Plava (Slovenia)

Plava (Slovenia)

Scheda

Nei primissimi giorni di guerra sul fronte italiano gli austriaci avevano poche truppe disponibili. Un'ampia area a ridosso del vecchio confine, reputata dagli starteghi indifendibile, fu sgombrata e i reparti furono mandati a guarnire posizioni dominanti, preparate in partenza e scelte con oculatezza studiando la natura del terreno e sfruttando al massimo i vantaggi dati dalla guerra di trincea e di posizione. Il corso del fiume Isonzo fu scelto come linea difensiva sulla quale aspettare l'arrivo degli italiani, fatta eccezione per le due teste di ponte di Tolmino e di Gorizia, quest'ultima composta dalle posizioni del monte Sabotino, della valle di Oslavia e del monte Podgora.
Era quindi fondamentale per l'esercito italiano che stava varcando i confini con l'Impero austro-ungarico riuscire a fare breccia in questa linea difensiva per approcciare al meglio le posizioni fortificate avversarie già preparate da tempo. Uno dei punti in cui i soldati italiani riuscirono a varcare il corso del fiume fu Plava. Già ai primi giorni di giugno del 1915 iniziarono le operazioni che portarono le truppe del II corpo d'armata del generale Reisoli ad attaccare l'area di Plava, nel tentativo di varcare l'Isonzo e di approcciare le pendici della catena montuosa soprastante il piccolo borgo, composta da monti e postazioni che negli anni successivi furono al centro dei bollettini di guerra italiani, più e più volte attaccati senza successo: il Kuk, il Vodice, il monte Santo, quota 383, i paesi di Zagora e Zagomila. L'operazione di passaggio del fiume su un ponte di barche, in una posizione dominata dalle alture circostanti presidiate dagli austriaci, fu un vero e proprio azzardo, ma riuscì. Reparti delle brigate Ravenna (37° e 38°) e Forlì (43° e 44°) misero piede sulla sponda opposta dell'Isonzo dando vita ad una piccola testa di ponte. Era molto difficile per la logistica italiana rifornire di munizioni, materiali e uomini questo piccolo fazzoletto di terreno nonchè risultava un'operazione complicatissima addirittura evacuare i feriti. Ma la testa di ponte, nonostante i numerosi contrattacchi austriaci, sopravvisse e addirittura, man mano, si ampliò, risultando sempre più una minaccia per la tenuta della linea austro-ungarica.
Presidiare le posizioni della testa di ponte di Plava era un pericolo costante; gli uomini erano alla completa mercè degli austriaci che la dominavano: un vero e proprio stillicidio quotidiano che costava perdite altissime ai reparti ivi stanziati.
Nel corso di tutto il 1915 furono reiterati i tentativi italiani di impossessarsi della linea del Kuk, sempre respinti dagli austriaci con grande dispendio di forze.
Con la sesta battaglia dell'Isonzo nell'agosto 1916, con la caduta del monte Sabotino, la situazione a Plava cambiò, portando la linea italiana anche a sud di Plava a ridosso del fiume.
L'area della testa di ponte tornò prepotentemente nell'occhio del ciclone con la decima battaglia dell'Isonzo. La conquista della città di Gorizia si era rivelata una trappola per il Regio Esercito: la piana della città era un vero e proprio vicolo cieco: le posizioni ad est della città, il monte San Gabriele e i suoi contrafforti, nonchè il monte San Marco e l'area paludosa della Vertojba, rimasero in mani austriache per il resto della guerra. Per cercare di scardinare queste posizioni e ricadere sul fianco nord delle linee austriache sul Carso, gli alti comandi italiani progettarono una manovra avvolgente che mirava alla conquista dell'altopiano della Bainsizza, a nord di Gorizia.
Per sfociare sulla Bainsizza si rendeva necessaria la conquista della dorsale Kuk-Vodice-Santo, a picco su Plava. La decima battaglia del maggio 1917, nella sua prima fase, quindi si sviluppò interamente in quest'area. Progressivamente le truppe italiane riuscirono a risalire la china dei monti a picco su Plava: il Kuk e il Vodice caddero in sequenza, permettendo l'affaccio sull'altopiano della Bainsizza. Il monte Santo rimase in mani austriache: cadrà solo con l'undicesima battaglia dell'Isonzo, la battaglia della Bainsizza, nell'agosto 1917.

Giacomo Bollini

Leggi tutto

Luoghi

Eventi

Organizzazioni

Persone

Morti in questo luogo

Apri mappa