Schede
Durante il ballo una dama al suo cavaliere: “Le piace il Valzer, signore?” Il signore, con abbandono: “Oh, ne vado matto, signora!” La donna con freddezza: “Perché non impara a ballarlo, allora?”
Nell’Ottocento saper ballare il valzer è un fatto culturale, frutto del vissuto storico, sociale ed economico nel quale questa danza nasce. Imparare a girare il valzer, così come imparare a ballare le altre danze di coppia, non significa solo eseguire bene i passi a tempo di musica, che di per sé risulta abbastanza semplice, ma va oltre la difficoltà tecnica, coinvolgendo la capacità di entrare in sintonia con un partner all’interno di una situazione pubblica. L’Ottocento, che è il secolo del romanticismo, delle grandi rivoluzioni, delle trasformazioni sociali e politiche, delle grandi scoperte scientifiche e tecnologiche, dà vita a tutti quegli avvenimenti che influiscono fortemente sul modo di vivere e di pensare e che permettono, in modo naturale, la nascita delle danze come espressione della società. Il ballo, requisito fondamentale al pari della conversazione, della lettura, della musica, diviene presto un importante veicolo di socializzazione per la borghesia. Molte sono le occasioni per danzare: feste pubbliche e private, feste cittadine, celebrazioni e anniversari, occasioni benefiche. Anche a Bologna le occasioni non mancano: le feste di Carnevale al Teatro Comunale, i veglioni al Teatro Brunetti e al Contavalli, le manifestazioni organizzate dalla Società del Dottor Balanzone, la Cuccagna di beneficenza, i balli realizzati i sabati e le domeniche prima del Martedì Grasso nell’attuale piazza Galvani e numerose altre feste in vari luoghi cittadini. Ma cosa si balla durante questi ritrovi? Per conoscere meglio le danze che diverte la società di allora vediamo le descrizioni direttamente dai documenti lasciati dai documenti storici:
Contraddanza – "Questo ballo ha tutta la vivacità del paese in cui ebbe origine, l’Italia, e dove prosegue ad essere la danza nazionale. I Francesi ne furono fanatici, e gli Inglesi la usano tuttora tant’è che è conosciuta come “contraddanza inglese” sebbene con manifesta ingiustizia. Per conservare la vivacità ed il brio della Contraddanza Italiana, occorrono almeno dodici coppie, un numero inferiore nuocerebbe all’esecuzione. Gli uomini si collocano tutti da un lato della sala sulla stessa linea retta, le donne si situano all’opposto in una stessa linea parallela a quella degli uomini, con uno spazio intermedio di tre passi. L’uomo e la donna che si trovano di fronte, si riconoscono come compagni del ballo; coloro che sono in cima alla fila cominciano la Contraddanza e, percorrendo tutte le coppie, vanno fino in fondo dove aspettano per ricominciare. Cambiando la disposizione delle coppie, sostituendo alle linee rette due grandi circoli con gli uomini all’esterno e le donne all’interno, si ha una nuova Contraddanza italiana di un più bello e incantevole effetto."
Valzer – "Questo ballo ha avuto la sua origine in Svizzera; i Tedeschi lo adottarono con affetto, e in poco tempo lo diffusero in tutta la Germania quasi naturalizzandolo. Ballato con esattezza, con decenza e con grazia, il valzer è certamente un simpatico divertimento, e serve a meraviglia come piacevole intermezzo alle contraddanze. È senza dubbio amabile cosa il vedere, nel fervore di un festino, quei giovani cinger mollemente colla destra la vita della graziosa or danzatrice, in atto di sostenerla anziché di abbracciarla, mentre ella sembra colla mano destra appoggiarsi all’omero del suo ballerino in atteggiamento di affettuoso abbandono."
Quadriglia – "La quadriglia si compone di otto persone, ossia quattro coppie di un uomo e di una donna (cavaliere e dama), collocate ai quattro lati della sala, tenendo ciascun uomo la sua donna alla propria dritta. Le figure e le combinazioni che formano l’insieme della danza, variano secondo il capriccio dei maestri compositori. Non potendo dare la denominazione minuziosa di tutte le quadriglie composte sino ai nostri giorni, ci limitiamo a spiegare le evoluzioni che formano una delle quadriglie più in uso e di bell’effetto, la Quadriglia Francese."
Polka – "Viene dall’Ungheria, ma è ritenuta una variante boema di una danza di origine polacca, come indica il suo nome. È un esercizio utilissimo, quasi indispensabile, composto da questi movimenti: 1 saltare leggermente sulla punta del piede destro, strisciando avanti la punta del piede sinistro, obliquando un poco a sinistra. 2 portare il piede destro dietro il sinistro. 3 strisciare la punta del piede sinistro avanti per circa quindici centimetri, obliquando a sinistra, quindi si porta il peso del corpo sulla gamba sinistra. 4 portare il piede destro dietro la caviglia del sinistro tenendolo sollevato, per trovarsi pronti a strisciarlo al cominciare della seconda battuta. Nella seconda battuta si eseguono gli stessi movimenti, ma partendo col piede destro. La dama partirà invece col piede destro alla prima battuta e col sinistro nella seconda."
Polka-Mazurka – "E' una danza graziosissima originaria della Polonia. Poiché è difficile ballarla nella sua forma pura a causa delle sue figure complicate, si è pensato di collegare il passo della mazurka con quello della polka, dando vita alla nuova danza, polka-mazurka. La musica è in tempo di ¾ come il valzer, ma di movimento più lento. Il passo si esegue in sei tempi, tre di mazurka e tre di polka, la posizione di partenza è simile alla polka: 1 strisciare per circa venti centimetri il piede sinistro lateralmente a sinistra portando il peso del corpo sulla gamba sinistra che si piegherà un poco. 2 accostare il piede il piede destro al sinistro sollevando quest’ultimo e stendendolo lateralmente. 3 saltare leggermente sulla gamba destra e portare il piede sinistro sollevato dietro la caviglia del destro. Gli altri tre movimenti sono quelli della polka già descritta."
Dalle descrizioni lasciate dai maestri di danza è chiaro quale sia la sensazione generale della società borghese, sostituire velocemente l’idea sociale del praticato minuetto -una danza dai piccoli passi di moda nel periodo barocco - con ambiziose proposte di ballo di coppia. Dal 1840 in avanti si contano infatti migliaia di composizioni di valzer, polke e polke-mazurke; i giovani chiedono queste nuove musiche per poter volteggiare liberamente nella sala da ballo, le danze di coppia sono alla moda. La società borghese ha poca voglia di tenersi per mano a debita distanza, come richiedeva il minuetto, e preferisce sperimentare con passione le nuove danze che coinvolgano desiderati abbracci e vorticosi giri di coppie. Fioriscono così tante scuole di ballo dove i maestri hanno la possibilità di insegnare ai propri allievi le nuove coreografie e i nuovi passi di danza. A Bologna il maestro certamente più noto, di fama internazionale, è Luigi Giovetti, che nella sua scuola di danza in via Santo Stefano ha fatto della danza nobile educativa, la sua missione perché secondo lui è l’unica che insegna il tempo, la cadenza, la misura, la posizione e il portamento di tutto il corpo. Giovetti ha una lunga carriera di successo, dà all’Italia e alle altre nazioni più di dodicimila allievi, portando nelle scuole e nei collegi del mondo l’importanza della danza nobile educativa che insegna e sperimenta alle famiglie più nobili di Bologna, dai principi Spada, alle marchesine Pepoli, alla famiglia Mazzacorati, alle contessine Ranieri, alla famiglia Malvezzi-Campeggi.
Alessia Branchi
In collaborazione con l'Associazione 8cento.