Note sintetiche
Scheda
Paolo Graziani (Bologna, 1882 - ivi, 1960), laureatosi nel 1906 in ingegneria civile nell'Università di Bologna, nel 1909 collaborò con E. Lambertini alla realizzazione del palazzo Alberani in Via Farini, che rappresentò anche l'unica sua esperienza di carattere modernista.
In seguito progettò, con pesante ed eclettico assemblaggio di stilemi, il palazzo Boldrini in via Irnerio, angolo piazza VIII Agosto. Dal 1910 al 1927 fu vice comandante del Corpo dei Pompieri di Bologna.
Fra le sue successive realizzazioni sono da ricordare alcuni edifici in via U. Bassi, il palazzo Lancia in via Marconi, il palazzo Scardovi in piazza di Porta S. Stefano, il teatro Duse (1940), la casa Martelli al Ponte di Galliera, il palazzo Pirelli in via Pietramellara, il palazzo dell'Istituto Nazionale Assicurazioni (1927).
Nel 1955 fece parte della Commissione incaricata della redazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Bologna. Fu accademico Clementino, membro del “Comitato per Bologna storica e artistica”, consigliere dell'ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, socio dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e membro del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Nel 1958 gli venne conferita dall'Ordine degli Ingegneri di Bologna una medaglia d'oro di riconoscimento dell'opera svolta a vantaggio della sua categoria professionale.
Riposa in Certosa, nel pozzetto 540 del portico est del Chiostro Maggiore.
Carlo Cresti
Testo tratto da: Il Liberty a Bologna e nell'Emilia Romagna, catalogo della mostra GRAFIS, Bologna, 1977. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti
Si laurea nel 1906 in Ingegneria civile. Nei primi anni di attività lavora con Ettore Lambertini al palazzo Alberani in via Farini a Bologna (1909).
L'anno successivo realizza autonomamente la sua prima opera di chiaro gusto eclettico, palazzo Boldrini. In seguito sembra attraversare una fase di ricerca che lo vede autore di due fabbricati contraddistinti da maggiore rigore, il palazzo in piazza de' Celestini e le palazzine realizzate in via Dante, via Sant'Isaia, via Toscana.
Dello stesso periodo sono la villa Pallesi, i palazzi di fronte al S. Cuore, le due casette di via Massarenti, le case Martelli a porta Galliera, i progetti per i palazzi che dovevano sorgere in angolo via Rizzoli e piazza della Mercanzia (il cui progetto avrebbe rispettato la torre Riccadonna) e infine la serie di palazzi in via Rizzoli. Fra gli interventi di maggiore spicco, alla metà degli anni venti, si ricordano i progetti di tre edifici sui lotti ricavati dall'allargamento di via Ugo Bassi: la sede del palazzo I N A (1925-1927), il palazzo della Zecca col trasporto fedele e integrale della originaria facciata cinquecentesca del Terribilia (1922-1925), infine la costruzione sul IV lotto in collaborazione con l'ingegnere Umberto Lodi.
Questi progetti, impostati secondo una forte caratterizzazione del prospetto, che non disdegna timpani, lesene, «finestre serliane» ecc., risentono probabilmente degli insegnamenti mengoniani.
Successivamente, Graziani tende a una più spiccata vena modernista come attestano il palazzo Scardovi (1934-1936) a porta Santo Stefano e il palazzo Lancia (1936-1937) in via Marconi.
Oltreché di architettura fu studioso di urbanistica; partecipò nel 1936 al concorso per la sistemazione di via Roma (motto «GMPS») con Marabini, Parolini e Stanzani e nel 1938 al concorso per il progetto di massima del Piano regolatore con Bruno Parolini.
Fece parte della Commissione per l'elaborazione dei Piani regolatori generali della città negli anni 1944 e 1955. Nella sua poliedrica attività, si dedicò a ricerche minerarie nel settore carbonifero.
Scrisse di lui Adriano Marabini: «Dotato di memoria pronta e intuizione geniale, unitamente a una vasta cultura tecnica e artistica, poteva trattare con acutezza i più svariati argomenti [ . . . ].
Tecnico geniale e disegnatore vivace e fantasioso sapeva esprimere la sua immaginazione con grande evidenza e chiarezza».
Fece parte di importanti associazioni, fu Accademico dementino, membro del Consiglio dei probiviri dell'ANIAI, del Comitato per Bologna storica e artistica, dell'INU; si dedicò all'attività sindacale e organizzativa del Consiglio nazionale ingegneri.
Tratto da: "Norma e arbitrio. Architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950" a cura di Giuliano Gresleri e Pier Giorgio Massaretti Marsilio, 2001