Schede
La Brigata riunisce i battaglioni del 63° e del 64° Fanteria, di stanza a Salerno.
Anno 1915
Ultimate le operazioni di mobilitazione, la Brigata arriva all'inizio del giugno a Codroipo, quindi a fine mese è a Pieris, alle dipendenze della 20a divisione.
Il 30 giugno è in linea, in occasione della I battaglia sul fronte isontino, in appoggio agli uomini della “Savona”: il 63° reggimento attacca Monte Sei Busi, ma parte del trincerone sovrastante Polazzo viene occupato solamente tre giorni dopo. Questa conquista è rinsaldata dall'azione dell'intera Brigata, che il 4 luglio occupa altre posizioni tra quota 89 e la cima del Sei Busi. Durante la II battaglia dell'Isonzo, il 63° tenta invano di avanzare ulteriormente verso la vetta del monte. Il 23 luglio, infine, la “Cagliari” è inviata a riposo a Turriaco, nel Goriziano.
A fine settembre gli uomini sono di nuovo operativi in vista della III battaglia dell'Isonzo: dopo tre giorni di preparazione, reparti del 63° prima ed il 64° poi tentano di avanzare verso quota 118. La Brigata, che ha subìto perdite rilevanti, viene mandata a riordinarsi ad inizio novembre nei pressi di Romans.
Anno 1916
Alla fine di febbraio la Brigata, che ha raggiunto il Trentino un mese prima, è in linea nel settore di Tonezza, alternando fino al maggio i reparti fra trincee e zona di riposo.
Il 15 maggio ha inizio la Strafexpedition austriaca: i reparti riescono a reggere all'urto nemico, ma già il 20 ricevono l'ordine di ripiegare verso la zona Carrè-Chiuppano (nel Vicentino) per un periodo di riordino. La gravità della situazione, data dalla continua avanzata avversaria, costringe la Brigata a tornare operativa il 1° di giugno, quando viene schierata nel tratto Monte Spin-Monte Brazome: sino al 4, gli uomini riescono ad opporsi tenacemente alle sortite austriache. Dopo tre settimane di ulteriore riordino, la “Cagliari” si rende protagonista della nostra controffensiva: fra il 26 e il 29 giugno le truppe riescono ad avanzare da Monte Giove sino al tratto Monte Aralta-Roccolo dei Sogli. Qui gli uomini permangono fino a fine luglio, quando ricevono l'ordine di trasferimento in Macedonia: dalla zona di riposo di Schio essi sono tradotti fino a Taranto, da dove si imbarcano per Salonicco. Alle dipendenze della 35a divisione, i due reggimenti entrano in linea nel settore del Monte Krusa (indicato come Krusa Balcan nel riassunto dell'Ufficio storico), dove attendono a lavori difensivi. Il 19 ottobre, assieme ad altri reparti, la Brigata forma una colonna autonoma agli ordini dell'Armata francese: il 15 novembre comincia l'avanzata contro Monastir (oggi Bitola), resa penosa dal terreno. Il 19 la cittadina è occupata, e fino al 30 gli uomini si prodigano nel ricacciare verso le loro posizioni i soldati bulgari che scendevano dalle montagne a nord e ad ovest dell'abitato.
Anno 1917
Ad inizio gennaio gli uomini si trasferiscono a Tepavci, entrando in linea il mese successivo ad est di quota 1050. Il maltempo blocca le attività sino al marzo, poi nell'aprile la Brigata è inviata a riposo nella zona di Jaratok. Tra il maggio e il dicembre i due reggimenti compiono turni di trincea sul Piton Brulé e nel cosiddetto «Settore ovest», alternandosi in periodi di riposo.
Anno 1918
Fino all'agosto, la Brigata rimane nel settore della Cerna, quindi nel settembre – con il nemico che ripiega dal Vardar alla regione dei Laghi, riceve l'ordine di superare le ultime resistenze delle truppe bulgare. Il 22 viene raggiunta Topolcani, mentre nella notte del 26 agosto il 63° reggimento riesce a far abbandonare al nemico le sue posizioni a nord di Buciri. Il 64° frattanto, passato agli ordini della Brigata “Ivrea”, punta verso Krusevo, mentre il 63° comincia la sua marcia di avvicinamento verso Sop. Il mattino del 30 settembre i due reggimenti, riuniti di fronte al nemico, riprendono l'azione, sospesa già alle ore 12 per la proclamazione del “cessate il fuoco”.
Andrea Spicciarelli
FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. III, Roma, Libreria dello Stato 1926, pp. 179-182