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Veduta delle cascatelle di Tivoli

ante 1820

Schede

La fortuna del motivo vedutistico offerto dalla cittadina di Tivoli é stato enorme a partire dalla metà del Seicento. Sul soggetto, particolarmente pittoresco per il contrasto tra il romantico scenario naturale offerto dalle cascate e quello classico suggerito dai ruderi romani, si era esercitato piu volte Dughet, proponendo, tra l’altro, nella Veduta di Tivoli, ora al King’s College di Newcastle-upon-Tyne, un punto di vista dal basso e ad orizzonte rialzato, destinato ad avere grande fortuna nei primi decenni dell’Ottocento. Tutti gli artisti stranieri residenti o di passaggio per Roma non hanno mancato di confrontarsi con il motivo vedutistico offerto dalle cascate di Tivoli, anche per soddisfare la richiesta di souvenir pittorici da parte dei viaggiatori. Era questo il privilegiato campo d’azione degli artisti francesi e nordici che, sulla scia della lezione di Valenciennes e dell’esempio di Granet, hanno dato nuova linfa alla tradizione del vedutismo di Roma e dei suoi dintorni con un’inedita attenzione allo studio dal vero della luce e dei colori. Con la presente opera, databile prima del 1820 per la foggia dei vestiti dei personaggi in primo piano, Bassi si inserisce a pieno titolo nell’autorevole cerchia di artisti della "generazione del ’14". A Bologna tali esiti erano guardati con un certo sospetto, non solo per la sfacciata brillantezza cromatica, ma soprattutto per la verità descrittiva dell’immagine, sulla quale l’artista ha evitato di intervenire con correzioni mentali. Per Bassi infatti la classicità del risultato pittorico è già garantita dalla scelta del luogo, sia per gli aspetti naturali che per quelli luministici e architettonici, copiati con assoluta fedeltà. D’altra parte l’artista sembra attento a calibrare la composizione per riservare medesimo peso pittorico allo spettacolo naturale delle cascate e a quello storico delle architetture. Seguendo inoltre il braccio del viaggiatore, lo sguardo della figura femminile, e di chi osserva il dipinto, è guidato verso il Tempio della Sibilla, in alto a destra, dove un gruppo di fanciulle in abiti antichi si esibiscono in una danza. Quest’ultimo elemento di fantasia, inserito dal pittore nell’irnpianto realistico del quadro, risponde al sentimento di persistenza vitale dell’eredità nella realtà contemporanea di Roma, che é tratto distintivo di una maniera romantica di sentire la classicità.

Claudio Poppi

Giovanbattista Bassi (1784 - 1852), Veduta delle cascatelle di Tivoli, olio su tela, cm. 84x69,2. Inv: 5080 (H-98; F/3564; 90896). Bologna, Galleria comunale d’arte moderna - MAMbo Collezioni storiche. Storia: entrato nella Biblioteca dell’Archiginnasio nel 1853; ritirato ed esposto nella Sala F di Villa delle Rose nel 1925; trasferito nel deposito delle sale ex Prefettura a Palazzo d’Accursio nel 1935; concesso in deposito per l’arredo degli uffici del Palazzo dei Tribunali nel 1936; ritirato e collocato a Villa delle Rose nel 1978; concesso in deposito per l’arredo degli uffici dell’Assessorato alla Cultura nel 1984; ritirato e collocato nei depositi della Galleria nel 1988. Esposizioni: Bologna, 1988. Bibliografia: C. Poppi, in L’Ottocento ritrovato, 1988, fig. 12, p. 6. Testo tratto da "Collezionisti a Bologna nell’Ottocento: Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi, Bologna, 1994.