Palazzo Aldini Sanguinetti | Museo della Musica

Palazzo Aldini Sanguinetti | Museo della Musica

Scheda

Palazzo Sanguinetti è situato in strada Maggiore 34 e dal 2004 è sede del Museo Internazionale e Biblioteca della musica. Il nucleo originario di Palazzo Sanguinetti risale all’inizio del XVI secolo ed appartiene alla famiglia Loiani. Quando l’edificio viene acquistato nel 1569 dai fratelli Ercole e Giulio Riario si arricchisce di ulteriori ampliamenti. Il senatore Ercole Riario, appartenente al ramo bolognese di una famiglia di Savona imparentata con i Della Rovere, decide di acquistare terreni ed abitazioni circostanti il palazzo in modo da conferirgli una struttura unitaria ed uno stile architettonico che rispecchia i canoni estetici di quel momento storico. L’ulteriore ampliamento dell’edificio avviene nel 1798 circa da parte della famiglia Aldini, che ottiene di vivere nel Palazzo grazie ad un accordo di enfiteusi con il proprietario, il Marchese Raffaello Riario Sforza.

L’architetto Giovanni Battista Martinetti, di fatto, all’edifico attuale aggrega parte della casa confinante contente una torre medievale appartenuta alla famiglia Oseletti. Il grande salone cinquecentesco, che si trovava in corrispondenza dei due ambienti più ampi dell’odierno museo (la sala delle virtù e la sala delle feste), viene diviso ed abbassato in due stanze. Nel 1832 il Palazzo diviene di proprietà del celebre tenore Domenico Donzelli, il quale ospita Gioacchino Rossini durante la ristrutturazione della propria abitazione situata anch’essa in strada maggiore a distanza di pochi metri. Nel 1870 diviene di proprietà della famiglia Sanguinetti, ultimi proprietari del Palazzo prima della donazione di questo al Comune. Ai Sanguinetti si devono le più recenti decorazioni nella parte dell’edificio destinato a biblioteca, tra cui la Sala Egizia affrescata da Gaetano Lodi. Gli spazi esterni della proprietà, oltre a comprendere il magnifico scalone monumentale, sono costituiti da due cortili di diverse dimensioni. In quello più ampio e luminoso è presente un aiuola centrale dove con l’utilizzo di Convallaria japonica è riprodotto il logo del museo della musica, mentre il cortile di minor dimensione si caratterizza per la presenza di un paesaggio realizzato ad affresco sulla parete di fondo con prospettiva a trompe d’oeil realizzato da Luigi Busatti nell’Ottocento mentre l’architettura illusoria è realizzata da Francesco Santini. Anche questo cortile è decorato con una bordura sempreverde di Convallaria japonica.

Le decorazioni che vengono realizzate all’interno di Palazzo Sanguinetti, sotto la direzione del Martinetti, rappresentano una sorta di preziosissima antologia di stile neoclassico (tra il Settecento e l’Ottocento) e una delle più importanti testimonianze nella città di Bologna del periodo napoleonico. Vi partecipano i più importanti pittori dell’epoca. A Francesco Santini, già citato in precedenza, spetta anche la decorazione degli ornati della parete dello scalone probabilmente in collaborazione con Serafino Barozzi. Altri importanti artisti che vi partecipano sono: Pelagio Pelagi, Antonio Basoli, Vincenzo Martinelli, Domenico Corsino. Le pittore sono di altissimo livello e ben descritte nella guida del Museo da Paola Foschi. L’ultima erede della famiglia, Eleonora Sanguinetti, nel 1986, a ricordo del padre, dona la maggior parte dell’edificio al Comune proprio perché vi possa essere ospitata l’attuale biblioteca e museo. Dal 2006, inoltre, grazie alla presenza di questo museo internazionale, al Teatro Comunale, il Conservatorio intitolato a Padre Martini, l’Accademia filarmonica e soprattutto grazie alla nascita in questa città della prima facoltà universitaria che studia la musica, l’arte e lo spettacolo, cioè il Dams, Bologna viene insignita dall’Unesco come Città creativa della Musica.

Angela Pierro

Bibliografia: Bianconi Girolamo, Guida per la Città di Bologna e suoi sobborghi,  Tipografia S. Tommaso D'Aquino, 1845; Bologna: una reggia per la musica in: "Corriere Eventi", inserto del "Corriere della sera" del 10 maggio 2004; sito del Museo della Musica. In collaborazione con Diverdeinverde.

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