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I Monumenti antichi della Certosa di Bologna

1801 | 1880

Schede

Sono a tutti note le vicende cui, nel secolo scorso, andarono soggetti, in Italia, non pochi edifici sacri, e specialmente i conventi, per la legge della soppressione degli Ordini religiosi. Monumenti spesso insigni vennero così chiusi al culto e spogliati quasi sempre di tutte le opere d'arte e dei ricordi storici che, quando non entrarono a far parte delle collezioni dello Stato, andarono addirittura dispersi o emigrarono all'estero. Ben fortunata può, dunque, ritenersi Bologna se i monumenti, che arricchivano i suoi templi e i suoi conventi poi chiusi al culto o demoliti o soppressi, trovarono generalmente ospitalità o nella Pinacoteca Nazionale o nel Museo civico o in altre chiese della città. Non a tutti, però, è noto che, specialmente per il fatto che sul principio del secolo scorso non vi erano a Bologna veri e propri musei di antichità, molti monumenti -sia di pittura, sia di scultura di carattere prevalentemente funerario- vennero trasportati nella Certosa (Cimitero comunale), dove furono collocati in alcuni ambienti che da essi presero appunto il nome di “Chiostrino delle Madonne”, “Chiesetta delle Madonne”, “Sala del 1200”, “Sala del 1300”, “Sala del 1400”, “Chiostro del 1500”, “Sala del 1600”, “Sala del 1700”. Alla fine del secolo scorso e in questo attuale, però, non pochi di tali monumenti hanno di nuovo emigrato o perchè ricollocati nelle chiese in cui stavano originariamente o perchè trasportati in altre località ritenute più opportune. Anche di questi ultimi crediamo non sia del tutto inutile dare qui l'elenco, prima di soffermarci sui monumenti conservati tuttora in Certosa.

Arca ritenuta dei ss. Zama e Faustiniano, primi vescovi di Bologna – dalla Abbazia dei ss. Naborre e Felice; ora in S. Stefano, nello spazio davanti alla chiesa del Crocifisso (trasportatavi nel 1904).
Lastra sepolcrale di Giberto Pio dall'Annunziata, cui fu restituita nel 1949.
Lastra sepolcrale di Giovanni Girolamo Sbaraglia - dall'Annunziata; ora in S. Francesco (trasportatavi nel 1917).
Monumento sepolcrale di Giambattista Teodosio dall'Annunziata, venne trasportato prima alla Certosa, poi (1909) in S. Francesco, e, infine (1948), ricollocato nell'Annunziata.
Lastra sepolcrale di Giacomo Venenti – dall'annunziata ora in S. Francesco.
Lastra sepolcrale di Geremia Angelelli dalla chiesa di S. Girolamo della Certosa (originariamente in S. Bartolomeo di Palazzo), ora nel Museo civico.
Lastra sepolcrale di Giovanni da Legnano da S. Domenico, ora nel Museo civico.
Monumento sepolcrale di Vianesio Albergati seniore (adibito, poi, a tomba di Francesco Albergati Capacelli) da S. Francesco, ivi ricollocato (1903).
Monumento sepolcrale di Vianesio Albergati iuniore da S. Francesco, ivi ricollocato (1903).
Monumento sepolcrale di Alessandro V da S. Francesco, ivi ricollocato (1889).
Lastra sepolcrale di Alessandro Bottrigari - da S. Francesco; ivi ricollocata (1915).
Lastra sepolcrale anepigrafe, figurata, di Ercole Bottrigari - da S. Francesco, ivi ricollocata (1915).
Monumento sepolcrale di Galeazzo Bottrigari da S. Francesco, ivi ricollocato (1915).
Memoria di Giacomo Bottrigari - da S. Francesco, ivi ricollocata (1915).
Lastra sepolcrale di Andrea de' Buoi - da S. Francesco; poi nel Museo civico; e infine (1952) ricollocata in S. Francesco.
Memoria di Francesco De Marchi da S. Francesco; ivi ricollocata (1915); distrutta nel 1948.
Monumento sepolcrale di Pietro Fieschi (adibito, poi, a tomba di Piriteo Malvezzi Lupari) - da S. Francesco, ivi ricollocato (1906).
Memoria posta da Bonaparte Ghisilieri alla moglie Isotta Calderini da S. Francesco, vi ricollocata (1917).
Lastra sepolcrale di Giacomo Guarini da S. Francesco, ora nel Museo civico.
Monumento sepolcrale di Bartolomeo Maggi - da S. Francesco; ivi ricollocato (1917).
Lastra sepolcrale di Michele da Bertalia da S. Francesco, poi nel Museo civico; e infine (1952) ricollocata in S. Francesco.
Memoria di Annibale Monterenzi - da S. Francesco; ivi ricollocata.
Lastra sepolcrale di Pompeo Pellegrini - da S. Francesco, ivi ricollocata.
Arca di Rolandino dei Romanzi - da S. Francesco; ivi ricollocata (1888).
Lastra sepolcrale di Paolo e di Girolamo Scriba da S. Francesco; ora nel Museo civico.
Monumento sepolcrale di Alessandro Zambeccari da S. Francesco; ivi ricollocato (1926).
Lastra sepolcrale di Bernardino Zambeccari da S. Francesco; ora nel Museo civico.
Memoria di Azone dalla chiesa dei ss. Gervasio e Protasio; ora in S. Francesco.
Monumento sepolcrale di Bonandrea de' Bonandrei - da S. Giacomo Maggiore; ora nel Museo civico.
Lastra sepolcrale di Pietro Cerniti da S. Giacomo Maggiore; ora nel Museo civico.
Monumento sepolcrale di Giuseppe Arnolfini - da S. Giovanni in Monte; ora in S. Francesco.
Monumento sepolcrale di Antonio Bolognetti da S. Giovanni in Monte ora in S. Francesco.
Lastra sepolcrale di Domenico Maria Ercolani - da S. Giovanni in Monte; ivi ricollocata.
Lastra sepolcrale di Francesco Dosio (già parte della tomba di Bonandrea de Bonandrei) - da S. Maria dei Servi (originariamente in S. Giacomo Maggiore); ora nel Museo civico (trasportatavi nel 1949).
Lastra sepolcrale di ser Antonio da cha Zane - da S. Maria dei Servi; ora nel Museo civico.
Lastra sepolcrale di Stefano Bargellini - da S. Maria della Misericordia; ora in S. Francesco (trasportatavi nel 1928).
Monumento sepolcrale di Gio. Maria de Giorgi - da S. Maria della Neve; poi (1950) consegnata al Parroco di S. Maria delle Muratelle.
Lastra sepolcrale di Graziolo Accarisi - da S. Michele dei Leprosetti; ora nel Museo civico.
Monumento sepolcrale del duca di Baviera Giovanni di Cristoforo da S. Petronio; ivi ricollocato (1901).
Lastra sepolcrale di Giovanni Piccolpassi da S. Procolo, smarrita.
Arca di Camillo Bertuccini da S. Stefano; ivi ricollocata (1904).
Arca già degli Orsi, poi dei Banzi da S. Stefano; ivi ricollocata (1904).
Antica lastra sepolcrale cristiana di "Gaudentius" - dalla chiesa di Tutti i Santi (già nel Cimitero di S. Priscilla di Roma); ora nel Museo civico.
Antica lastra sepolcrale cristiana di "Marciana" dalla chiesa di Tutti i Santi (già nel Cimitero di S. Ciriaco di Roma); ora nel Museo civico.
Antica lastra sepolcrale cristiana di "Urbicus" - dalla chiesa di Tutti i Santi (già nel Cimitero di S. Agnese di Roma); ora nel Museo civico.
Antica lastra sepolcrale cristiana di "Cantabria" - di provenienza ignota; ora nel Museo civico.
Due statue di S. Nicola di Bari e di S. Domenico da S. Domenico, ora nel Museo civico.
Due Croci - l'una già nel trivio di via Barberia, l'altra già nella Piazza del Mercato; ora nel Museo civico.
Gruppo della "Pietà", in terracotta policromata, attribuito a Camillo Mazza (sec. XVII) dall'ex convento dei Cappuccini (oggi Villa Revedin, in via Codivilla); ora nella chiesa dei Padri Cappuccini di Lugo.
Busto marmoreo di Clemente XI dal Fonte Urbano ora nell'Accademia clementina di Bologna
Affresco con testa di Madonna dalla chiesa di S.Maria del Monte ivi ricollocata (1950).

Monumenti rimasti nella Certosa | Sono, così, restati in Certosa poco più di un centinaio di monumenti: di essi si era, purtroppo, generalmente perduto qualsiasi ricordo riguardante l'originaria ubicazione che, però, è stato a noi quasi sempre possibile antichi patrii scrittori stabilire mercè lunghe e pazienti ricerche condotte su vecchie carte e in antichi patrii scrittori. E' una pagina, dunque - oseremmo dire piena di fascino e di poesia - che viene ad aggiungersi, con questa nostra ricerca, al gran libro della storia civile e religiosa di Bologna; una pagina alla quale potranno con fiducia attingere quanti hanno vivo il culto della storia cittadina. E' - ci si permetta pur di dire una miniera preziosa, nella quale gli studiosi potranno con uguale fiducia aggirarsi alla ricerca di ogni antica memoria di cui queste pagine vogliono appunto serbare il ricordo non solo per oggi ma anche per il domani più prossimo e più remoto. Il carattere di questa rivista e la tirannia dello spazio non ci permettono, purtroppo, di notare i singoli monumenti sepolcrali, onorarii e varii qui sparsi un po' dappertutto. Dei monumenti sepolcrali ricorderemo, tuttavia, soltanto i quattro seguenti:

(nella facciata della chiesa di S. Girolamo) Marmo sepolcrale di Rinaldo Duglioli, già in S. Paolo in Monte. Esso fu ricavato, nel 1571, da un altro marmo sepolcrale, del rabbino Gioabbo da Rieti, già nel Cimitero antico degli Ebrei, che venne segato in due nel senso della grossezza, radendo l'iscrizione di una delle facce per scolpirvi quella del Duglioli. L'altra parte del marmo è ora conservata nel Museo civico di Bologna.
(nel corridoio attiguo alla "Sala del 1600") - Memoria sepolcrale di Giovanni Pico ultimo de' Principi della Mirandola, già nel Convento de' Cappuccini o Monte Calvario.
(Nella "Sala del 1600") - Monumento sepolcrale di Maria Barberini Duglioli, già in S. Paolo in Monte. Iscrizione ricordante che "In questo loculo è il capo del pittore bolognese Gian Gioseffo Dal Sole (1654-1719) qui racchiuso verso il 1870 insieme con quelli di Luigi Ferdinando Marsili e di Guido Reni trasportati nel 1950 in S. Domenico a cura dell'Accademia Clementina e del Comitato per Bologna storica e artistica".

Vanno, infine, ricordati i seguenti monumenti:
(nella chiesa della Certosa, cappella dell'Annunziata) - Affresco di Amico Aspertini, rappresentante S. Bernardino da Siena, a figura intera. Era sotto il portico della distrutta chiesa del Buon Gesù in via S. Mamolo. Affresco di Leonardo Ferrari, rappresentante S. Antonio di Padova col Bambino. Da S. Maria della Neve
(nella chiesa della Certosa, cappella di S. Giovanni Battista) Tavola a tempera di ignoto del secolo XV. Rappresenta S. Francesco di Assisi fra i ss. Ludovico da Tolosa e Bernardino da Siena; in basso sono le figure dei committenti. Dal convento di S. Bernardino, soppresso nel 1799.
(alla base del campanile) - Affresco, attribuito a Galasso da Ferrara, rappresentante la Vergine col Bambino ed angeli. Da S. Maria del Monte.
(nella "Cappella delle Madonne") - Alcuni affreschi frammentati, di varie provenienze , fra i quali sono notevoli i seguenti: l'Incoronazione della Vergine, attribuita a Michele di Matteo; la "Madonna delle Asse" (tela), in un'ancona di macigno di fattura del Formigine (già in una cappella in via delle Asse). (nel "Chiostrino delle Madonne") - Altri affreschi, di varie provenienze, rappresentanti la Madonna (da S. Tommaso Apostolo di Strada Maggiore , da S. Francesco, da S. Andrea dei Piatesi, da S. Maria di Miramonte, dalla chiesa dei ss. Gervario e Protasio, da S. Maria della Natività, da S. Maria della Neve: quest'ultimo affresco è sulla parete interna della scala che immette alle Tombe Pallavicini. Un altorilievo quattrocentesco di arenaria rappresentante la Madonna delle Grazie (dalla chiesa omonima). Una statuetta marmorea trecentesca della Vergine col Bambino (dalla chiesa di S. Maria di Betlemme o del Carobbio). Quattro medaglioni di macigno - due dei quali coi simboli degli Evangelisti Matteo e Luca e gli altri due con le figure di S. Bernardino e di S. Domenico - già nella facciata della Cappella della Croce che sorgeva in Piazza Ravegnana. Medaglione di macigno, con una mano in atto di benedire. Gli scrittori di cose patrie lo dicono proveniente dalle "Catacombe di Valverde fuori di Porta San Mamolo". Fu, poi, murato nella facciata della chiesa della Madonna del Monte, donde fu qui trasportato.

FERDINANDO RODRIQUEZ

Testo tratto da 'I monumenti antichi della Certosa di Bologna', in 'Strenna storica bolognese', 1954.