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Arconovaldo Bonacorsi detto/a El conde Rossi

22 Agosto 1898 - 2 Luglio 1962

Scheda

Arconovaldo Bonacorsi, nato a Bologna il 22 agosto 1898 e morto a Roma il 2 luglio 1962. Quindicenne interventista ed iscritto al Partito Repubblicano Italiano, aderì ai Fasci di Azione Rivoluzionaria. Allo scoppio della Grande Guerra si arruolò volontario negli Alpini.
Fatto prigioniero sul fronte del monte Cavallo, venne incarcerato in Germania nel 1917.
Rimpatriato in Italia alla fine del conflitto, riprese il servizio militare in un reparto dell'esercito impiegato nella gestione dell'ordine pubblico, e si scontrò varie volte con movimenti socialisti.
Nell'aprile del 1919 aderì ai nascenti Fasci Italiani di Combattimento, partecipando attivamente alla campagna elettorale del Fascio di Milano per le elezioni politiche del 1919 come servizio d'ordine nei comizi e guardia del corpo di Mussolini.
Il 13 novembre venne arrestato a Lodi insieme ad Arpinati ed altri fascisti per aver sparato sulla folla e ucciso, al teatro Gaffurio, un socialista e feriti altri otto manifestanti che contestavano il comizio fascista.
Entrò quindi nel servizio d'ordine del movimento, con sede presso il Popolo d’ Italia e divenne squadrista, partecipando a numerosi scontri.
Nel novembre 1919 venne arrestato insieme a fascisti ed Arditi. Dopo il rilascio nell'agosto 1920 fu congedato dall'esercito.
Iscritto al Fascio di Combattimento di Bologna rifondato da Arpinati, prese parte all'assalto di Palazzo d'Accursio nel novembre 1920 e divenne uno dei più feroci squadristi bolognesi partecipando a numerose spedizioni in Provincia ed in Regione.
Per gli scontri con i socialisti, avvenuti a Forlì e a Rimini, venne nuovamente arrestato.
Dal novembre 1921 all'inizio del 1922, fu segretario del Fascio di Bologna. Nell’estate del 1922 partecipò all'occupazione di Ravenna (dove venne ferito), di Ancona e partecipò ai fatti di Parma.
Nell’ottobre del stesso anno fu a capo delle squadre d’azione bolognese che parteciparono alla Marcia su Roma.
Il 31 ottobre 1926 mentre era di scorta a Mussolini in occasione della sua visita a Bologna, il Duce subì un attentato da parte del quindicenne Anteo Zamboni. Il ragazzo venne linciato dalla folla e pugnalato dai militi fascisti della scorta: dell'uccisione di Anteo, Bonacorsi si sarebbe vantato pubblicamente nei giorni successivi al fatto. Per questo Bonacorsi venne accusato ed arrestato nel dopoguerra, ma poi prosciolto dalle accuse.
Laureatosi in giurisprudenza il 9 luglio 1928, aprì uno studio legale a Bologna e quindi, nel luglio 1932, per il suo legame amicale con Leandro Arpinati caduto in disgrazia agli occhi del Duce, venne arrestato, espulso dal Partito Nazionale Fascista e radiato dall’attività forense.
Quando iniziò la Guerra civile spagnola, Bonacorsi, che dal 1934 era stato riammesso nel partito per volontà dello stesso Mussolini, fu inviato dallo stesso Duce e dal Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, in missione "segreta" alle isole Baleari per sostenere i nazionalisti di Francisco Franco.
Volando a bordo dell'idrovolante “Santa Maria” sbarcò nelle isole Baleari il 26 agosto 1936.
Arrivato in terra iberica, assunse il nome "conte Aldo Rossi" (pseudonimo derivato dal rosso colore della sua barba), in spagnolo ”Conde Rossi”, dove assunse il comando di una formazione composta da truppe falangiste spagnole e dal reparto dei “Dragones de la Muerte” (corpo speciale creato da Bonacorsi e formato da una cinquantina di volontari vestiti e armati come gli Arditi italiani del primo dopoguerra), che arrivò a contare fino 2.500 volontari in pochissimo tempo.
Al comando della formazione assunse in breve tempo il controllo di Maiorca, entrando trionfalmente in città, con la celebre parata in groppa ad un cavallo bianco, il 6 settembre 1936. Successivamente, conquistò anche l’isola di Ibiza.
Terminata l'esperienza nella Guerra civile spagnola, dove si distinse per l'efferatezza delle sue rappresaglie contro i repubblicani "rossi", tristemente immortalate dallo scrittore francese Georges Bernanos nel libro I grandi cimiteri sotto la luna, nel 1938 venne nominato Console Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), vicecomandante superiore MVSN nei territori dell'Impero ed Ispettore generale delle camicie nere nell'Africa Orientale Italiana (AOI).
Durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla guerra in Somalia alla guida di un reparto costituito da 300 arditi.
Fu quindi fatto prigioniero dagli inglesi e trasferito in un campo di prigionia dell'India britannica.

Nel 1946 fu liberato ma, appena rientrato in Patria, fu di nuovo arrestato con l'accusa di aver partecipato all'omicidio di Anteo Zamboni, anche se nel novembre dello stesso anno fu prosciolto per insufficienza di prove.

Nel 1949 fondò e divenne presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti Italiani di Spagna (ANCIS) e aderì al Movimento Sociale Italiano.

La grafia del cognome conosce due varianti: Bonacorsi e Bonaccorsi. In tutti i documenti autografi e nelle intestazioni della carta da lettere del suo studio legale appare sempre la dicitura Bonacorsi, quindi in queste pagine è sempre stato usato questo cognome, ma in articoli di giornali o in opere di memorialistica e storiografia, compare molto più spesso Bonaccorsi.