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Franz Pagliani

5 Settembre 1904 - 15 Maggio 1986

Scheda

Franz Pagliani nasce a Concordia sul Secchia (MO) il 5 settembre 1904. Il padre è un ufficiale dell’esercito regio.
Aderìsce nel 1919, ad appena 15 anni, alle prime riunioni del Fascio Bolognese di Leandro Arpinati. L’1° marzo 1920 si iscrive al Fascio di combattimento di Bologna e partecipa alla Marcia su Roma. Durante gli anni Venti, intraprende anche la carriera universitaria diventando Aiuto Volontario presso l’Istituto di Patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica dell’Università di Bologna, dal 16 aprile 1929 al 31 ottobre 1931. Successivamente, in giro di pochi anni, Pagliani passa da essere un’assistente ad avere un incarico di insegnamento di ruolo come professore di «Patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica» nella Facoltà di Medicina e chirurgia sempre nell’ateneo bolognese, dall’anno accademico 1938-’39. Ruolo che manterrà anche durante gli anni della guerra, diventando Direttore dell’Istituto nell’anno accademico 1941-’42.
La sua militanza nel Fascio bolognese, nel mentre, è premiata da una carriera notevole: il 18 luglio 1929 diventa presidente del comitato provinciale bolognese dell’Opera Nazionale Balilla (ONB); il 15 luglio 1933 assume la carica di capo della segreteria federale amministrativa; dal 1926 al 1931 è alla guida della sezione del GUF «Giacomo Venezian». Quando avviene l’epurazione del gruppo di potere creatosi intorno a Leandro Arpinati, Pagliani è uno dei pochissimi che non viene ostracizzato ed anzi, nel 1934, viene eletto deputato per la XXIX Legislatura del Regno d’Italia e viene riconfermato anche per la XXX. Infine, nel marzo del 1939 viene nominato consigliere della «Corporazione delle professioni e delle arti».
Si distingue anche durante la campagna d’Etiopia, durante la quale presta servizio in qualità di tenente medico di complemento, raggiungendo il grado di capitano al momento del congedo. Diverse sono le onorificenze ottenute, tra le quali: medaglia di bronzo al valore militare per esser stato «Direttore di un Ospedale da Campo in ambiente difficile» e il conferimento del titolo di «Grande Ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia». Dopo il conflitto coloniale, Pagliani ritorna in Emilia e viene nominato Commissario straordinario dei sindacati fascisti nel 1938, a Modena, e manterrà la carica fino al 1943. In quegli stessi anni, ricopre la carica di Ispettore del partito (1942-’43) e si insedia nel Direttorio nazionale (1943), fino al fatidico 25 luglio 1943.
Con l’occupazione nazista della città di Bologna il 9 settembre 1943, Franz Pagliani viene scarcerato dall’istituto penitenziario di San Giovanni in Monte, nel quale era stato rinchiuso in agosto, in seguito ad una condanna a tre anni per detenzione abusiva di armi e bombe. Di nuovo libero, viene nominato Delegato Regionale per l’Emilia dal segretario del neonato Partito Fascista Repubblicano (PFR), Alessandro Pavolini, oltre a diventare membro del Direttorio nazionale. Successivamente Pagliani viene chiamato dal Duce a comporre il Collegio giudicante al processo di Verona contro i traditori del Gran Consiglio, svoltosi tra l’8 e il 10 gennaio 1944, schierandosi per la pena di morte contro i “traditori” del Duce.
La nascita delle brigate nere, nel giugno del 1944, porta il gerarca modenese a diventare Ispettore regionale delle Brigate Nere e soprattutto comandante della III Brigata Nera Mobile «Attilio Pappalardo» di stanza a Bologna. In seguito, a numerose proteste nei confronti delle numerose sopraffazioni perpetrate dai briganti neri di Pagliani, quest’ultimo viene allontanato da Bologna il 28 gennaio 1945. Rimasto al comando della «Pappalardo», egli si trasferisce nel modenese e nel reggiano continuando a uccidere senza pietà, insieme ai suoi uomini. Durante la breve esistenza della RSI, Pagliani si macchia di numerosissimi crimini efferati, tra i quali: l’oltraggio dei corpi delle vittime dell’eccidio di Ferrara (novembre 1943); la deportazione del professore Armando Businico, direttore dell’Istituto di anatomia patologica dell’Università di Bologna (agosto 1944); l’omicidio di quattro noti professionisti bolognesi, presunti dissidenti politici (novembre 1944); i rastrellamenti di Concordia, che portano all’assassinio brutale di 13 partigiani (febbraio 1945). 

Ivan Spada

Dopo il 25 aprile 1945, Pagliani si rende irreperibile alle forze antifasciste che intendono giudicarlo per i suoi crimini, ma viene fermato e arrestato da un gruppo di partigiani in provincia di Cremona, nel mese di maggio. Nonostante le pesanti imputazioni e le prove schiaccianti, il processo a lui intentato termina con un’assoluzione. Viene scarcerato in modo definitivo nel 1950.
L’ex gerarca fascista prende parte, quindi, al Movimento Sociale Italiano (MSI), cerca di farsi reintegrare come professore all'Università di Bologna nel 1963, invano, e vivendo nella totale impunità nel capoluogo emiliano, vi muore il 15 maggio 1986.