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Felice Vezzani

26 Maggio 1856 - 1930

Scheda

Felice Vezzani (Novellara, 1856 - Parigi, 1930). Figlio di un venditore ambulante e di una filatrice, Felice Vezzani nasce il 26 maggio. Non sembra aver seguito studi accademici. A detta delle fonti, si forma come paesaggista: lo vedremo attivo soprattutto come pittore prospettivista, delicato ritrattista di interni di chiese e palazzi; ma probabilmente svolse anche, durante i suoi anni a Parigi e soprattutto in occasione dell'allestimento per l'Esposizione del 1900, l'attività di decoratore.

Si può dire che Felice Vezzani sia stato anche un pittore, ma la principale attività della sua vita fu la politica. Vezzani è prima vicino ai socialisti, organizzatore delle manifestazioni a Bologna per il 1° maggio del 1891; quindi partecipa al Congresso genovese del partito dei lavoratori italiani del 1892, decidendo di passare con gli anarchici espulsi. A Bologna, in quegli anni è redattore per la rivista "Bononia ridet", su cui si firma V. Enizza e nel 1888, in occasione dell'Esposizione dell'Emilia, dalle pagine del giornale ironizza sulle opere in mostra. Lui stesso espone Otto maggio (Bologna) e Coro di San Petronio; il secondo di questi due lavori è probabilmente da identificarsi con quello nelle Collezioni della Fondazione Carisbo (inv. F32548). Il primo, invece, di taglio più sociale, è accusato, sulle pagine de "Il Resto del Carlino", di "deficienza di tecnicismo pittorico". Leggiamo: "Il gruppo della famiglia rimasta senza alloggio il dì del S. Michele è ben trovato. Buona la figura fremente dell'uomo che fa bel contrasto col bimbo placidamente addormentato e con la madre che s'abbandona alle lagrime. Sono pure bene eseguiti alcuni accessori, ma anche qui, quale miseria di mezzi pittorici! Come untuoso è quel muro del fondo! Non so come il Vezzani abbia potuto dipingerlo in tal modo, mentre, pel passato ha pur esposto buone prospettive". Effettivamente conosciamo Vezzani proprio per tale genere pittorico. Nel 1881 a Milano espone Chiesa dell'ex Villa Reale presso Bologna e, nello stesso anno, L'interno della Chiesa del Corpus Domini in Bologna (Fondo Belluzzi n. 142), alla Protettrice. Nel 1893 emigra in Brasile e poi si sposta in Argentina nel 1895; torna in Italia nella primavera del 1897, soggiorna a Venezia l'estate di quell'anno. Il riflesso di tale soggiorno è visibile nelle opere che presenta in occasione della mostra di primavera della Francesco Francia del 1898 (Sala del Senato. Palazzo Ducale di Venezia, e Fianco di S. Marco. Venezia). Di nuovo esule, scappa in Svizzera; qui probabilmente dipinge il ritratto dell'anarchico Giuseppe Ciancabilla (1872-1904). Nel 1899 è a Parigi, dove rimarrà quasi ininterrottamente per il resto della sua vita con l’eccezione di un breve soggiorno a Londra e un rientro in Italia, tra Novellara e Bologna, tra il 1918 e il 1922. A Parigi Vezzani è un punto di riferimento per tutti i fuoriusciti anarchici italiani. Armando Borghi (1882-1968), nelle sue memorie lo ricorda così nel 1912: "Ora viveva a Montmartre [rue des Cloys], colla professione di pittore [...] era il nostro cicerone domenicale al Louvre. [...] Lui in politica era un avanguardista, ma in arte era rimasto all'accademia, e faceva il viso di chi beve aceto per vino, quando parlava di cubisti, indipendenti e simili". Effettivamente anche nelle brevi righe che vengono dedicate al Vezzani pittore da Napolitano - anarchico che ricorda di lui anche un Interno del Louvre e un paesaggio con una "villanella sotto il parapioggia carico di neve" - si prende nota della sua posizione, in arte, di conservatore, assolutamente impermeabile all'avanguardia in cui, pure, è immerso: "E Felice Vezzani era galantuomo anche in fatto d'arte, il suo buon senso vietandogli di offendere il gusto e la tecnica per tener dietro ai fumisti di un futurismo scioperato e fannullone. Vezzani teneva alla scuola classica [...]; mentre si ispirava al modernismo ed al realismo, alla vita vissuta, insomma, secondo il principio espresso da Zola [...]". Tale impermeabilità è evidente anche nel Ritratto di Virgilia d'Andrea (Biblioteca Libertaria A. Borghi, Castelbolognese, Ravenna), firmato da Vezzani nel 1925, cinque anni prima della morte avvenuta l'11 febbraio del 1930.

Isabella Stancari
Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia e fonti: Rapporto e Rendiconto 1881, n. 4; Esposizione Milano 1881, n. 61, p. 135; Esposizione Bologna 1888, nn. 24 e 149, p. 29; L'Esposizione. Le Belle Arti a San Michele in Bosco II, in "Il Resto del Carlino", V, 157 (5 giugno 1888); Francesco Francia 1898, n. 110, p. 10, n. 207, p. 13; I nostri morti: Felice Vezzani, in "Almanacco libertario", 1931, pp. 29-30; N. Napolitano, Felice Vezzani, artista, in "Almanacco libertario", 1932, pp. 66-67; Casa Malatesta. Un ricordo di Virgilia D'Andrea, in "Umanità Nova", XLV, 35 (10 ottobre 1965). A. Borghi, Mezzo secolo d'anarchia (1898-1945), Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1954, pp. 119-120; F. Montanari, Felice Vezzani, in "Umanità Nova", LXXVII, 2 (26 gennaio 1997); Basevi e Nottoli 2015, pp. 24, 28; M. Antonioli, a. v. Vezzani, Felice, in Dizionario biografico online degli anarchici italiani, https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14879- vezzani-felice, consultato il 10/8/2021.