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Battaglione e brigata Garibaldi in Spagna

1936 - 1938

Schede

Il 21.7.1936 a Parigi, dopo l’inizio della sedizione fascista in Spagna, Carlo Rosselli invitò PSI, PRI e PCI ad incontrarsi per decidere l’invio di volontari in terra spagnola.
Il PRI non intervenne e PCI e PSI dissero che si sarebbero attenuti a quanto avrebbero deciso gli omologhi partiti francesi.
Ai primi d’agosto Rosselli e un centinaio di volontari - giellisti, anarchici e socialisti, tra i quali il bolognese Lorenzo Giusti - partirono per Barcellona. Fu costituita la Colonna Rosselli poi inquadrata nella formazione anarchica spagnola Colonna Ascaso.
Il 28.8.1936 la Colonna ebbe il battesimo del fuoco a Monte Pelato in Aragona.
Dopo la decisione presa dall’URSS, il 18.9, di aiutare la repubblica spagnola, un’ottantina di militanti comunisti lasciarono la Francia, si recarono in Spagna e costituirono la centuria “Gastone Sozzi”, comandata prima da Gottardo Rinaldi e poi dal bolognese Vittorio Ghini.
Contemporaneamente in altre parti del vasto fronte spagnolo furono costituiti altri gruppi armati misti - tra i quali un btg Matteotti - nei quali militarono non pochi italiani. Il btg Dimitrov, composto di slavi, aveva una compagnia italiana comandata da Carlo Penchienati.
Per mettere fine alla caotica situazione e dare un coordinamento ai tanti reparti stranieri nati spontaneamente, il 22.10.1936 il governo spagnolo decise la costituzione delle brgg internazionali. Ebbe così inizio un lento processo d’aggregazione dei reparti italiani e nacque il btg Garibaldi.
Aveva sede ad Albacete, come le altre formazioni internazionali. Primo comandante fu Randolfo Pacciardi, segretario del PRI, con Antonio Roasio del PCI e Amedeo Azzi del PSI commissari politici. Quando Roasio restò ferito, Ilio Barontini divenne commissario. Per qualche tempo il btg pare sia stato comandato da Umberto Galleani.
Forte di 800 uomini, il btg ebbe il primo scontro il 12.11.1936 a Cerro de Los Angeles e restò in linea per mesi.
Il 20.4.1937 il governo spagnolo riorganizzò le formazioni armate su basi nazionali. Tutti i volontari italiani operanti nelle più diverse formazioni furono invitati ad arruolarsi nel btg Garibaldi divenuto la 12a brg internazionale intestata a Garibaldi.
In quel periodo operava sul fronte di Madrid, sempre comandata da Pacciardi e articolata su tre btg: il primo comandato dal bolognese Libero Battistelli* del PRI; il secondo dal comunista Marvin e il terzo dall’indipendente Penchienati. In seguito sarà aggiunto un altro btg e i comandanti, o perché caduti - come Battistelli il 22.6 - o perché feriti saranno rinnovati più volte.
Nella brg furono immessi non pochi spagnoli per rimpiazzare i caduti. Contrasti politici lacerarono la vita della brg.
I primi si ebbero nel maggio 1937 quando Penchienati si rifiutò di recarsi a Barcellona con il btg per prendere parte agli scontri contro i gruppi anarchici. Scontri nel corso dei quali la polizia politica stalinista - la CECA - assassinò numerosi dirigenti anarchici, tra i quali l’italiano Camillo Berneri. Inoltre, l’equilibrio del comando fu alterato quando il capo di stato maggiore, un anarchico, fu sostituito dal comunista Felice Platone.
Per discutere di questi e altri problemi con i dirigenti dei partiti italiani, Pacciardi chiese una licenza per Parigi, lasciando il comando interinale a Penchienati.
Durante la sua assenza il comando delle brgg internazionali nominò Penchienati comandante e Pacciardi - che al ritorno aveva protestato vice comandante di div. Alla fine del 1938, essendosene andato Penchienati per contrasti politici, il comando passò al comunista Agostino Casati (ma si chiamava Nino Raimondi).
Per riequilibrare il peso politico dei dirigenti, il comando della brg andò prima al socialista francese Bernard e poi al socialista italiano Arturo Zannoni. Negli ultimi mesi del conflitto furono nominati comandanti i comunisti Martino Martini (ma si chiamava Alessandro Vaia) e Pereyra spagnolo. Domenico Tomat e Luis Rivas pare si siano alternati al comando negli ultimi tempi della guerra.
La brg ebbe due giornali: “Il Volontario della libertà” e “Il Garibaldino”.
La brg, che prese parte a quasi tutti i combattimenti, risentì di questi continui cambiamenti di comando, a parte il fatto che, dalla primavera del 1938, il conflitto cominciò a volgere decisamente in favore dei franchisti.
Dopo l’ottobre 1938, quando le brgg internazionali furono ritirate dal fronte, la Garibaldi si dissolse e i combattenti assegnati ad altre formazioni. Dalla Catalogna, ultimo fronte sul quale combatterono, gli italiani cominciarono a ritirarsi verso la Francia dopo la caduta di Barcellona, avvenuta il 26.1.1939.
I pochi che si trovavano nella capitale si ritirarono quando cadde Madrid il 28.3.1939 A mano a mano che attraversavano il confine francese, i militanti italiani furono deportati nei campi di concentramento francesi e molti caddero in mano della Gestapo quando i tedeschi invasero la Francia.
Gli italiani furono quasi tutti consegnati alla polizia fascista e finirono al confino, mentre alcuni, come il bolognese Adelmo Pedrini*, furono deportati nei lager nazisti.
I confinati tornarono in libertà dopo la caduta del regime fascista, il 25.7.1943, e la maggior parte di loro presero parte alla guerra di liberazione. Non si conosce il numero esatto degli italiani che militarono nella brg Garibaldi, mentre quelli che combatterono contro i franchisti - indipendentemente dalla formazione nella quale militarono furono poco meno di 4 mila.
I caduti della brg furono 111 e 150 i feriti. I bolognesi che militarono nella brg furono 164 di cui 3 donne. 40 i caduti, il cui elenco è in: Bolognesi uccisi dai fascisti durante la dittatura (p.55). [O]