Scheda
Di origine bolognese, architetto ed ingegnere. Studia sia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ove risulta registrato al corso di ornato nel 1808, sia presso l’Università ove studia matematica tra il 1808 e il 1811. Le cronache successivamente ci informano che “esercita l’arte sua con molta lode”. Durante la sua carriera riceverà numerose cariche onorarie sia presso l'Accademia della sua città natale, sia presso quelle di Firenze, Roma e Napoli. Pur con un così lungo titolo di riconoscimenti in vita si è assistito successivamente ad una veloce omissione dalle cronache artistiche. I suoi primi lavori documentati dalle fonti sono progetti per monumenti funerari eseguiti nel camposanto bolognese, la Certosa. Tra il primo e il secondo decennio del XIX secolo progetta le memorie dedicate agli artisti Jacopo Calvi e Luigi Acquisti, a donne appartenenti all'alta società locale quali Olimpia Spada, Clotilde Galletti e Caterina Giorgi. Infine si aggiungono alcuni dei grandi nomi della nobiltà locale quali Marchetti, Spada, Tattini, Palmieri Bocchi, Fantuzzi, Ratta Garganelli.
Del lungo catalogo di opere a lui assegnate (almeno 12) solo quella dedicata a Benedetto Conventi è andata perduta ma fortunatamente documentata in alcune guide ottocentesche. Praticamente tutti gli scultori e plasticatori bolognesi dell'epoca hanno lavorato sotto la sua direzione. Unico grande assente tra gli artisti attivi in Certosa è Giacomo De Maria.
Al 1817-19 risale il primo progetto per un edificio sacro. A lui viene infatti richiesto l'ammodernamento della chiesa di S. Ruffillo. L'edificio viene completamente ricostruito ad esclusione del campanile e della facciata, lasciata al suo aspetto settecentesco e completata solo nel 1956. Il suo intervento successivo è il totale rifacimento della quattrocentesca chiesa di S. Paolo in Monte, sul colle dell’Osservanza, riedificata “sui fondamenti dell’antica”. La chiesa venne consacrata nel 1828 dopo due anni di lavori e il Bianconi nella sua Guida ne dà un’accorata ed entusiastica descrizione: “L’architetto ha voluto in questa sua opera imitare le Basiliche degli antichi, ornando ancora il prospetto di un antitempio, e di due laterali alla maniera di Palladio, e ne ha conseguito approvazione”. Qui l'architetto innalzò l'edificio utilizzando le strutture di quella più antica, di cui erano rimaste solo le fondamenta. Bisogna ricordare che il resto dell'edificio era già stato demolito dal conte Aldini per utilizzarlo come materiale edile utile all'erezione della vicina Villa dell'Osserzanza, progettata da Giuseppe Nadi. Del suo lavoro ci dà una descrizione anche il Bosi nel suo Archivio Patrio. “L'elegantissima chiesa che vedesi in vicinanza del menzionato palagio De-Scarani è posta sulla cima del colle di San Paolo ov'è unito il Convento de' Minori Osservanti Riformati. Essa fu fabbricata dal valente architetto Vincenzo Vannini, adorna per pitture del Pedrini, e per le sculture del Franceschi”. Nel 1832 lo troviamo attivo a Baricella, nella chiesa di S. Maria dove vengono eseguiti dei grandiosi tabernacoli sotto la direzione, e col disegno del Sig. Dottore Vincenzo Vannini Ingeniere Architetto e ponendo nei nicchi le tavole di terra cotta in basso rilievo colorite a olio di mano del sacerdote D. Lorenzo Filippi dimorante in Bologna.
Attivo anche come restauratore, il Vannini dirige in S. Domenico i lavori di restauro della cappella interna dei Congregati de’ Santissimi nomi di Gesù e Maria. Nel 1835 si occupa di restaurare l’intera chiesa di S. Maria Maddalena di strada San Donato. Vannini aggiorna l'edificio barocco al gusto neoclassico senza stravolgerne la struttura architettonica, adegua gli elementi decorativi in stucco e marmo, regola la luce attraverso nuove finestre. Infine semplifica il portico di accesso che dà sulla strada, proprio come oggi si vede. Un completo rinnovamento 'moderno' gli viene commissionato nel 1838 per la chiesa di S. Gregorio e Siro. Viene scritto come commisero l’incarico del restauro al signor Ingegnere Architetto Dottor Vincenzo Vannini, socio di varie Accademie di Belle arti ed allievo dello Scandellari, del Venturoli, del Nadi e del Gasperini, il quale corrispondesse ad ogni loro desiderio… Vennero allora rinnovati i pavimenti delle Cappelle e fu ripulito quello del corpo della Chiesa: ogni tinta, sì all’interno che all’esterno, per opera di Camillo Maccagnani e con direzione del fu Professore Antonio Basoli, venne rinnovata: furono poste alle Cappelle minori le eleganti inferriate che le chiudono, ideate dal Vannini e fra breve alquanto modificate. Di poco successivo (1839) è documentato l'intervento in S. Savino e Silvestro dove elegante se ne mostra la costruzione, di ordine toscano, ideato già nei primi anni di governo dell’Arciprete Pulga, dal vivente Ingegnere Dott. Vincenzo Vannini.
Curiosa la clamorosa svista per l'edizione a stampa da lui curata e datata 1840, che venne dedicata al Re Carlo Alberto. Qui scambiò l'angelo ceroferario di Michelangelo Buonarrotti con quello di Niccolò dell'Arca eseguiti entrambi per l'Arca di San Domenico a Bologna. Il catalogo di opere ad oggi attribuibile al Vannini si chiude precocemente, nel 1843, con il completamento della chiesa di S. Lucia, ora Aula Magna dell'Università bolognese. Anche qui gli viene chiesto di terminare un edificio parzialmente edificato e terminato solo per l'aula principale nel 1659. Il primo progetto, datato 1835, prevedeva un integrale intervento su tutta la struttura e un completamento fino alle strutture absidali seicentesche. Purtroppo le ristrettezze economiche consentirono di realizzare un edificio più corto e con una nuova abside. E' per questo motivo che oggi, curiosamente, dietro l'abside del Vannini se ne trova un'altra, recuperata negli anni '80 del XX secolo in aula didattica.
Roberto Martorelli