Comitato per Bologna Storica e Artistica

Comitato per Bologna Storica e Artistica

1899 | oggi

Scheda

Nel 1899 l'esigenza di tutelare l'antico impianto urbano minacciato dall'indifferenza e dalla volontà di cambiamento espressi dal primo piano regolatore del 1889, portò un gruppo di sensibili e responsabili cultori della storia cittadina e del suo patrimonio artistico a formare un'associazione per promuoverne la salvaguardia e porre in campo suggerimenti e azioni di difesa. Animatore di quell'iniziativa fu Alfonso Rubbiani, un uomo di alta sensibilità, artista ed idealista, assieme ad altri appassionati come Cavazza, Tacconi, Isolani, Massei, e mons. Breventani. Venne costituito un “Comitato per Bologna Storica e Artistica” che proponeva interventi di conservazione e ripristino per gli antichi edifici, con un concetto di restauro che può essere considerato, oggi, troppo interpretativo, ma sempre rispettoso delle caratteristiche stilistiche emergenti.

Uguale attenzione era dedicata alle tinteggiature tipiche della città, che in occasione degli Addobbi decennali, venivano rinnovate troppo spesso con alterazioni dei toni. Ancor oggi la conoscenza della corretta cromia dei diversi edifici, legata alle valenze storiche intrinseche (epoca di costruzione, stile, presenza nel contesto costruito), deve essere il dato di base per garantire la continuità dell’immagine della scena urbana. Ben presto il Comitato, per le sue capacità propositive, si impose all'attenzione della pubblica opinione e delle Autorità, instaurando con queste rapporti operativi per procedere al restauro di diversi edifici storici, ottenendo dal Comune un contributo per i proprietari, e in più fornendo gli studi progettuali necessari, compensati dallo stesso Comune con il rimborso delle spese per la redazione e per la direzione dei lavori. Il Comitato, così, per decenni, svolse un'azione di vigilanza nei confronti dell'edilizia storica cittadina, proponendosi anche come consulente nei vari piani particolareggiati e per i singoli progetti, raccogliendo documenti e promovendo ricerche storiche e tecniche tali da influire positivamente sull'evoluzione del concetto di restauro che si stava formando. Sotto l'impulso di Alfonso Rubbiani numerose furono le iniziative volte e a difesa dell'arte, della storia e della cultura locale da parte del Comitato, purtroppo non sempre con positivi risultati: ai primi Novecento tentò invano di impedire la demolizione della cerchia muraria del Trecento che una discutibile cultura igienista volle distruggere " per dare aria e luce alla città ". Una decina di anni dopo il Comitato si prodigò per evitare la distruzione della antica via Mercato di Mezzo che ricalcava l’antico decumano romano, ma l’ampliamento deciso fu attuato con gravissime demolizioni. L’attuale via Rizzoli fu creata sacrificando numerose testimonianze e demolendo i resti e le basi di ben otto torri fra cui la Conforti, l'Artenisi e la Riccadonna, ancora ben riconoscibili. Per alcuni decenni il “Comitato” ha gestito in proprio uno studio tecnico-artistico, con la collaborazione di artisti di chiara fama ed artigiani meritevoli Collamarini, Sezanne, Tartarini, Casanova, Pasquinelli, Costa, Mingazzi. Per i meriti conseguiti per la sua attività al Comitato è stato conferita la Medaglia d'oro dei Benemeriti dell'Arte nel 1942 e, in seguito, con Decreto Presidenziale del 26 giugno 1956, n. 1716, il Comitato è stato riconosciuto Ente Morale.

Il Comitato oggi
Nello Statuto, approvato contestualmente al riconoscimento dello stato giuridico di Ente morale, all’articolo 1, è definito il ruolo culturale dell’Associazione: …ha lo scopo di favorire, promuovere e curare quanto giovi al restauro e alla conservazione degli edifici storici ed artistici, pubblici e privati, ed in generale di tutelare il carattere della città. Un ruolo culturale che vede gli associati impegnati non solo su posizioni di difesa dei caratteri storici artistici bolognesi, minacciati sempre più dall’incuria, dal degrado e dall’incultura, ma anche a svolgere un’attiva presenza nel dibattito per lo sviluppo della città, nelle nuove condizioni che si presentano. L'art. 4 dello Statuto infatti ammette tutti"coloro che abbiano particolare conoscenza della storia e dell'arte della città o che per la loro posizione sociale siano in grado di agevolare il raggiungimento degli scopi per cui l'Associazione è costituita". Nuovi problemi si presentano nel confronto tra gli abitanti, anche di diverse etnie, che si trovano fianco a fianco nella frequentazione dei luoghi pubblici cittadini, nei luoghi del lavoro, nelle scuole, nelle sedi dello svago e del cosiddetto tempo libero. Lo sviluppo-cambiamento che si riverbera sulle modalità del vivere e convivere dei cittadini e che provoca una continua evoluzione nelle relazioni sociali, negli scambi culturali, nelle forme del commercio e dell’attività produttive, non va contrastato ma deve avvenire nella continuità e salvaguardia dei caratteri specifici di Bologna. La perdita di identità è il primo sintomo della disgregazione sociale in una città. Bologna si trasforma, ma alcuni valori vanno attentamente mantenuti, assicurando la conoscenza e la condivisione della memoria storica sia alle nuove generazioni sia a quanti hanno scelto di venire a vivere nella città.

E’ nella natura stessa del Comitato proporsi come punto di riferimento per le diverse istanze e trovare modi e forme di confronto con le altre realtà ed associazioni culturali presenti in Bologna, tenendo sempre presente che il risultato deve essere sì quello di diffondere la vigile e sensibile attenzione sui temi della conservazione dei beni artistici, ambientali (collina, territorio agricolo, zone fluviali), ma più deve perseguire la valorizzazione della città in generale. Se da un lato deve essere garantita per i monumenti la qualità degli interventi, dall’altro si impone un controllo responsabile anche per tutti quegli edifici non monumentali, che sono classificati come degni di tutela da parte dei piani comunali. Un compito fondamentale che il Comitato già svolge oggi, e ancor più potrà svolgere in futuro, è quello di polo culturale e centro di informazione ponendo a disposizione agli studiosi e studenti il patrimonio documentale dell’archivio storico, oggetto da alcuni anni di una catalogazione informatizzata per una conservazione attiva. Un patrimonio che viene continuamente accresciuto grazie ad importanti donazioni di documenti e testimonianze. Il più recente è stato l’importante conferimento da parte degli eredi dell’archivio personale di Guido Zucchini che è in corso di riordino e catalogazione da parte dei componenti del Consiglio. Molti sono gli amanti della cultura bolognese, che si sono iscritti alla nostra Associazione: si auspica pertanto l'adesione al Comitato da parte di tutti gli appassionati che hanno a cuore la tutela e la valorizzazione della città. La quota sociale costituisce un incentivo pratico per assicurare la continuità delle pubblicazioni, la Strenna Storica Artistica, edita ogni anno, e il quadrimestrale La Torre della Magione, e la prosecuzione delle attività di mostre e conferenze in un clima di reciproca stima ed amicizia.

Fonte sito del Comitato per Bologna Storica e Artistica

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