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Ugo Bassi sui gradini di S. Petronio

1848

Schede

Molti furono i sacerdoti e i religiosi che parteciparono alle guerre per l’indipendenza, pagando spesso con la vita il loro fervore patriottico. Tra questi il padre barnabita Ugo Bassi. Nato a Cento nel 1800, appena quindicenne aveva combattuto nelle fila dell’esercito murattiano e, con altrettanto entusiasmo, si era aggregato ai volontari che, nell’aprile del 1848, parteciparono alle prime fasi della prima Guerra di indipendenza. Nei giorni immediatamente precedenti,il padre Bassi, che godeva fama di entusiasmante predicatore, tenne a Bologna, con grande concorso di popolo, una serie di prediche nel corso delle quali vennero lanciate sottoscrizioni per finanziare i volontari che, in nome di Dio e dell’Italia, stavano per partire. Il dipinto di Napoleone Angiolini (1797-1871) raffigura una di queste giornate bolognesi, pervasa da una forte animazione. In primo piano viene rappresentato un momento della raccolta di offerte e gioielli promossa per l’occasione; al fianco del prete è ritratta una fanciulla che si recide i capelli per potere comunque partecipare dell’entusiasmo generale; guardie civiche pontificie osservano composte la folla, sulla quale sventolano diverse bandiere tricolori con la scritta “W l’Italia”. L’intera scena sembra premonitrice dell’ultimo anno di vita del padre Ugo Bassi: sempre a fianco dei patrioti, partecipò alla difesa di Roma, seguendo Garibaldi nella sua fuga verso Venezia. Inseguito e braccato, fu catturato dagli austriaci e fucilato a Bologna l’8 agosto 1849. Nel dipinto, in basso a destra, in mezzo alla folla è raffigurato un bambino che trattiene al guinzaglio, con un certo sforzo, un cane di piccola taglia.

Napoleone Angiolini (1797 - 1871), Ugo Bassi sui gradini di San Petronio. 1848. Olio su tela, 47,5 x 55 cm. Museo civico del Risorgimento di Bologna.

Mirtide Gavelli

Testo tratto da: Colorare la patria: tricolore e formazione della coscienza nazionale, 1797-1914, a cura di M. Gavelli, O. Sangiorgi, F. Tarozzi, Firenze, Vallecchi, 1996.