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Il Teatro dei Burattini a Bologna

XVI secolo | oggi

Schede

Quella del teatro di figura è un’arte multiforme e oggi di ‘modi’ per fare i burattini ne conosciamo veramente tantissimi, come tantissime sono le tecniche di costruzione e di movimento determinate dalle differenti origini. La città di Bologna custodisce una tra le più antiche tradizioni di burattini, esperienza che ha poi influenzato numerose città limitrofe e addirittura altre regioni italiane. Il burattino classico bolognese è quello con la testa e le mani di legno e si anima grazie alla mano del burattinaio che agisce all’interno del vestito di stoffa, un abitino vuoto con un’apertura nella parte inferiore fatta per consentire l’inserimento della mano. Nel Cinquecento nascono, o per meglio dire rinascono, le principali maschere a carattere fisso grazie all’eredità delle Fabule Atellane, che a loro volta ebbero origine nell’Antica Grecia. Tra guitti circensi nelle piazze dei mercati e buffoni medievali nei vari castelli, prendono vita Zanni, Vecchi, Capitani, Servi, Servette e Amorosi, tutti personaggi fissati poi nel Settecento dalla riforma goldoniana, che influenzeranno molto anche il teatro dei burattini e delle marionette e, guarda caso, in quel periodo molti degli attori e attrici che li interpretano risiedono a Bologna eleggendola così a prolifico centro per i Comici dell’Arte. Figli della Commedia dell’Arte anche i burattini bolognesi recitano brevi farse a soggetto che andranno in seguito raffinando e perfezionando.

Se nel 1789 a Parigi scoppia la Rivoluzione Francese a discapito di regnanti e nobiltà, pare che a Bologna parallelamente si appronti una rivoluzione burattinesca a discapito delle marionette, forma di teatro di figura di estrazione nobiliare. Ancora oggi a Bologna si possono ammirare le marionette di una famiglia nobile nel Museo Davia Bargellini, rinchiuse in un sontuoso teatrino di foggia settecentesca ricoperto da pareti di cristallo. Le marionette si barricano nei palazzi perché nelle strade già imperversano le gesta dei burattini nati dal popolo! Se Napoleone Bonaparte dal canto suo limita con forza la libertà delle compagnie teatrali e vieta l’uso della maschera, attori e burattinai rispondono reinventando i personaggi che a volto scoperto continuano a calcare le scene e ad essere strumento di informazione e di satira contro il potere costituito, cristiano o laico che sia. Trionfa così, tra gli altri, l’eroe popolare Fagiolino il quale arriverà anche ad infiammare l’ardore patriottico dei bolognesi fino all’unificazione d’Italia. Da questo periodo in poi, grazie alla famiglia Cuccoli e ai loro allievi, il mestiere del burattinaio per antonomasia girovago diventa nella nostra città stanziale, consacrando quei personaggi destinati a diventare i protagonisti eterni del ‘casotto’. Come allora, ancora oggi i nostri burattini fanno uso sapiente del vernacolo petroniano miscelato a un ampio campionario di cadenze dialettali tipico delle maschere italiane, sempre alternate a interpretazioni in lingua italiana dei personaggi generici. I burattini bolognesi rappresentano un aspetto unico in campo teatrale che, nel tempo, si è fuso con la storia e con il patrimonio monumentale cittadino. Un’arte popolare che ancora oggi diviene strumento di racconto e confronto tra le generazioni e le differenti classi sociali. Il burattino veicola storie ed è custode della memoria e dell’essenza della bolognesità. L’impegno dei burattinai bolognesi del nuovo millennio e la sensibilità delle istituzioni cittadine evidenziano, dopo fasi di arresto e di decadenza, uno sviluppo sempre crescente di riqualificazione del teatro popolare dei burattini di cui anche i documenti qui riportati fanno parte.

I video realizzati in collaborazione con Burattini di Riccardo sono disponibili cliccando qui o nella sezione Multimedia di questa pagina.

Roberta Montanari, Riccardo Pazzaglia. Novembre 2022, in collaborazione con l'Associazione Burattini a Bologna Aps e del Museo Virtuale del Burattino Bolognese. Approfondimento realizzato in occasione della mostra Teste di legno a Carnevale, Museo civico del Risorgimento, 18 febbraio - 2 aprile 2023.