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La conversione di Fabiola

1867 ca.

Schede

Giuseppe Antonio Ferrari (Corticella, 1822 - ivi?, 1896), Fabiola, 1867 ca. Ubicazione: sconosciuta. Il grande dipinto da esposizione (“Figure quasi al vero”), riprodotto in questa fotografia, è La conversione di Fabiola, con cui Giuseppe Antonio Ferrari partecipa e concorre per i premi alla Seconda Esposizione Triennale delle Accademie dell’Emilia del 1867. Il dipinto non fu notato dalla commissione, più concentrata su ben altri concorrenti: La cacciata da Firenze di Ippolito ed Alessandro, di Ignazio Affanni (1828 - 1889); L’addio di San Paolo ai cristiani di Mileto, di Guardassoni e L’origine delle divisioni cittadine di Firenze di Alfonso Savini, che si aggiudicherà il premio. D’altronde il dipinto risente molto dei modelli seicenteschi e le figure - si guardi il braccio della serva troppo lungo e mal scorciato - non sempre sono di disegno corretto. Nononstante ciò la Conversione di Fabiola sarà acquistato dalla Società degli artisti e studenti di belle arti, secondo quanto riportano gli atti espositivi e in modo più abbreviato la dedica; dedica peraltro personale che indica una conoscenza tra Belluzzi e G.A. Ferrari. Il soggetto del dipinto è tratto dal romanzo Fabiola o la Chiesa delle catacombe, dell’arcivescovo di Westminster Nicholas Wieseman (1802 - 1865). Edito nel 1854, il libro doveva edificare e cementare la comunità cattolica inglese con una storia sui primi martiri cristiani. L’intento era educativo sia sul fronte storico (qui nasce, anche con una certa esagerazione, il mito delle catacombe come luogo di riunione privilegiato dei primi cristiani), sia su quello morale, dato che in Gran Bretagna i cattolici costituivano una minoranza appena tollerata. La scena è una delle più rappresentate anche nelle litografie delle edizioni illustrate del romanzo. Fabiola è tra quei long seller dell’Ottocento che uniscono l’intento morale del romanzo di formazione al fascino per gli usi e costumi della Roma antica; tra questi si contano anche Ben Hur (1880) di Lew Wallace (1827 - 1905) e Gli ultimi giorni di Pompei (1834) di Edward Bulwer-Lytton (1803 - 1873). Naturalmente tutti questi romanzi sono stati fonte prediletta per le arti figurative e fino alla prima metà del Novecento e all’avvento del cinema. In Italia i film ispirati a Fabiola sono stati almeno due: uno muto del 1918 ed uno del 1949 di Alessandro Blasetti (1900 - 1987).

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Atti 1867, pp. 22, 83.