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Stele Cividali

post 1921

Schede

Esempio di tomba inusuale nella tradizione ebraica per la presenza di raffigurazioni, dopo quella ad Alberto Carpi, è questa dedicata a Claudio Cividali. Il ritratto bronzeo del giovane tenente, posto con un lessico encomiastico entro un tondo affiancato da motivi a palma, è eseguito con un rilievo molto basso e con gli accenti della tradizione verista più lineare da cui emerge, tuttavia, una ricerca espressiva piuttosto vivace. Nell’attesa e nella speranza di rintracciare informazioni documentarie, si crede di un certo interesse il confronto stilistico col ritratto bronzeo di Galeazzo Oviglio, eseguito da Silverio Montaguti. Affinità tecniche e formali si affiancano alle similitudini in termini di impostazione generale, col ritratto eseguito entro un tondo ornato con motivi vegetali riconducibili alla ricorrente simbologia di encomio (ulivo, alloro, palma). Significativo particolare, culturalmente riconducibile agli anni Venti, è la decorazione déco “a fascio” posta alla base del rilievo marmoreo. Un breve annuncio apparso sul quotidiano cittadino “Il Resto del Carlino” informa che il corpo di Cividali fece rientro a Bologna il 26 ottobre del 1921, quattro anni dopo la morte per ferite in un ospedale da campo.

Il monumento è costituito da un cippo in marmo recante al centro un’iscrizione a lettere incise e rubricate; sulla sommità vi è un medaglione bronzea con l’effige del caduto in vesti militari contornata da un rilievo in marmo raffigurante, ai lati, due rami di palme e in basso un festone d’alloro con bacche. Nella sezione inferiore è applicata una struttura in bronzo che funge da sostegno per due vasi portafiori e una luce votiva. A terra, prospiciente la struttura, vi è una lapide sepolcrale con quattro borchie circolari in marmo poste agli angoli. Il sepolcro è delimitato da una catena in ferro battuto con stella di David al centro.

FIORI-LACRIME-INNI / SULLA TOMBA DEL TENENTE DEL GENIO / CLAUDIO CIVIDALI / VENTIDUENNE / MORTO DI PIOMBO NEMICO A GORIZIA / IL XII SETTEMBRE MCMXVII / IL POLITECNICO DI TORINO / CHE LO EBBE FRA GLI ALUNNI MIGLIORI / LO PROCLAMO' INGEGNERE AD HONOREM / L’ITALIA / A CUI SACRIFICO' CON ENTUSIASMO LA VITA / NE SCRISSE IL NOME / FRA I SUOI EROI PIÙ FULGIDI E PURI / I GENITORI E IL FRATELLO / DI CUI NULLA POTRÀ LENIRE LO STRAZIO / NE RICORDANO LA MEMORIA / A QUANTI HANNO SACRO L’AMORE DI PATRIA.

Testo tratto da 'Memorie della grande guerra: le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna', Minerva, 2007.