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Libero Battistelli

21 gennaio 1893 - 22 giugno 1937

Scheda

Libero Battistelli, da Ermanno e Maria Dari; nato il 21 gennaio 1893 a Bologna. Dopo aver vissuto fino al 1908 in Bologna, si trasferì con la famiglia a Brescia. Si laureò in giurisprudenza. Scoppiata la prima guerra mondiale fu richiamato alle armi l'1 giugno 1915 come ufficiale di artiglieria. Venne congedato il 29 settebre 1919 ed ebbe residenza prima precaria, in Bologna, poi definitiva, dal 1921.
Avvocato brillante, repubblicano di sinistra, ammiratore di Giuseppe Massarenti, con l'avvocato Mario Bergamo*, anch'esso repubblicano, difese in tribunale i lavoratori di Molinella. Per tale sua azione, ebbe devastati lo studio e l'abitazione dai fascisti.
Proveniente da Molinella era la sartina Enrica Zuccari che Battistelli sposò il 21 gennaio 1925.
Oppositore del regime fascista, nell'autunno 1927, a pochi mesi dalla perdita della madre (morta il 6 marzo precedente), assieme alla moglie - che l'accompagnerà in tutte le peregrinazioni - lasciò l'Italia per un esilio volontario in Brasile.
Raggiunse Rio de Janeiro e colà intraprese un'attività giornalistica, editoriale e organizzativa improntata ai suoi ideali antifascisti. Fu tra i primi ad aderire al movimento GL.
Apprese le prime notizie sull'attacco franchista alla repubblica spagnola del 18 luglio 1936, approfittando di un viaggio precedentemente organizzato, raggiunse l'Europa col cargo inglese Delambre col predeterminato scopo di correre accanto ai repubblicani spagnoli contro i falangisti.
Il 28 luglio 1936 lasciò un testamento olografo, nel quale, ipotizzando l'eventualità della morte, invoca la moglie che «sia fedele alle mie idee... È l'unica fedeltà che mi stia a cuore». Penetrato in territorio iberico accompagnato dalla moglie, si collegò con la Colonna italiana composta in grande maggioranza di anarchici e comandata da Carlo Rosselli e vi ebbe il comando di una batteria.
Acuitisi i contrasti fra anarchici e Rosselli a proposito del futuro della Colonna (se sciogliersi o fondersi con il battaglione Garibaldi), i primi considerarono Battistelli come un possibile futuro comandante. Invece egli condivise totalmente le idee e gli sforzi dell'amico Rosselli proiettati a conseguire un accordo col battaglione Garibaldi: nel gennaio-febbraio 1937, assieme ad Alberto Cianca, che aveva sostituito Carlo Rosselli, passato dalla Spagna alla Francia, ebbe i primi contatti con i comunisti a tale scopo.
A fine marzo raggiunse Madrid, dove il battaglione Garibaldi, dopo la vittoria a Guadalajara (8-10 marzo 1937) si trasformò in brigata e a metà aprile 1937 assunse il comando del 1° battaglione della nuova formazione.
Dalla Spagna inviò diverse corrispondenze al settimanale «Giustizia e libertà» edito a Parigi. Nella formazione garibaldina fu un comandante esemplare e generoso. Il 16 giugno 1937, nella zona di Huesca, nel settore di Cimilla-Alerre, guidando un assalto contro postazioni falangiste, venne ferito gravemente. Portato nelle retrovie solo dopo il calare della notte, fu ricoverato nell'ospedale di Lerida, dove fu raggiunto dalla moglie e quindi trasferito a Barcellona nell'ospedale generale di Catalogna. Qui, ormai incurabile, morì il 22 giugno 1937 alle ore 18,20.
Al suo nome è stata intestata una strada di Bologna.
Sono stati pubblicati due suoi scritti inediti: I fatti di Palazzo d'Accursio e l'assassinio di Giordani, a cura di E. Antonioni, in Fascismo e antifascismo nel bolognese (1919-1926), 8° Quaderno de "La lotta", Bologna, 1969, pp.27-42; L'attentato Zamboni, a cura di B. Dalla Casa, in "Contemporanea", n.4, ottobre 2000, pp.679-700. [AR]