Bartolini e Cincinnato Baruzzi.
Cappella di S. Rocco (VIII) o Cappella Malvezzi Ranuzzi. Sull'altare si trova il "San Rocco" del Parmigianino (1527). Le vetrate furono disegnate da Achille Casanova (1926).
La Meridiana di San Petronio. Fu ideata e costruita da Gian Domenico Cassini, docente nello studio di Bologna, intorno al 1656 dopo che, nei lavori di allungamento della chiesa, era andata distrutta quella di Egnazio Danti. Per i calcoli il Cassini utilizzò una strumentazione che è ora visibile nel Museo. La meridiana di San Petronio è la più lunga del mondo (lunga m 67,72, foro di luce a m 27 dal suolo, distanza fra i solstizi m 56); la sua lunghezza corrisponde alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre. Venne ristrutturata ne 1775 dall'astronomo Eustachio Manfredi, il quale sostituì la linea di ferro con una di ottone.