Irnerio che glossa le leggi

Irnerio che glossa le leggi

1886

Scheda

Luigi Serra (Bologna, 1846 - ivi, 1888), Irnerio che glossa le leggi, 1886. Ubicazione: Bologna, Palazzo Comunale o d'Accursio, deposito MAMbo - collezioni storiche. Agli inizi del 1886 Serra accetta l’incarico di dipingere il centro del soffitto della sala consigliare della Provincia di Bologna in Palazzo d’Accursio. Si tratta dell’Irnerio che glossa le leggi (Ojetti 1911, pp. 202-203; Sapori 1922, pp. 85-91, tav. a p. 187; Bologna 1961, pp. 8-9; Bologna 1983b, p. 220)Nell'Album Belluzzi abbiamo una fotografia di un disegno preparatorio del dipinto (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, inv. 1216); quest’ultimo venne eseguito a tempera sul soffitto della sala e successivamente staccato. Tutt’ora l’originale, incorniciato e appeso come un enorme quadro da parete, è visibile in Palazzo d’Accursio. Il lavoro di Serra procedette rapidamente e, da una prima idea, che prevedeva lo svolgimento in orizzontale della scena, passò a un formato verticale con sullo sfondo, in modo anacronistico, ma simbolicamente felice, il ritorno da Fossalta dell’esercito bolognese vittorioso. Le tappe del lavoro e il succedersi dei disegni è documentato e studiato in numerose pubblicazioni (Ojetti 1909, tavv. XI-XVI, Sapori 1922, pp. 69-73, 189, Bologna 1961, nn. 8-10, 26-31 e Bologna 2003, pp. 39, p. 60, tavv. 50-53, catt. 109-113, pp. 201-203, anche Pinacoteca Nazionale 2013, nn. 213A.-C.). Il disegno conservato a Roma è tra quelli preparatori finali, in cui ogni elemento è già precisamente scontornato con un procedimento analogo a quello già visto nell’altra grande scena di massa di Serra, l’abside di Santa Maria della Vittoria: qui abbiamo però non il bozzetto, ma un’opera di disegno dove tutto, la disposizione dei soldati sullo sfondo, la prospettiva, i particolari, sono stati accuratamente disegnati e raccordati in un unico insieme. La stilizzazione estrema già vista nella pala del Cestello, i motivi floreali, i cartigli, l’attenzione estrema ai particolari decorativi, è frutto della dedizione estrema di Serra al disegno. Questo è su carta a matita e inchiostro, con delle lumeggiature e la parte superiore del cielo in tempera bianca. Non è escluso che possa essere quello portato da Serra all’Esposizione del 1888 (Esposizione Bologna 1888, n. 4 p. 150: Studio per l’Irnerio della Sala provinciale), “il cartone riesce quasi più gustoso del quadro perché rivela più intimamente lo studio dei dettagli, tutto il procedimento seguito dall’artista nel metterlo insieme” (Sutor 1888) ed in Bologna 2003 è detto esser stato esposto a Venezia nel 1903. Una fotografia del tutto identica a questa è conservata in Archiginnasio (Fondo Luigi Serra, n. 9.1.10).

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bologna 1983b, p. 217; Giumanini 2000, 196-197, 202; Bologna 2001-2002, pp. 30, 46, 49, tav. a p. 60. Bibliografia: Ricci 1909, tav. XI; Bologna 2003, tav. 51, pp. 126, 203.

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