Palma

Palma

Scheda

Abbondantemente rappresentata nell’arte del Vicino Oriente, nel mondo greco, la palma è legata al dio Apollo ed è simbolo di luce e di resurrezione. In greco il termine phoenix, indica sia l’albero che l’uccello mitico. Nel mondo romano diventa simbolo della vittoria, in particolare della vittoria militare, ed è portata nelle processioni e nei trionfi già in epoca repubblicana. Inoltre era anche usata come insegna per i vincitori dei giochi dello stadio. Nell’Antico Testamento la palma è chiamata a rappresentare i giusti (Salmi, 92, 13) e la statura della donna (Cantico dei Cantici, 7,8). Il cristianesimo adotta la palma quale simbolo del trionfo della fede in Cristo sulla morte e sui dei pagani. Simboleggia l’entrata di Gesù in Gerusalemme. E’ attributo dei martiri e, nell’Apocalisse di Giovanni, della “schiera sterminata degli eletti” (Apocalisse, 7,9). Infine quando l’angelo annuncia alla Vergine la sua morte imminente, il giglio è sostituito da un ramo di palma. Nell’arte funeraria ottocentesca, la palma è molto rara.

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Gian Marco Vidor, 2008

"Linneo riconobbe a questa fanerogama, maestosamente bella, la preminenza nel regno dei vegetali, viva nelle prime credenze mistiche dell'uomo. Gli ari ancora sparsi dall'Indo Superiore alle Porte Caspie – prima ancora della rivoluzione dei veda – cantavano l'inno alla palma come alla manifestazione della divinità, e più tardi, quando nelle loro menti la natura si identificò con l'idea divina, e concepì l'uno e il molteplice, il finito e l'infinito, essi ancora inneggiarono alla palma dal magnifico fusto eternamente verde, sfidante le procelle sulle coste del mare e la furia rabbiosa e cocente dei venti del deserto. Essa testifica, sotto tutti i climi, le grandi catastrofi geologiche del nostro pianeta; e nelle atmosfere intertropicali – dove l'uomo non coglie dalle viscere del suolo nulla che lo conforti – la palama gli fornisce gli alimenti, il legno per costruire l'abitacolo, il tessuto per l'indumento. I greci la chiamavano fenice, come l'uccello che muore e rinasce per propria intrinseca virtù. Il culto della palma si perennò nella lunga e costante elaborazione psicologica del simbolo per denotare quanto l'uomo ha in concetto di trascendente e felice: l'immortalità, la gloria, la forza, la vittoria, la civiltà, la letizia, l'onore, la fecondità, la giustizia. "Il giusto fiorirà come la palma" (Salmo XCI – 12). Il Boccaccio fa biblicamente invocare l'amata Lia dal pastore Ameto: E siccome la palma inver' l'altura / Si stende, così tu, vie più vezzosa, / Che 'l giovanetto agnel ne la postura. (Ninfale d'Ameto) La Vittoria era detta la dea palmare, e – come a tutte le statue di essa – al trionfatore si poneva in mano un ramo di palma; Pindaro ricorda l'onore della salma pitica; per menzionare un "uomo di vaglia" Cicerone dice "plurium palmarum homo". La palma era pure consacrata alle muse. Maometto diceva la palma era nata in paradiso, della stessa terra ond'era fatto Adamo.

Nititur in pondus palma, et consurgit in arcam / Quo magis, et premitur, hoc mage tollit onus; / Fert et odoratus, bellaria dulcia, glandes, / Quet mensas inter primus habetur onos. / I puer, et reptans ramis has collige: mentis / Qui constantis erit proemia digna feret. (Alciato – Embl. XXXV) Di fatto è anche caratteristica elegante della palma la flessibilità e l'elasticità de' suoi rami, che resistono a qualsiasi carico. Es.: l'impresa del duca Francesco Maria della Rovere di Urbino, ideata dal Giovio, rappresenta una palma con un macigno sovrapposto, e con il motto: "Inclinata resurgit" (Ruscelli). La nobil Palma non soggiace al pso. / Che gli venga da alcuno a i rami appeso. / Anzi come la salma più l'offende, / A l'or più tosto al ciel s'inalza, e stende. / L'Uom valoroso, che procaccia onore / Deve seguir l'impresa con ardore; / Sprezzando la fatica, e ogni altra prova, / Che col martir da quella la rinnova: / Perché nel fin contr'ogni duro fato / Riporta la vittoria l'ostinato. (Girolamo Pensa).

Chiaro significato, dunque, di tenacità e di fermezza, vantaggiosamente adoperato dall'iconografia ecclesiastica a simboleggiare il martirio, cioè il dispregio del mondo per il trionfo della fede. Tutti i martiri della cristianità recano il ramo di palma. La Chiesa ha però altre tradizioni che confermano il culto della nobile pianta: i vangeli apocrifi narrano della stanchezza di Maria, ritemprata dal palmizio del deserto. Assisa all'ombra ospitale, la divina madre desiderò assaporare i bei frutti dell'albero, ma Giuseppe non volle coglierli. Allora Gesù, che sedeva nel grembo materno, comandò ai rami di inchinarsi fino alla bocca di Maria. La tradizione – popolare in molte regioni anche d'Italia – aggiunge che da quel giorno la palma fu l'albero della benedizione; e il Redentore entrò nella fresca ora del mattino in Gerusalemme, umilmente spirando luce di tenerezza su quella multitudine che gli andava incontro, agitando i rami delle palme e degli olivi e buttando drappi sulla sua via, salutando colui che veniva in nome del Signore (Giovanni, XII – 13): estremo giorno di pace e di gioia del purissimo martire; giorno nel quale vi è tutta la melanconia dell'intimo presentimento; l'imminenza della Passione. La notte di domani sarà quella fatale di Getsemani, la truce visione del Golgota, con le donne piangenti nell'ombra, sotto il cielo tempestoso. La Chiesa celebra solennemente il gaudioso ricordo delle Palme di Gesù, nella domenica precedente la settimana detta santa o maggiore, anticamente detta competentium o indulgetiae, dal costume imperiale e patriarcale di concedere grazie. Una grande cerimonia papale ha luogo nella cappella sistina, dove il pontefice regala agli alti dignitari presenti la palma simbolica, adornata con squisite opere d'arte. Il rito vorrebbe che nelle chiese cattoliche si benedicessero le palme; però dove ne manca la vegetazione e non vi si può supplire con la sufficiente provvista, si benedice l'olivo, l'alloro, il mirto, il salice, il bosso, l'elce; e nel giorno letificato dal ramoscello benedetto, che s'appende tra le pareti domestiche, è tutta una poesia di simbolo sereno, che resiste allo scetticismo degli uomini ed alle ingiurie dei tempi. La palma è scolpita nelle monete di Cartagine, durante la sua opulenza, in quelle di Domiziano coniate a Napoli (86), e di Adriano, a significare il benessere delle popolazioni soggette all'impero. Simboleggiò: la Fenicia; la Giudea (ed è riprodotta nella medaglia di Vespasiano, con il motto Judea capta); Ancona, che formava l'agro Palmense. Nelle composizioni dell'arte cristiana le due palme circondanti l'effigie del Redentore simboleggiarono la Chiesa, composta di giudei e di gentili (Zaccherini). Con il quadrante solare la palma integrava in Egitto il geroglifico della astrologia giudiziaria. Il palmizio fu scelto a simbolo dell'anno, credendosi che esso ad ogni volger di luna produca un ramo novello. Nel cordoglio – ornamento donnesco di devozione e di onore – si usò porre due palme incrociate – maschio e femmina – come simbolo di amor coniugale. In Francia si dice ricevere le palme academiche per essere eletto membro dell'academia delle scienze; le uniformi di quest'ordine cavalleresco sono ornate di ricami d'oro e d'argento in forma di palma (Academia francese)." (Testo tratto da: Giovanni Cairo, "Dizionario ragionato dei simboli", Ulrico Hoepli, Milano, 1922, aggiornamento febbraio 2022). Per approfondire il tema della simbologia funeraria ottocentesca cliccare qui.

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Opere

Documenti
Cedro del Libano - Palma - Cipresso - Incenso
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Botanica istorica e letteraria - Il Cedro del Libano - La Palma - Il Cipresso - L'albero che produce l'incenso. In Salvatore Muzzi; Miscellanea artistica, scientifica e letteraria; Bologna, 1843. Collezione privata. © Museo del Risorgimento Bologna | Certosa.