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Riccardo Fontana

4 Giugno 1840 - 2 Giugno 1915

Scheda

Riccardo Fontana nasce a Cento, il 4 giugno del 1840. Si iscrive in Accademia nel 1858 e vi resta fino al 1861; sin da principio si indirizza verso i corsi di Ornato, Decorazione, Architettura, Prospettiva e Paesaggio. Vince dei premi scolastici nel 1858-1859 per elementi di Disegno, di Ornato e Architettura e nel 1859-1860 per Decorazione ed elementi di Figura (una copia da una stampa). Nonostante ciò Fontana fatica ad emergere e in genere a lui si preferisce Alfonso Trombetti (1840-1892) per Prospettiva e Valentino Solmi per Decorazione. Al concorso accademico del 1862 è in lizza per il premio in Decorazione proprio con Solmi; il soggetto assegnato è Un ricco soffitto a scompartimenti stile 1600. Benché la commissione trovi “entrambi i disegni meritevoli di elogio”, e “la notevole facilità di tocco”, sia riconosciuta a entrambi i due giovani concorrenti, è Solmi ad avere la meglio. Il disegno di Fontana “in cui con infelice pensiero viene chiusa un'apertura nel centro con un arabesco a traforo, supposto di bronzo, di troppo minuto dettaglio e non conforme allo stile” non manca comunque di suscitare nella commissione “parole d'encomio e d'incoraggiamento”.

L'anno successivo però Fontana non partecipa alla Prima Esposizione delle Accademie dell'Emilia (1863), dove invece troviamo Solmi. Negli anni Settanta del secolo, mentre Gheduzzi, notevolmente più giovane, espone paesaggi alle mostre dell'Accademia, si trova traccia di Fontana solo nel 1870 quando presenta alla mostra della Protettrice Cascata delle Marmore (140 lire) e un Capriccio (140 lire). D'altronde ha cominciato la sua carriera al Teatro Comunale di Bologna dove, con Gaetano Malagodi, Luigi Busi e Annibale Marini, tra gli altri, lavora alle scenografie di Lucia di Lammermoor, di Gaetano Donizetti nel 1868, e poi nel 1869 in Valeria, di Edoardo Vera con Tito Azzolini e in Roberto il Diavolo, di Giacomo Meyerbeer. Nel 1871 è a Roma con Azzolini, Malagodi, Solmi, Luigi e Carlo Bazzani per un'edizione de Gli Ugonotti di Meyerbeer. Non lo ritroviamo a Bologna fino al 1879 quando si occuperà del Faust di Charles Gounod, probabilmente è una riedizione dello spettacolo già visto al Regio di Torino. Il trasferimento di Fontana nel capoluogo piemontese dev'essere avvenuto intorno ai primi anni Settanta del secolo e lì lavora in particolar modo con Augusto Ferri e poi con Ugo Gheduzzi, chiamato dallo stesso Fontana nel 1874. Vi è notizia di sue collaborazioni con altri teatri della città sabauda e italiani. Nel 1875, insieme a Ippolito Bonaveri, ottiene la Patente all'insegnamento del disegno nelle scuole tecniche, normali e magistrali, ma la sua attività rimane quella di scenografo. “Sue scene vennero spesso riprodotte su riviste dell'epoca, che tuttavia le tradussero in termini popolareschi da feuilleton che poco hanno a che fare con la raffinatezza dei gusti del Fontana” (Torino 1991, V.20, p. 473), raffinatezza che si può notare in alcuni suoi disegni pubblicati, per opere quali Ruy Blas, di Filippo Marchetti (Regio, 1871 o 1873), L'Africana, di Meyerbeer (Regio, 1875), Cleopatra, di Lauro Rossi (Regio, 1876), conservati al Museo teatrale del Teatro alla Scala. Altri suoi disegni sono conservati al Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca di Bologna (invv. PR 728, 4470, 1936, 1937,1938, 1939), a Roma, nella Raccolta teatrale del Burcardo e in collezione privata (proprietà Gheduzzi). Muore a Torino il 2 giugno 1915.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Atti 1860, p. 32; Atti 1862, pp. 32, 34; Società Protettrice 1870, nn. 6, 7; Atti 1873-74, 1874-75, 1875-76, p. 42; Thieme-Becker 1916, 12, p. 183; De Angelis 1938, p. 106; Cametti 1938, p. 534; Museo Teatrale alla Scala 1975, pp. 602-603; Viale Ferrero 1980, cap. VII, pp. 415-454; Bologna 1980, p. 268; Paganelli 1987, pp. 94, 95, 96, 107, 112; Torino 1991, pp. 391, 393, 456, 473-477, 482-483, 668; Giumanini 2002, p. 154; Crespellano 2010, pp. 11, 24-25..