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Tribunale militare di guerra

1943 - 1945

Schede

Il 26.1.1944 i partigiani Ermanno Galeotti, Bruno Pasquali e Remigio Venturoli giustiziarono Eugenio Facchini, segretario provinciale del PFR di Bologna. Il 28.1 “il Resto del Carlino” scrisse che nella notte si era riunito il Tribunale straordinario militare.

Il 29 il giornale pubblicò un comunicato ufficiale che così iniziava: «Convocato dal Comando militare regionale si è riunito nella notte di giovedì il Tribunale militare di guerra». Il 10.11.1943 il governo della RSI aveva istituito i Tribunali militari territoriali che avevano il compito di giudicare, in base al codice di guerra, reati connessi alle cose militari.
Questo tribunale a Bologna era presieduto dal gen. Cesare Corvino. Procuratore militare era il col. Giuseppe Gasperini. Questi ufficiali furono in seguito avvicendati.
Cosa fosse il Comando militare regionale - di cui scrisse il giornale - non si sa anche se, quasi certamente, era quello della GNR, una delle tante milizie della RSI. Sicuramente non dipendeva dall’esercito della RSI. Negli ultimi tempi della RSI questi tribunali furono gestiti direttamente dal capo della provincia, com’era chiamato allora il prefetto.
Il tribunale che operò il 28 gennaio era presieduto dal generale della GNR Ivan Doro e composto dai tenenti colonnelli Roberto Morelli e Umberto Petroncini. L’avvocato Giovanni Battista Cosimini fu il pubblico accusatore.
Furono processate 10 persone, - 5 delle quali detenute nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) e le altre nella Rocca di Imola - con la generica accusa di antifascismo. Al termine del procedimento - svoltosi in assenza degli imputati e degli avvocati difensori – fu emessa questa sentenza: «Per avere dal 25 luglio 1943 in poi, in territorio del Comando militare regionale, con scritti e con parole, con particolari atteggiamenti consapevoli e volontarie omissioni e con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato di conseguenza l’atmosfera del disordine e della rivolta e determinato gli autori materiali dell’omicidio a compiere il delitto allo scopo di sopprimere nella persona del Caduto il difensore della causa che si combatte per l’indipendenza e l’unità della patria».
La sentenza rispecchiava le direttive contenute nell’ordine scritto che Alessandro Pavolini, segretario nazionale del PFR, aveva inviato l’8.11.1943 ai segretari provinciali del PFR. Diceva: «Ordino alle squadre di Partito, sulla responsabilità dei dirigenti Federali e d’intesa coi Capi delle Provincie, di procedere all’immediato arresto degli esecutori materiali o dei mandanti morali degli assassini di fascisti repubblicani ogni volta che l’uccisione si verifichi. Previo giudizio dei Tribunali straordinari (previsti dalle leggi speciali del tempo di guerra) che dovranno entro 24 ore essere nominati sul posto e giudicare detti esecutori o mandanti, siano passati per le armi dalle squadre. Per i mandanti morali intendo i nemici dell’Italia e del Fascismo responsabili dell’avvelenamento delle anime e delle connivenze con l’invasore. Il fascismo repubblicano non fa rappresaglie, ma giustizia e soffocherà con energia ogni criminoso attentato di guerriglia civile da parte degli emissari del nemico».
Furono condannati a morte: Alfredo Bartolini, Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini, Silvio Bonfigli, Cesare Budini, Ezio Cesarini, Francesco D’Agostino, Zosimo Marinelli e Luigi Missoni. Sante Contoli ebbe una condanna a 30 anni.
Vennero fucilati al Poligono di tiro di Bologna il 27.1.1944, meno Missoni, la cui condanna fu commutata in 30 anni. Missoni perse la vita il 17.12.1944 nel carcere di Castelfranco Emilia (MO), durante un bombardamento aereo. Consoli fu deportato a Mauthausen (Austria) e qui morì nell’aprile 1945.
I bolognesi erano stati scelti da Franz Pagliani (il quale dirà in seguito che la scelta era stata fatta dal vice federale Pietro Torri a sua insaputa) e pare anche da Enrico Cacciari. La scelta degli imolesi fu fatta dal gruppo che dirigeva il PFR.
Il 7.1.1947 Ivan Doro fu processato a Bologna e amnistiato «in quanto comandato dal suo superiore generale Magaldi» a presiedere il tribunale. Pagliani il 19.3.1948, a Perugia, fu condannato a 24 anni di reclusione e amnistiato. Nei venti mesi dell’occupazione nazista, a Bologna operò anche il Tribunale straordinario di guerra non si sa quando e come insediato. “il Resto del Carlino il 31.3.1944 pubblicò una nota nella quale si affermava che questo tribunale aveva condannato a morte 10 «sbandati e renitenti».
Il 12.5 un altro comunicato annunciò la condanna a morte di 10 persone. Il 19.9.1944 il gruppo dirigente del PdA fu processato dal Tribunale militare di guerra straordinario. Otto partigiani furono condannati a morte e fucilati e gli altri a pene detentive da scontare nei lager nazisti. [O]