Note sintetiche
Scheda
Francesco Zanardi nasce a Poggio Rusco, Mantova, il 6 gennaio 1873. Di origini benestanti, si dedica agli studi prima a Poggio Rusco, poi a Mantova e in seguito a Bologna dove si laurea in Farmacia e successivamente in Chimica e farmacia. La formazione all'interno del movimento mantovano lo porta ad un'intensa esperienza di dirigente del Partito socialista italiano, ma anche di amministratore. E' sindaco di Poggio Rusco e contemporaneamente consigliere comunale a Bologna nel 1902; assessore all'igiene nell'amministrazione popolare del sindaco Enrico Golinelli nel 1904; vice presidente dell'amministrazione provinciale di Mantova tra il 1904 e il 1906. Il 15 luglio 1914 si riunisce il primo consiglio comunale a maggioranza socialista di Bologna che elegge sindaco Francesco Zanardi, «in nome del popolo». Bologna, dotta, liberale e turrita sotto l'egemonia della Camera del lavoro e dell'analfabetismo, così titola «l'Avvenire d'Italia» per dare la notizia che ormai «la teppa comanda» la città. Il 28 giugno 1914 la lista socialista vince le elezioni amministrative forte di un programma di reale cambiamento della gestione della cosa pubblica in favore dei lavoratori e nella convinzione che il comune è «la Patria più vera», patrimonio collettivo e rappresentanza di tutti i cittadini. Il significato del voto viene letto come espressione della volontà popolare perché « le elezioni, quando non sono un balocco innocuo per bambini, esprimono nuovi indirizzi, nuovi metodi, nuove aspirazioni». Ed è in nome di queste esigenze che emergono dai ceti sociali dei lavoratori, che Francesco Zanardi porta all'interno del comune, «centro della vita civica e sintesi e nucleo centrale di ogni forma di vita sul territorio», la politica delle riforme dei modelli di governo delle istituzioni.
Il riformista Francesco Zanardi guida la città negli anni difficili della Prima guerra mondiale, ma mette in pratica le teorie del municipalismo socialista nell'evoluzione dell'ente locale, terreno di prova delle prime amministrazioni delle grandi città come Bologna e Milano. «Pane e alfabeto», sono la sintesi del programma elettorale socialista, parole semplici che racchiudono significati fondamentali nell'emancipazione delle donne e degli uomini che lavorano. Vogliono dire buona alimentazione a prezzi popolari, qualità dei cibi, abitazioni adeguate, igiene delle case e delle persone, istruzione e scuola per tutti, colonie per i bambini, sistema fiscale più equo, in definitiva tutti quei risultati indispensabili per raggiungere l'obiettivo del progresso sociale dei lavoratori. Le promesse della vigilia saranno mantenute e Francesco Zanardi passerà alla storia come il «sindaco del pane». Si realizza in questo modo la sintesi degli istituti di emancipazione dei lavoratori attraverso il sostegno di una rete di interventi integrati: la cooperazione per la tutela dei consumatori, l'ente di previdenza per il mutuo soccorso, l'assistenza alla malattia e alla disoccupazione; l'educazione e l'istruzione popolare, con un incremento notevole delle strutture scolastiche. È un tessuto di sostegno che ha al centro il lavoratore, ma anche la sua famiglia, una rete di difesa della condizione sociale dei più poveri che diventa ancora più importante dopo la dichiarazione di guerra, a sostegno del "fronte civile". Il conflitto mondiale inibisce il grande disegno riformatore della giunta Zanardi, ma non lo interrompe. Il comune gestisce il delicato equilibrio tra socialismo pacifista e città in guerra modellando l'organizzazione pubblica in difesa delle donne, degli anziani, dei giovani, dei più deboli, quella retrovia civile che trova nel municipio il punto di riferimento morale e civile. Il sindaco socialista Zanardi fa issare sul municipio la bandiera tricolore dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918.
Dopo novantacinque anni, il quadro dell'azione riformatrice dell'amministrazione socialista viene ricomposto in storia amministrativa attraverso l'analisi delle politiche d'intervento nei diversi settori della vita cittadina. Nazario Sauro Onofri spiega perché, proprio per questa sua azione riformatrice, il sindaco Francesco Zanardi è oggetto di ripetuti attacchi e azioni contro la sua persona. In La violenza politica a Bologna durante la prima guerra mondiale si ripercorrono gli interventi più significativi della politica amministrava che inizia da subito, tre giorni dopo le elezioni, il 18 luglio 1914, quando Francesco Zanardi ordina il controllo della qualità dell'impasto del pane e gli ispettori comunali prelevano campioni per verificarne la qualità provocando forti proteste da parte dei fornai. Il 26 agosto viene aperto un un negozio sotto il Portico del Podestà dove inizialmente si vende uva a basso costo incrementando il fronte dell'irritazione dei bottegai che aumenta in ottobre quando, in quello che i bolognesi avevano subito chiamato il «negozio di Zanardi», inizia la vendita del pane e, qualche giorno dopo, di pasta e di altri generi alimentari. La catena degli spacci comunali è destinata ad avere un grande successo popolare e una crescita esponenziale evidenziata nella Cronologia della politica annonaria comunale che mette in corrispondenza i provvedimenti contro le ripercussioni della guerra, presi in favore dei cittadini per ammortizzare i prezzi, con l'apertura dei negozi in centro e in periferia. Nel 1920 i punti vendita comunali sono 21 di generi alimentari, più alcuni empori per la vendita di scarpe, tessuti ecc. e sarà necessario provvedere alla creazione di un' istituzione di coordinamento e di intervento nel mercato cittadino dei rifornimenti. Su questo argomento interviene ancora Nazario Sauro Onofri che illustra la nascita de L'Ente Autonomo dei Consumi, che arriva anche a gestire un ristorante e un caffè in Sala Borsa, aperto il 7 agosto 1919.
Contemporaneamente alla costituzione dell'Ente Autonomo dei Consumi, l'amministrazione comunale decide di entrare nel campo della produzione realizzando un impianto per la panificazione a prezzi popolari, così da costituire un vero e proprio pubblico servizio. Il pane quotidiano, afferma Francesco Zanardi, "è fra uno dei prodotti che devono essere sottratti ad ogni speculazione; è necessario che questo alimento possa essere distribuito a tutti, sano, igienico e abbondante". Gaetano Miti ripercorre tutte le difficoltà incontrate dalla giunta nella realizzazione del Forno comunale, in Il "panificio pubblico", che avrà un ruolo importantissimo nel calmieramento dei prezzi causato della guerra. Un capitolo importantissimo nella vita della città si apre con l'istituzione dell'Ufficio Case destinato al controllo delle abitazioni, strumento con cui viene realizzato uno dei punti del programma in difesa degli inquilini. La storia dell'igiene pubblica inizia nell'ottobre 1914 e, grazie al contributo di Antonio Faggioli, Francesco Zanardi sindaco per l'igiene urbana e la salute pubblica a Bologna, si ricostruisce l'opera fondamentale che porterà alla formulazione del primo regolamento d'igiene del Comune di Bologna che in 545 articoli affronta tutte le materie che interessano l'intero ambito legato alla tutela pubblica. Casa ed igiene sono due presupposti imprescindibili che Francesco Zanardi tutela anche attraverso l'opera di socio ed amministratore della Società Cooperativa Risanamento che costruisce appartamenti economici per i lavoratori, di cui tratta Marco Poli. Particolarmente nel secondo dopoguerra l'attività del presidente Francesco Zanardi è tesa alla ricostruzione di un patrimonio immobiliare in gran parte distrutto dai bombardamenti; sul totale di 1327 appartamenti, 32 negozi, 3 bagni sociali e 3 lavanderie della proprietà totale della cooperativa, i danni ammontano a 80 milioni di lire e 174 soci inquilini sono rimasti senza casa.
La scuola rappresenta un interesse particolare per quelle innovazioni che caratterizzano l'attività dell'assessore Mario Longhena il quale affermava che se la guerra al fronte «cominciava il suo ritmo inutile di morte, la vita rinasceva in tutte le scuole di Bologna», che infatti non chiusero neppure un giorno. Non solo, vengono sperimentate nuove Scuole all'aperto, tentativo socialista di rinnovamento elementare che non vuole dire solo il contatto con la natura, ma riempie il suo contenuto di insegnamenti perché dalla natura i ragazzi possono attingere forze fisiche per prepararli a vivere fuori dal chiuso delle stanze coi piedi ben posati sulla terra. Scuole infantili; l'amministrazione con il programma «in ogni scuola deve esserci un asilo», dai due del 1914 costituisce al 1920, 52 asili o giardini d'infanzia , introducendo il metodo di Maria Montessori e registrando duemila bambini iscritti e 50 maestre che vi lavorano con personale di servizio, medici scolastici, refezione calda, giardinetti e ampi spazi per il gioco. Gli asili sono aperti ai bambini di ogni provenienza, un atto di uguaglianza e di parità che il comune riconosce a tutti nel campo dell'istruzione. Colonie, quella permanente di Casaglia per bambini fragili, iniziata nel 1918 e inaugurata nel 1919, dove alla fine della guerra vengono anche ospitati circa seicento bambini austriaci per quattro mesi per rifugiarsi dal duro inverno, dalla fame e dal freddo di Vienna. Refezione scolastica e dopo scuola per le donne con il marito al fronte impegnate al lavoro, ma anche ante scuola per le lavoratrici che fanno turni e post scuola per gli altri; vere e proprie anticipazioni del tempo pieno. E ancora, scuola per i tracomatosi, i corsi popolari, le scuole professionali e l'apertura di cinque biblioteche rionali. Di tutto questo e altro ancora tratta Mirella D'Ascenzo ne Politica, educazione e scuola nella giunta Zanardi. Tra i 48 nomi della lista di maggioranza che entrano in consiglio ci sono operai, tipografi, sindacalisti, commessi, un postelegrafonico, un infermiere, ecc, ma anche piccoli commercianti e artigiani, un vetraio, un barbiere, un pittore. Zanardi non è uno sprovveduto e chiama anche professionisti conosciuti in città come Genuzio Bentini, avvocato penalista che sarà anche presidente dell'Ordine e diventerà presidente della provincia; Alberto Calda, avvocato; Omero Schiassi anche lui avvocato, difensore della Camera del lavoro; ma anche l'ingegnere Giorgio Levi, il professore Mario Longhena, e tanti altri.
Complessivamente sono 21 operai, 17 professionisti, 5 impiegati, 3 commercianti e 2 ragionieri, ma soprattutto sono uomini nuovi e giovani con voglia di cambiare. Nel 1919 è eletto deputato e si dimette da sindaco. Dopo l'assalto a Palazzo d'Accursio del 21 novembre 1920, Zanardi è più volte aggredito e subisce violenze da parte dei fascisti. Viene rieletto deputato nel 1921. Allontanato da Bologna, prende dimora a Roma dove rimane definitivamente dopo la morte del figlio Libero avvenuta il 9 giugno 1922 a Rimini dove si era trasferito dopo avere subìto numerose percosse da parte dei fascisti. L'ultimo legame di Zanardi con Bologna avviene il 28 novembre 1928 quando il fratello Giulio, in un momento di sconforto, si toglie la vita davanti alla tomba del nipote Libero. Nel 1935 viene diffidato per frequentare elementi sovversivi e con un provvedimento del 1938 è confinato a Cava dei Tirreni. Ritorna a Bologna dopo il 25 luglio 1943. Eletto deputato nell'Assemblea costituente, nel 1947 passa al Partito socialista dei lavoratori italiani e dopo il 18 aprile 1948 è designato senatore a vita. Nel 1953 si schiera contro la legge truffa con Unità popolare. E' candidato unico della sinistra nel collegio provinciale di Bologna nel 1954. Muore a Bologna il 18 ottobre 1954.
Francesco Zanardi appartiene a quella generazione di socialisti riformisti che si dedicarono con tutte le loro energie alla difesa e all'elevazione della classe lavoratrice. Uomo dal carattere generoso, caratterizza tutta la sua attività di politico e di amministratore più che ai discorsi e agli scritti, a cui fu sempre poco incline, all'estrema chiarezza e dedizione nel lavoro di amministratore ispirandosi al principio del "culto del dovere fino al sacrificio ed il disinteresse personale".
Paola Furlan
Maggiori dettagli biografici sono diponibili sul sito "Storia amministrativa" del Comune di Bologna. Testo a cura dell'Archivio Storico del Comune di Bologna - Storia Amministrativa