Schede
Le Feste di Primavera bolognesi erano organizzate dalla Società per il Risveglio cittadino che aveva sede presso l'Associazione dei Commercianti di Bologna. L'inizio del Novecento segnò il successo di molti disegnatori di manifesti e di cartoline, la cui piacevolezza grafica e cromatica puntava già direttamente ai momenti migliori del cartellonismo. Il sodalizio indisse anche concorsi pubblici per la realizzazione dei manifesti pubblicitari. Nel 1900 aveva vinto l'allora giovane cartellonista Marcello Dudovich (1868-1962), da poco a Bologna come dipendente dello stabilimento tipografico di Edmondo Chappuis. Il giovane cartellonista senza falsa modestia commenterà: "I manifesti erano molti, e benché tutti di bolognesi nessuno esprimeva artisticamente né il concetto né Bologna. Fra tutti questi 15 cartelloni, il mio - simile a stella solitaria e luminosa in una notte buia - irradiava". Lo stesso avvenne per successive edizioni.
L'edizione 1902 delle Feste di Maggio si svolse nei giorni 17, 18, 19. La banda musicale di Bologna era stata istituita dal Municipio nel 1856. Era composta inizialmente da 45 elementi e aveva le stesse divise della Guardia urbana d'onore. Doveva intervenire durante tutte le parate e passeggiate militari e durante il trasporto in città della Madonna di San Luca. Dal 1873 era passata sotto l'Ufficio Istruzione e il capo-banda fece parte, da allora, del corpo insegnante del Liceo musicale. Dal 1895, con la morte del maestro Antonelli, la direzione venne assunta dal maestro Filippo Codivilla, che la mantenne fino al 1913.
Durante il fascismo, con una serie di manifestazioni primaverili, Bologna tenta di fare concorrenza, nelle intenzioni del podestà Manaresi, al Maggio fiorentino e al Giugno genovese. Il programma della primavera 1934 prevede, oltre alla Fiera al Littoriale (chiamata non senza retorica il "mercato centrale d'Italia") una mostra alpina ai Giardini Margherita e l’esposizione celebrativa della nuova linea ferroviaria Direttissima alla Montagnola. Nel rinnovato Salone del Podestà è allestita, a cura della contessa Camilla Isolani Lupari, la Mostra interprovinciale della Tavola Imbandita, in cui figurano suppellettili antiche appartenute alle famiglie nobili bolognesi. Guido Zucchini ordina per l’occasione una mostra del Comitato per la Bologna Storica e Artistica, mentre la contessa Lina Bianconcini Cavazza organizza nel cortile dell’Archiginnasio una mostra floreale. Per il 1935 il programma è, se possibile, ancora più ambizioso: il centenario carducciano sarà affiancato dalla Mostra sul Settecento bolognese e dalla Mostra nazionale di Agricoltura ai Giardini Margherita.
In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Biblioteca Sala Borsa - Cronologia di Bologna.