Schede
L’attuale Liceo “Laura Bassi” fu istituito il 25 gennaio 1860 come Scuola Normale Femminile per allieve maestre, a seguito di un Decreto del Governatore delle Regie Provincie dell’Emilia (Farini), poi ribadito il 31 luglio dello stesso anno da un Decreto a firma Vittorio Emanuele, che ne dispose l’entrata in vigore dall’anno scolastico 1860-1861. Il 1° gennaio 1861 la Scuola Normale iniziò le sue lezioni - con una sola classe di 28 alunne frequentanti, dai 15 ai 32 anni - nella sede di via Barberia n°22 (Casa Zambeccari), ma già all’inizio dell’anno scolastico 1861-1862 le lezioni si tenevano in un locale del Conservatorio dei SS. Gioachino ed Anna, ovvero dell’Istituto di Sant’Anna in via Sant’Isaia n°35, dove la scuola fu trasferita stabilmente dall’anno scolastico 1862-1863. È la stessa sede che occupa ancora oggi.In funzione della scuola, il 1° ottobre 1861 si aprì anche un convitto per le allieve maestre, che dal 1863 fu allogato negli stessi locali di via Sant’Isaia n°35.In origine il corso Normale era triennale, con esame d’ammissione, ma dal 1870 fu introdotto anche un corso preparatorio biennale, che dal 1889 divenne triennale e dal 1895 fu denominato “corso complementare”. Nel 1891 un Decreto Reale intitolò la scuola alla scienziata e docente bolognese Laura Bassi (1711-1778), nel cui magistero si riconobbe un modello da proporre alle alunne, che aspiravano a divenire a loro volta docenti. Senza mai mutare nome la Scuola Normale fu trasformata nel 1923 in Istituto Magistrale, e fino al secondo dopoguerra ospitò come nel passato corsi inferiori (quadriennali) e corsi superiori (triennali); infine nel 1999 divenne un Liceo, che oggi si articola in Liceo Linguistico, Liceo delle Scienze Umane, Liceo Economico Sociale e Liceo Musicale.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la scuola annoverava 7 classi dei corsi Normali, per un totale di 236 allieve maestre, che crebbero poi fino alle 328 alunne in 10 classi nell’anno scolastico 1916/1917, e alle 340 alunne del 1917/1918, trentatre delle quali, peraltro, trasferitesi solo temporaneamente a Bologna dai territori conquistati dagli Austriaci o da quelli limitrofi dopo il disastro di Caporetto.Esclusivamente femminile, la R. Scuola Normale “Laura Bassi” non contribuì naturalmente allo sforzo bellico con i suoi studenti né con il suo personale, fatta eccezione per l’unico professore richiamato, il docente di Lettere Ezio Chiorboli. Ugualmente intenso fu però il contributo di insegnanti e alunne: la professoressa Gida Rossi, docente di Storia e Geografia, fu Ispettrice generale dell’Ufficio per Notizie alle famiglie dei Militari di terra e di mare, con compiti di coordinamento, collegamento e controllo degli uffici decentrati, per i quali alla fine della guerra fu insignita di medaglia d’oro; quanto alle alunne, esse si distinsero - oltre che nelle altre attività (contributi in denaro, sottoscrizioni…) in cui venne coinvolta l’intera società civile - sia nella collaborazione volontaria allo stesso Ufficio Notizie, che valse alla scuola la medaglia di bronzo, sia nel confezionamento di scaldarancio e soprattutto di migliaia di capi di vestiario per i militari al fronte e, dopo Caporetto, per le famiglie rurali, sia nell’attività spontanea prestata per la cura e l’abbellimento delle tombe dei militari alla Certosa, sia infine – più indirettamente ma non meno dolorosamente - nel sacrificio di almeno 18 dei loro giovani fratelli, caduti al fronte.Nell’immediato dopoguerra, inoltre, un’altra insegnante, Ida Folli, che insieme alla sorella Teresa – responsabile del reparto telegrammi presso l’Ufficio Notizie - aveva tenuto per tutto il conflitto una fitta corrispondenza con militari al fronte (ora al Museo civico del Risorgimento), realizzò nell’aula di Disegno della scuola un “Pantheon degli eroi”, componendo le immagini dei più celebri eroi e martiri irredentisti (Decio Raggi, Francesco Baracca, Nazario Sauro, Fabio Filzi, Damiano Chiesa), ottenute dalle famiglie, insieme alle fotografie dei parenti delle alunne morti in guerra.
Maria Giovanna Bertani