Palazzo Rossini

Palazzo Rossini

Scheda

Il 7 novembre del 1822, per la somma di 4.150 scudi romani, Gioacchino Rossini acquistò dal Dottor Carlo Zanardi un palazzo in strada maggiore 243 (oggi 26), a fianco del palazzo del marchese Francesco Sampieri, influente rappresentante della nobiltà cittadina e amico di Rossini. Con il desiderio di poter ospitare in questa dimora i propri genitori, Giuseppe – detto Vivazza (1764-1839) e Anna Guidarini (1771-1827) e la moglie Isabella Colbran (1785-1845) che possedeva una propria villa di campagna a Castenaso. Rossini progettò di far realizzare una serie di modifiche nell’appartamento del primo piano dell’edificio chiudendo i portici sottostanti, che minacciavano di cadere, e ridisponendo l’ordine delle finestre in modo da rispettare la simmetria della facciata. Nonostante la richiesta formale alla Magistratura bolognese, datata 24 settembre 1823, i lavori di modifica iniziarono solo due anni e mezzo più tardi. Il Cardinal Legato Folicaldi, su richiesta del musicista, nell’autunno del 1824, riuscì a forzare la Magistratura affinché accettasse definitivamente la proposta di ristrutturazione da parte di Rossini. In questo documento sono presenti tutte le motivazioni che giustificano il progetto:

Eccellenza, Memore delle dichiarazioni fatte recentemente con la mia lettera alla Rispettabile Assenterai del Pubblico Ornato, ho l’onore di presentare all’Eccellenza vostra il Disegno che porta i due Prospetti della mia casa, uno cioè della Facciata principale che guarda la Strada Maggiore, e l’altro la Piazzetta denominata dei Leprosetti; ma poiché per rendere di miglior simmetrici principale Prospetto, e per collocare la Porta d’ingresso nel centro della Facciata renderebbe indispensabile la chiusura del Portico di Fianco, come addimostra il Disegno medesimo, così mentre domando rispettosamente che mi venga approvato un tale Disegno, da me gradito in preferenza ad alcuni altri anteriormente procuratimi, imploro eziandio la grazia di poter chiudere il Portico laterale, tanto più che colla chiusura medesima rimane tolto qualunque nascondiglio ai malviventi, che altronde si potrebbe verificare, e così qualunque impedimento ai confinanti vicini, siccome apparisse a colpo d’occhio dal Disegno medesimo. Mentre poi, qualora mi venga approvato il Disegno, sarà indispensabile di occupare qualche parte del suolo, e di aria, sia per la riduzione delle colonne a Pilastri, sia per la proiezione delle ringhiere, così egualmente ne imploro il necessario permesso, pronto esibendomi a soddisfare tutto ciò e quanto può occorrere a sentimento dell’Eccellenza Vostra, della Rispettabile Assunteria. Avendo per iscopo queste mie massime l’adornamento della città, e in una strada di tanto pregio, non dubito di essere in ogni parte secondato, e su questa fiducia passo all’onore di protestarmi devotamente,

Dell’Eccellenza Vostra Devmo Oblmo Servitore
Bologna li 24 settembre 1823
Gioacchino Rossini.

L’architetto a cui venne affidata la realizzazione del progetto fu Francesco Santini, che vi esegue anche alcune decorazioni ad affresco all'interno. Partito per Parigi, Rossini delegò il padre per concludere l’approvazione del progetto e la messa in atto della ristrutturazione che avvenne a partire dal luglio del 1825. Al termine dei lavori l’edificio, nobile e vasto, fu signorilmente decorato sulla facciata con un epigramma tolto dal primo libro del De officiis di Cicerone: “Non domo dominus - sed domino domus” e nel fianco due versi tolti dall’Eneide di Virgilio: “Obloquitur numeris septem discrimina vocum-Inter odoratum lauri nemus.

Dopo la morte del padre, Gioacchino Rossini non riuscì più a soggiornarvi per il dolore, e decise di venderlo e di non acquistare più alcun immobile a Bologna.

Angela Pierro, novembre 2016

Bibliografia: Rossini a Bologna: note documentarie: in occasione della mostra ‘Rossini a Bologna’, 29 febbraio- 1 aprile 2000: Accademia filarmonica, Sale dei carrati, Archiginnasio, Quadriloggiato superiore, a cura di Luigi Verdi, Bologna, Patron Editore; Le stanze della musica. Artisti e musicisti a Bologna dal '500 al '900, Milano, Silvana Editoriale.

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