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Cimitero italiano di Salonicco

Di rilevanza storica

Schede

Anche in Grecia nel primo dopoguerra si pose il problema di risistemare le regioni devastate dalla guerra e di smantellare i piccoli cimiteri militari costruiti a ridosso della linea del fuoco durante il conflitto. Già nel 1920 una apposita commissione stipulò un accordo con il governo greco e con il governatore generale di Salonicco per la costruzione di un unico grande cimitero militare interalleato che raccogliesse le salme di tutti i caduti alleati del fronte macedone. Il governo greco mise a disposizione in usufrutto perpetuo il terreno (70.000 m²) per il costruendo cimitero con l'accordo che il mantenimento delle sepolture fosse a carico dei rispettivi paesi di appartenenza dei caduti.
All'interno del cimitero, situato nell'area di Zeitenlik, a pochi chilometri dal centro storico di Salonicco, sono individuate 7 aree: una serba (7.550 sepolture), una francese (8.000 sepolture), una inglese (2.000 sepolture), una italiana (3.000 sepolture), una russa (400 sepolture), una greca e una bulgara contenente le sepolture dei prigionieri di guerra caduti in mani alleate. Gran parte di queste salme si trovava già a Salonicco, che ospitava durante la guerra 18 diverse strutture ospedaliere. Fra il 1926 e il 1936 l'apposita commissione per la realizzazione del grande cimitero visitò gli oltre 250 campisanti sulla vecchia linea del fronte, individuando le sepolture da traslare a Salonicco. L'11 novembre 1936, nel 18° anniversario della fine della guerra, il cimitero venne inaugurato insieme alle annesse cappelle, cripte e mausolei.

Giacomo Bollini

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