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Carlo Strazziari

11 febbraio 1893 - [?]

Scheda

Carlo Strazziari, da Gaetano e Augusta Cevenini; nato l’11 febbraio 1893 a Bologna; ivi residente nel 1943. Avvocato. Iscritto al PPI e poi alla DC
. Cattolico, cresciuto sotto l'indirizzo sociale di Monsignor Giorgio Gusmini, fu uno dei maggiori organizzatori della Gioventù cattolica bolognese. Nel 1915 fondò il "Risveglio" organo della Federazione diocesana della Gioventù cattolica. Partecipò alla prima guerra mondiale, con il grado di sottotenente. Nel dopoguerra, a Bologna, divenne stretto collaboratore di Giovanni Moruzzi, partecipando alla fondazione del circolo Leone XIII di cui fu presidente nel 1923. Sostenitore di una «formazione più consapevole dei giovani cattolici e di una loro testimonianza più diretta e più immersa nell'azione sociale», dedicò tutto il suo impegno affinchè nei circoli della AC venissero organizzate lezioni, conferenze, dibattiti per la formazione di una coscienza cristiano-sociale. Al primo convegno, di Monghidoro, del 18-19 maggio 19 tenne una relazione sui compiti dei circoli giovanili, sostenendo la tesi che non era di pertinenza dell'AC l'impegno politico, ma era suo precipuo compito la formazione dei giovani in vista di una loro partecipazione alla vita politica e di un loro impegno nella quotidianità anche in difesa della libertà religiosa. Promotore della azione sociale dei cattolici, fu presente nella costituzione delle Casse rurali e popolari delle cooperative dell'Unione cattolica, senza distogliere la sua attività dalla vita politica attiva. Nel 1920 fu incaricato dalla Giunta diocesana di organizzare l'Unione del lavoro aderente alla Confederazione sindacati cattolici della quale fu segretario fino al 1923 quando si dimise nel corso del convegno del 12 novembre 1923. Fu tra gli organizzatori del primo congresso nazionale del PPI, tenutosi a Bologna, nel febbraio 1919, nel quale militò assumendo anche la segreteria della sezione bolognese. Per la sua formazione e per la sua ispirazione democratico-cristiana, con l'avvento del fascismo si schierò con l'ala del partito intransigente a qualsiasi forma di collaborazione con il regime.
Con Giovanni Moruzzi, Fulvio Milani, Raffaele Ottani, Vincenzo Gotti sostenne l'esigenza di dar vita ad un'esperienza alternativa a "L'Avvenire d'Italia" «ispirata ad una sorgente vivacemente perenne, sicuramente indeffettibile al principio religioso cattolico, sia per più efficacemente contrastare l'azione eversiva del quotidiano locale, sia ancora nella speranza, purtroppo dimostratasi illusoria, di una maggiore sicurezza sotto l'egida dell'autorità ecclesiastica che autorizzò l'iniziativa». Il 15 maggio 1924 venne pubblicato il primo numero del settimanale "La Sorgente", ispirato ai principi della democrazia e del PPI di don Luigi Sturzo, di cui fu direttore.
Il «tono coraggiosamente polemico del settimanale bolognese, se da un lato raccolse lettori e abbonati, in molte regioni italiane, dall'altro attirò l'attenzione dei pubblici poteri che mal tollerarono una voce critica indipendente». Nel 1926, di fronte alla quasi certa «soppressione dall'alto», il settimanale preferì «sospendere le pubblicazioni».
Fu l'ultimo dei periodici antifascisti bolognesi.
Riprese la pubblicazione, sotto la sua direzione, nel giugno 1945 come organo ufficiale della DC bolognese. Richiamato alle armi durante il secondo conflitto mondiale, dopo la caduta del fascismo si diede alla latitanza per non rispondere alla chiamata della RSI.
Per questo, durante il periodo resistenziale, dovette limitare molto il suo impegno politico, mantenendo i contatti con Fulvio Milani e con alcuni altri popolari e soprattutto con i giovani del circolo Leone XIII. [AQ] Testimonianza in RB1.