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Durante la Marcia su Roma la Decima Legio fascista occupa la città

28 Ottobre 1922

Schede

Alla vigilia della marcia su Roma i fascisti prendono possesso di Bologna manu militari, affiancati dagli Arditi.
Le camicie nere bolognesi sono divise in 13 coorti, raggruppate in due legioni, una per la città e una per la provincia, al comando di Umberto Baccolini e Gino Baroncini. Nella serata del 27 convengono in città più di 2000 uomini.

Il Prefetto fa presidiare dalle forze dell'ordine Piazza Maggiore e i principali edifici pubblici. L'esercito è consegnato nelle caserme. Nella mattinata del 28 le squadre si concentrano nelle sedi centrali del partito, in via Marsala e in via Saffi.

Viene occupata la ferrovia e una trentina di fascisti arrestati sono liberati dal carcere con un colpo di mano architettato da Leandro Arpinati e Giancarlo Nannini. La terza coorte, guidata da Arconovaldo Bonacorsi, attacca il campo d'aviazione dei Prati di Caprara.
I fascisti sono respinti dai soldati di guardia e non riescono ad accedere ai depositi di artiglieria e munizioni. Lasciano sul campo due feriti. Il 29 ottobre viene devastata la roccaforte socialista di Molinella.

A Bologna, dopo un incontro con il generale Sani, nuovo pleniopotenziario, i fascisti sfilano in perfetto ordine, inneggiando alle forze armate. Intanto in altre zone della città avvengono scontri sanguinosi con le forze dell'ordine. In via Zamboni muoiono un brigadiere della Guardia Regia e un giovane nazionalista, mentre durante l'assalto alla caserma dei carabinieri di San Ruffillo, rimangono uccisi l'ex legionario fiumano Oscar Paoletti e lo squadrista Giancarlo Nannini. Nella stessa occasione sono feriti Giuseppe "Peppino" Ambrosi, "meraviglioso squadrista di tutte le spedizioni più difficili" e l'ardito Giovanni Fantini. Sono devastate la biblioteca popolare, l'Azienda Macchine, la cooperativa Muratori.

In provincia vengono assaltati e occupati gli uffici di collocamento di Marmorta, San Pietro Capofiume e San Martino in Argine. Diversi dirigenti socialisti sono espulsi dal paese

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