Le pietre d'inciampo (Stolpersteine) sono un monumento ideato e realizzato dall'artista tedesco Gunter Demnig per tenere viva la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti nel tessuto delle nostre città. L’iniziativa nasce nel 1995 a Colonia e ha portato finora all’installazione di oltre 70.000 pietre in oltre 2.000 città nel mondo.
Il progetto consiste nell'incorporare dei blocchi quadrati di pietra (10 x 10 centimetri), ricoperti di ottone lucente, nel selciato stradale davanti alle ultime abitazioni delle vittime della persecuzione fascista e nazista. Un’incisione sulla superficie superiore ne ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, quando conosciuta.
Demnig prepara ogni singola pietra e la interra personalmente, pienamente consapevole della responsabilità che porta: “Sono sempre inorridito ogni volta che incido i nomi, lettera dopo lettera. Ma questo fa parte del progetto, perché così ricordo a me stesso che dietro quel nome c’è un singolo individuo. Si parla di bambini, di uomini, di donne che erano vicini di casa, compagni di scuola, amici e colleghi. E ogni nome evoca per me un’immagine. Vado nel luogo, nella strada, davanti alla casa dove la persona viveva. L’installazione di ogni Stolperstein è un processo doloroso ma anche positivo perché rappresenta un ritorno a casa, almeno della memoria di qualcuno”.
Nel gennaio 2020 anche a Bologna sono state collocate 15 pietre d'inciampo.
Camminando per la nostra città le colpiremo con i piedi, ci chineremo per vedere in cosa abbiamo inciampato e ci troveremo di fronte a una nuova storia da conoscere, restituendo così la sua individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero. L'espressione "inciampo" deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere tutti coloro che si imbattono, anche casualmente, nell'opera.
Pietre d'inciampo a Bologna