Schede
Ampiamente descritto negli articoli trattanti il concorso per il Monumento all'8 agosto 1848 su “Il Resto del Carlino”, il bozzetto di Montaguti, ai più inedito, è l'unico apprezzato dall'ingegnere Giuseppe Ceri sulla sua “Striglia” (rivista dal taglio polemico di cui era direttore e redattore unico da oltre quindici anni).
Sin dal 1895 fu istituito un comitato presieduto da Dioscoride Vitali, docente di chimica farmaceutica all'ateneo bolognese, con l'intento di realizzare un monumento in ricordo dei caduti dell'8 agosto 1848. Si voleva così celebrare l'insurrezione popolare che aveva portato alla cacciata delle truppe austriache da Bologna. Aperta una sottoscrizione pubblica per ricavare i fondi necessari, venne bandito un primo concorso. Il bozzetto scelto dal comitato ed esposto al pubblico il 16 gennaio 1898 non risultò gradito in quanto mal rappresentava l'eroica vittoria. Il lavoro, opera dello scultore Carlo Monari, consisteva infatti in un obelisco alla cui base si appoggiava un leone ferito. Esaudendo i desideri del comitato che voleva erigere il monumento nel cinquantenario della gloriosa ricorrenza, il consiglio comunale deliberò la posa della prima pietra della futura opera nel luogo prescelto, il cosiddetto Ferro di Cavallo sulla Montagnola dove si erano svolte le fasi conclusive della battaglia risorgimentale. Da questi avvenimenti seguiranno varie proposte sia per il sito sia per la tipologia dell'atteso monumento. Fra esse si ricorda il progetto di Attilio Muggia con Tito Azzolini e l'obelisco del citato Giuseppe Ceri. La scelta del luogo appropriato era talmente sentita e infiammata da polemiche da persuadere il comitato a indire un referendum popolare il 27 gennaio 1901 nella sede della Borsa di Commercio. La posizione indicata non soddisfaceva infatti parte della cittadinanza ma il responso sarà a pieno favore del Ferro di Cavallo.
Riprese le sottoscrizioni, il comitato bandisce ai primi di luglio del 1901 un secondo concorso riservato ad artisti bolognesi di nascita o residenza. I bozzetti, eseguiti in gesso o legno, dovevano avere dimensioni non inferiori a un ottavo dell'opera compiuta ed essere consegnati entro il 15 ottobre. La spesa complessiva non doveva superare la somma di 30.000 lire, compenso molto esiguo se confrontato con quello, già modesto, del Monumento Garibaldi. Puntualmente “Il Resto del Carlino” offre notizie dettagliate sui concorrenti e sui loro bozzetti, pubblicandone anche i disegni. Si conoscono così i nomi dei nove partecipanti: il Ceri con due progetti, Ettore Sabbioni, Arturo Colombarini, Giuseppe Romagnoli, Pietro Veronesi, Gaetano Samoggia, Pasquale Rizzoli, un anonimo con lo pseudonimo di Bononia vincit e Montaguti. Dal 19 al 21 ottobre i bozzetti vengono esposti nel cortile dell'Archiginnasio. Sottoposti al giudizio del pubblico, che apprezza maggiormente il gruppo di Rizzoli ma si sofferma anche sui lavori di Romagnoli e di Montaguti, sono preda dei commenti sferzanti del Ceri stesso sulla “Striglia”. La commissione, presieduta dallo scultore e senatore Augusto Rivalta e composta dagli ingegneri Ettore Lambertini e Antonio Zannoni, dal pittore bolognese Alberto Fabbi, dallo scultore ravennate Alessandro Massarenti e dal critico d'arte Enrico Panzacchi, sceglie il bozzetto di Rizzoli. Unica condizione posta dalla giuria all'artista è l'imprescindibile semplificazione del progetto al solo gruppo plastico del popolano trionfante sul nemico riverso al suolo. Come in ogni concorso le polemiche non si fanno attendere. Gli artisti criticano i criteri usati nella designazione, non coerenti a quelli previsti dal bando di concorso, mentre Ceri sulla “Striglia” incalza con polemica venata di sarcasmo. Placati gli animi, il comitato, forte del favore della giunta comunale e del giudizio del pubblico, affida il 19 dicembre l'incarico a Rizzoli.
La giuria, come ricorda Antonello Nave nel suo saggio su “Il carrobbio”, apprezza le qualità del lavoro di Montaguti ma giudica l'opera non idonea. Fonte di ispirazione per il gruppo scultoreo sono i versi 21 - 28 dell'ode Nel vigesimo anniversario dell'VIII Agosto MDCCCXLVIII (Giambi ed Epodi I, 4) di Giosuè Carducci. L'artista, stando a “Il Resto del Carlino”, riporta sul basamento la parte del componimento per lui più indicativa: «Abbiamo vinto / Disse, chinato sopra il sen trafitto / Del compagno, il compagno. A le parole / Pallido ei rise, e su i cubiti ritto / Salutò il sole». Fedele ai versi, Montaguti modella quattro popolani al cui centro pone un quinto uomo nudo, il quale, con un'espressione orgogliosamente intensa, reca col braccio destro la bandiera mentre col sinistro inneggia alla libertà. In questo personaggio si può scorgere l'allegoria del popolo bolognese liberato. La sua nudità non è particolarmente gradita (o capita) da Ceri che ironicamente consiglia all'artista di non mettere in mostra «alle ragazze degli eroi sbracati» e di lasciare «certi gingilli ch'han timor dell'ugna» al Giambologna. Ai piedi della figura allegorica lo scultore plasma un uomo ferito che si china a dare l'ultimo saluto al compagno morente, mentre fieramente ritti e impavidi stanno gli altri due popolani. Questa parte della composizione, ricca di espressività ed emozione, è invece apprezzata da Ceri che elogia la capacità di Montaguti nel rendere la gloria del sacrificio per la libertà della patria. Esaltandone la mancanza di farsa caricaturale così commenta sulla “Striglia”: «È la rappresentazione vera, schietta d'un manipolo di popolani vittoriosi nella difesa delle patrie mura. È l'eroismo antico greco». Nella critica all'opera fornisce anche alcuni dati tecnici come l'altezza del bozzetto e quella del monumento finito, rispettivamente metri 1,35 e 11,60. Unico limite rilevato è il preventivo richiesto dall'artista, superiore alla somma stabilita.
Federica Fabbro
Testo tratto da: F. Fabbro, Silverio Montaguti (1870 - 1947), Bononia University Press, 2012. Bibliografia: Il concorso pel monumento alla giornata dell'8 agosto 1848. La presentazione dei bozzetti, “Il Resto del Carlino”, 16 - 17 ottobre 1901; Pel monumento dell'VIII agosto, “Il Resto del Carlino”, 18 - 19 ottobre 1901; Il concorso pel monumento alla giornata dell'8 agosto 1848, “Il Resto del Carlino”, 20 - 23 ottobre 1901; G. CERI, Guida critico - satirica dell'esposizione dei Bozzetti per il Monumento all'8 Agosto 1848, “Striglia Bolognese”, supplemento al n. 3 (1901); Il Monumento all'8 Agosto 1848. Relazione storica sull'operato del comitato esecutivo pel monumento inaugurato il XX settembre MCMIII in Bologna, Bologna, s.e. Tipografia P. Cuppini Succ. Cenerelli, 1904; A. NAVE, Per un monumento all'Otto agosto. Il concorso bolognese del 1901 e l'opera di Pasquale Rizzoli, “Il carrobbio”, XXXI (2005), pp. 281 – 298; F. FABBRO, Silverio Montaguti un artista ritrovato, tesi di laurea, relatore Prof. M. DE GRASSI, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2007 – 2008, pp. 22 – 25.