Schede
La stele è collocata entro una nicchia dell'emiciclo absidale della Sala del Colombario. La parete di fondo è rivestita in scagliola imitante il marmo.
La Tomba dedicata a Francesco Casalini, risalente al 1867, è opera dello scultore Massimiliano Putti (1809-1890). A renderla una rara eccezione vi sono la data e la firma dell'artista, assenti in molti altri suoi lavori. Tratto peculiare di Putti era l’estrema resa che riusciva ad imprimere nei dettagli, soprattutto nella realizzazione degli apparati decorativi e ancor più con precisione nella realizzazione delle ghirlande e dei festoni di fiori. Tale maestria si può qui notare nei due festoni di fiori che ricadono lungo la bordatura delle due lastre marmoree costituenti il supporto dell’opera. la cimasa è sormontata da una grande conchiglia alata.
Nel monumento vi si legge una vena purista e nel contempo naturalista che si snoda nella toccante quanto veritiera immagine della vedova seduta con il figlioletto appresso. La donna volge lo sguardo verso l’alto in segno di religioso abbandono mentre la fiaccola che la illumina assieme al figlio, simbolo della vedovanza, è resa ancor più esplicita dal riferimento posto nell’epigrafe incisa nello zoccolo. Il busto-ritratto del defunto, anch’esso fortemente veritiero, è posto nel vertice dell’arco marmoreo all’interno di una nicchia circolare.
L'epigrafe riporta: Francesco Casalini da Faenza, egregio quant'altri de suoi due fratelli nell'arte di fabbricare carrozze. La vedova Carlotta Ballanti, per affetto e riconoscenza questa memoria pose al caro marito, morto nell'età di 54 anni il giorno 4 maggio 1865 in Bologna.
Nel XII volume del "Dizionario di erudizione storico - ecclesiatica" stampato dalla Tipografia Emiliana nel 1843, la ditta faentina viene così ricordata: "Vi abbondano (a Faenza ndr.) eccellenti ebanisti ed intarsiatori, massime l'officina di certo Mingozzi, in cui s'imitano i pregiati lavori antichi in legni colorati e in pietre dure; e bravi carrozzieri, tra' quali hanno acquistato speciale rinomanza i fratelli Casalini, che non lasciano invidiare alla patria e allo stato pontificio le carrozze di Milano, di Parigi e di Londra".
Sara Benuzzi