Fanteria - 9° e 10° reggimento, brigata Regina

Fanteria - 9° e 10° reggimento, brigata Regina

Scheda

La Brigata Regina venne destinata sin dall'inizio della guerra sul fronte dell'Isonzo ove rimase per oltre due anni, legando il suo nome agli avvenimenti qui accaduti, soprattutto a quelli del monte San Michele.
Il 6 giugno le prime operazioni di guerra, con la conquista de monte Fortin ed il passaggio dell'Isonzo a Sdraussina; il successivo attacco al San Michele (Prima battaglia dell'Isonzo, 23 giugno-7 luglio), vede i fanti della Regina conquistare le pendici del monte sino nei pressi della prima linea austro ungarica di quota 170. Durante la Seconda battaglia dell'Isonzo (18 luglio-3 agosto), il 10° fanteria, in concorso con altre truppe completa la conquista della q.170, mentre il 9° occupa tre serie di trincee nel Bosco Cappuccio antistante l'abitato di San Martino del Carso; la battaglia però non accenna a calmarsi e tutta la Brigata si slancia, il giorno 20 luglio, per togliere al nemico la cima 4 del monte San Michele, la vittoria è di breve durata per l'immediato contrattacco avversario che respinge le truppe italiane sino alle trincee di partenza alla q.170 che, anzi, deve essere difesa, il 22 luglio, dall'assalto di otto battaglioni Ungheresi. Il contributo di sangue profuso dalla brigata Regina in quei frangenti è di 36 ufficiali e 1233 uomini fuori combattimento. Mandata a riposo, rientra in linea il 24 ottobre per prendere parte alla Terza battaglia dell'Isonzo (18 ottobre-4 novembre), con obiettivo il paese di San Martino del Carso; in durissimi scontri alla baionetta, superando più ordini di trincee protette da profondi reticolati , la Regina arriva a circa 250 metri dall'abitato, dove si ferma su posizioni difensive. Le perdite sono ancora elevatissime: 1500 uomini e 65 ufficiali. Ma il paese di San Martino del Carso rimane l'obiettivo della Brigata anche nella Quarta battaglia dell'Isonzo (10 novembre-5 dicembre 1915), vengono espugnati solo alcuni ordini di trincee che non modificano sostanzialmente la linea del fronte in quel settore; la Brigata ha perduto altri 1164 soldati. Tornata nelle retrovie per riordinarsi ed istruire i nuovi complementi, essa torna in linea alla quota 170 sotto il monte San Michele per prendere parte alla Quinta battaglia dell'Isonzo (11-15 marzo 1916); nei giorni 13 e 14 marzo truppe scelte del 9° fanteria occupano alla baionetta il ridottino fortificato di quota 171, vengono ributtati diversi contrattacchi nemici, non quello sferrato alle 22 del 14 e preceduto da un forte bombardamento: la quota 171 é abbandonata nella notte al nemico e non sarà riconquistata. Tuttavia la pressione che la brigata Regina esercita sull'avversario rimane costante nei mesi successivi e ciò induce gli austro ungarici ad utilizzare un arma sino ad allora sconosciuta: i gas venefici. Alle ore 5 del 29 giugno 1916, una nuvola di gas giallastra e maleodorante investe la linea italiana di fronte a San Martino del Carso dove erano in linea le brigate Regina e Pisa; la nube, spinta da vento, supera il Bosco Cappuccio, la quota 194, il Bosco Triangolare ed il Bosco Lancia, per dilagare verso le rive dell'Isonzo e a Sagrado, seminando la morte. La prima difesa è opposta dal 10° fanteria attorno alla quota 194, pattuglie nemiche sono isolate e ridotte al silenzio, l'arrivo delle riserve divisionali permette la ricostituzione di una linea organica di difesa., a sera la situazione è ristabilita. Per l'effetto dei gas muoiono, nel solo 10° fanteria circa 1300 uomini. Ricomposta negli organici, la Brigata Regina partecipa alla Sesta battaglia dell'Isonzo (6-17 agosto), contro le quattro cime del San Michele; dopo la presa di Gorizia, insegue il nemico in ritirata ed il 12 agosto occupa stabilmente il paese di Oppacchiasella. Il 20 ottobre la Brigata lascia il Carso e passa alle dipendenze della 26° divisione nella zona Carnia, rimanendo nel settore But-Degano per quattro mesi. Allo scoppio della Decima battaglia dell'Isonzo (12 maggio-8 giugno 1917), essa è di nuovo schierata sul fiume, nella zona del fronte attorno al paese di Raccogliano, dove subisce duri attacchi nemici che rendono precaria anche la difesa delle dette posizioni. Terminata la battaglia, viene poi inviata sull'Altipiano d'Asiago in vista dell'attacco all'Ortigara, dove opera in concorso coi battaglioni Alpini per la conquista della quota 2105. In luglio, dopo un breve riposo, rientra in linea sullo Zebio e vi rimane sino a novembre, quando per il cedimento del fronte a Caporetto è costretta a ripiegare sulla linea di monte Fior e le Melette di Gallio. L'11 novembre il nemico attacca a fondo, conquistando importanti settori nella zona delle Melette, il giorno 15 la Brigata arretra su una nuova linea di resistenza tra Castelgomberto e la Val Miela. Il 5 dicembre riprende la battaglia, che con fasi alterne si sviluppa sino alla fine del mese sulle pendici di Col del Rosso, Col d'Echele, Badenecche, monte Melago. Fino al 21 maggio 1918, la Regina, alternando turni in linea ed a riposo, rimane nelle stesse posizioni; iniziatasi il 15 giugno la battaglia del Solstizio, l'ultima grande offensiva austro ungarica, essa combatte sul monte Val Bella, Col del Rosso, a Busa del Termine e Costalunga. Terminata anche questa grande battaglia, la Brigata passa in seconda linea, rimanendovi sino all'armistizio. Dal 24 maggio 1915 al 3 novembre 1918, la brigata Regina ebbe fuori combattimento quasi 17.700 uomini.
Paolo Antolini

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Documenti
Brigata Regina - 9° e 10° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi

Funzione delle trincee
Tipo: PDF Dimensione: 151.80 Kb

Paolo Antolini, La funzione delle trincee. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Guerra dei gas
Tipo: PDF Dimensione: 142.54 Kb
La gerra chimica dei gas
Bibliografia
Riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-18: vol. I, Brigate di fanteria
Ministero della Guerra, Stato Maggiore del R. Esercito, Ufficio Storico
1924 Roma Provveditorato generale dello Stato