Schede
La famiglia senese Spanocchi scelse di edificare la propria dimora di campagna sulla piccola altura di Monte Franco, alle pendici del colle della Guardia.
Nella seconda metà del '700 la villa viene ristrutturata e indicata nei catasti settecenteschi come residenza di villeggiatura della famiglia Cella - da cui il nome "Casino Cella". Successivamente la scalinata a più rampe che partendo dalla via Saragozza dava accesso della villa, dà l'origine al nome di Villa la Scala. Nel corso dell'Ottocento la villa diventa proprietà di varie famiglie, dai Pepoli fino ai conti Bartolomasi, che la affittano agli Armandi Avogli nel 1900. I coniugi immediatamente iniziano a ristrutturarla e nel 1906 l’aquistano svincolando la dote di Nerina. La villa veniva da decenni di quasi totale abbandono, tanto che i bolognesi la chiamavano “casa dei gufi”. La causa è da rintracciare nell’allargamento della sede stradale per farvi passare la tranvia che comportò lo sbancamento del colle, la distruzione della scala e del parco con ovvi problemi di accesso e di slavine. Nel 1907 il recupero della proprietà, fu affidata all'architetto Dante Trebbi. Il parco acquistò nuova vita come l’antica dimora sotto la supervisione del conte Guelfo Armandi Avogli che finanziò gli ingenti lavori non solo per adeguamento alle comodità dell’abitare moderno ma anche in previsione della donazione al Comune perché divenisse uno spazio culturale e un giardino per lo svago dei bolognesi. Per abbondanza dei fiori la villa prese il soprannome di Villa delle Rose.
Nel 1916 la Contessa Nerina Armandi Avogli dona l'immobile al Comune di Bologna e il suo ingente patrimonio finanziario affinché il luogo venisse predisposto per ospitare “una galleria d'arte moderna”. Alla morte della contessa, avvenuta il 18 dicembre, iniziarono gli inventari per la successione patrimoniale sotto la supervisione dell’intendenza di finanza che terminarono solo nel 1919. La Giunta Zanardi dispose immediatamente l'adattamento e vi sistemò le opere "moderne" di proprietà comunale; per la maggior parte sono le opere acquistate con i concorsi indetti dal Comune sin dagli anni ‘80 dell’800 proprio in previsione di riuscire ad aprire una Galleria d’Arte Moderna comunale. Viene aperta al pubblico nel 1925. Durante gli anni della seconda guerra mondiale la villa viene utilizzata come ospedale e successivamente come sede di comando delle truppe tedesche, prima, e alleate, poi. Nel suo giardino fino agli anni '90 si potevano ammirare varie sculture del primo Novecento tra cui quelle di Romagnoli, Baruzzi, Montaguti, Legnani, Drei e Boni.
Le vicende storiche delle esposizioni
La Villa viene aperta al pubblico solo nel 1925 con una collezione di circa 160 pezzi, quasi tutti del XIX Secolo, di proprietà del Comune di Bologna. Nel 1936, dopo un'accurata selezione ad opera di Guido Zucchini, ospita solo lavori relativi al XX Secolo, mentre i pezzi ottocenteschi vengono trasferiti alle nascenti Collezioni Comunali d’Arte, inaugurate a Palazzo D’Accursio. All’avvicinarsi del fronte di guerra a Bologna, dal 1941 le opere esposte a Villa delle Rose vengono trasferite e portate allo Stadio Comunale, in locali adibiti a deposito. Nei giorni che seguono l'8 settembre 1943 i locali vengono saccheggiati e quasi metà delle opere lì ricoverate non saranno mai più recuperate. Dopo la guerra la Galleria d’Arte Moderna riapre nel 1946 su un solo piano. Nel 1959, sotto la direzione di Francesco Arcangeli, si avvia un’importante campagna di acquisti di opere d’arte contemporanea. Nel 1969, durante la direzione di Carlo Volpe, il Comune delibera la costruzione di un nuovo complesso di edifici culturali nel quartiere fieristico, la cui edificazione prende il via un anno dopo su un progetto di Leone Pancaldi. Nel 1974 Villa delle Rose viene chiusa e la Galleria d'Arte Moderna riapre un anno dopo nella nuova sede in Piazza della Costituzione. Nel 1989 Villa delle Rose viene riaperta come dépendance della GAM per ospitare esposizioni temporanee.
Bibliografia: Manuela Rubbini, Una donazione per educare al Bello, in: “Villa delle Rose 1916 - 1936, dalla donazione Armandi Avogli alla prima Galleria d'Arte Moderna a cura di U. Zanetti, B. Secci, catalogo della mostra, MAMbo, 2016; Sito internet “Villa delle Rose” curato da MAMBo.
In collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna