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Mario Longhena

24 Maggio 1876 - 25 Febbraio 1967

Scheda

Mario Longhena nacque a Parma il 24 maggio 1876 da famiglia modesta. Figlio di un reduce garibaldino rimane presto orfano di padre. Longhena venne avviato agli studi dalla madre, che per lavoro accudiva i figli delle donne impiegate nelle lavanderie.
Completati gli studi superiori si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna: qui fu allievo di Carducci e Pascoli, dedicandosi dopo la laurea all'insegnamento di Storia e Geografia nelle scuole medie bolognesi, dopo un primo periodo passato ad Agrigento.
A 16 anni fu tra i primi ad iscriversi al neonato Partito Socialista; operò in associazioni di categoria come la Federazione insegnanti delle scuole bolognesi, finchè nel 1914 venne nominato assessore nella giunta socialista Zanardi. Il ruolo di Longhena non fu subalterno al sindaco, ma si fece promotore di numerose iniziative sociali, educative e assistenziali, come le prime colonie scolastiche. “Pane e alfabeto”, parola d'ordine della campagna elettorale socialista, divenne concretamente il suo programma di mandato: si impegnò nello sviluppo del sistema scolastico bolognese dedicando grande attenzione anche ai problemi di salute legati alle patologie più diffuse tra i bambini bolognesi e allo sviluppo del progetto della scuola popolare secondo le linee del programma socialista, finalizzata alla formazione professionale e culturale degli individui, soprattutto delle classi popolari.

Si delineò così a Bologna un superamento della logica caritatevole che aveva guidato la politica scolastica fino ad allora per delineare una sorta di diritto allo studio garantito dal Comune. Inoltre si diede un grande impulso allo sviluppo degli organi sussidiari a quelli propriamente scolastici quali biblioteche, educatori e asili.
Si riuscì in questo periodo anche a stendere un nuovo Regolamento comunale per le scuole elementari, che raccoglieva molte delle richieste della base magistrale locale. Lo scoppio della guerra causò rallentamenti nel processo di sviluppo della scuola bolognese intrapreso dall'amministrazione Zanardi: la requisizione degli edifici scolastici per uso bellico (generalmente ospedaliero) e le restrizioni economiche imposte crearono disagi, ma Longhena avviò comunque diverse attività dirette all'assistenza dei figli dei combattenti e dei profughi. In questa fase grande importanza ebbero le donazioni e la generosità dei bolognesi, con cui si poté sopperire alle carenze economiche pubbliche dovute allo stato di guerra. Al termine del conflitto organizzò l'accoglienza per gli orfani di guerra viennesi, iniziativa benefica ideata secondo i principi della fratellanza socialista e popolare, attuata anche da altre amministrazioni pubbliche a guida socialista, tra cui quella di Milano. Alla scadenza del mandato Longhena lasciò all'amministrazione successiva tre progetti che non era riuscito a realizzare a causa della guerra e della depressione postbellica: l'ente per la formazione delle maestre, le classi differenziali e la cura delle malformazioni grazie all'appoggio dell'Istituto Ortopedico Rizzoli. Durante il regime fascista continuò a portare avanti la sua attività di insegnante, mentre in campo politico, forzatamente in modalità clandestina, riuscì a rimanere in contatto con i compagni attivi all'estero. Costretto dal fascismo alle dimissioni nel 1939, Longhena fu attivo nel Comitato di Liberazione Nazionale e dopo la liberazione prese parte alla Costituente come esponente del Partito Socialdemocratico. Fu inoltre presidente dell'Amministrazione degli Ospedali Bolognesi tra il 1945 e il 1950, mentre De Gasperi lo nominò a capo della Croce Rossa Italiana tra il 1949 e 1957. Fu attivo anche nel dibattito politico interno al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Morì a Bologna il 25 febbraio 1967. E' sepolto nella Certosa di Bologna, Campo 1962, sotterraneo est, loculo 93.

Francesco Annichiarico

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