Schede
L’architetto Angelo Venturoli nel testamento del 1820, riguardo la nomina degli Amministratori che avrebbero dovuto gestire la sua eredità e dunque il Collegio Venturoli, lascia disposizione che vengano eletti, qualora venisse a mancare uno di loro, in base a determinate caratteristiche: appartenere ed una distinta famiglia di riconosciuta devozione cattolica e integrità morale, dimostrare interesse nelle belle arti ed essere orientato al “saggio educare”.
Terminata nel 1855 la carica di amministratore, il conte Camillo Salina (1793 - 1855), che a sua volta prese il posto del padre, Luigi Salina (1762 - 1846), viene sostituito dal figlio Agostino Salina (1830 - 1906) in possesso delle suddette peculiarissime doti richieste. Di tale nomina si hanno testimonianze scritte della presente elezione e della relativa risposta positiva da parte di Agostino, sebbene sia evidenziato che tale scelta è subordinata alla rinuncia del fratello maggiore Francesco, il quale rifiutò di prendere parte all’amministrazione.
Inizia cosi dal 1855 l’attività del conte Agostino Salina all’interno del Collegio Artistico Venturoli di Bologna e a tale data lo stesso Collegio ringrazia i due fratelli che decidono di assecondare le intenzioni dell’ormai defunto padre, lasciando in dono una cospicua collezione di incisioni e stampe.
Il dipinto di Luigi Busi risale al 1857 ossia alla data in cui, ormai ventenne, al termine del suo allunato presso il Collegio, avrebbe dovuto lasciare un’opera al fine di perpetuare la sua memoria, sapendo bene che tale dipinto sarebbe servito anche per aggiudicarsi il concorso Angiolini. Essendogli stato affidato come saggio un “ritratto al naturale”, Busi assolve al suo compito con un ritratto convenzionale nella posa, ma eseguito con una estrema attenzione al dato realistico e ad un uso raffinato dei colori, con prove di virtuosismo nei grigi e nei neri.
Il ritratto si trova tutt’oggi nella sala detta “degli Amministratori” in cui sono presenti, tra gli altri, anche il Ritratto di Luigi Salina eseguito nel 1833 da Giuseppe Sartorini Benedetti ed il Ritratto di Camillo Salina realizzato nel 1848 da Camillo Amadori. Mentre Camillo Salina viene effigiato a mezzo busto ed in abiti militari, il figlio Agostino ed il padre Luigi sembrano assumere la stessa posa di eruditi signori: seduti, mentre rivolgono lo sguardo verso l’osservatore e, con l’indice, tengono il segno della pagina di un libro.
Personaggio di grande importanza nella seconda meta dell’Ottocento, Agostino Salina, poteva vantare la parentela con un’altra famiglia bolognese altrettanto illustre, quella dei Bolognini Amorini. L’unione delle due famiglie si deve al matrimonio dei genitori di Agostino Salina che vede congiungersi all’altare il padre Camillo con la primogenita del grande amico di Luigi Salina, Barbara Amorini Bolognini scolara del valente pittore Pietro Fancelli, da rammentare tra gli eccellenti professori del Collegio Venturoli.
Ritratto dal Busi all’età di ventisette anni, Agostino, si mostra con aria distinta e posata, con la gamba sinistra accavallata ed abbigliato elegantemente, con papillon e giacca scura in velluto, mentre con la mano destra rivestita dal guanto in pelle impugna quello della mano sinistra che al contrario, scoperta, regge il suddetto libro poggiato sulle gambe. Alla data del ritratto, Agostino Salina, aveva già preso in moglie da un anno Amelia Mazzacurati ma nel 1863 convolerà in seconde nozze con Maria Malvezzi de’ Medici
Dal 1872 Agostino amministra il patrimonio della famiglia Amorini Bolognini e alla fine degli anni ’70 diviene economo e cassiere della Società del Quartetto Bolognese, complesso musicale capeggiato dal maestro Luigi Mancinelli e fondato da Camillo Pizzardi. Conclude poi il ruolo di amministratore al Collegio Venturoli nel 1906, fino all’avvenuta scomparsa.
Il pittore Luigi Busi si accosta a diversi generi durante i primi anni giovanili, ma pur dotato di tale poliedricità non abbandonerà mai la ritrattistica. Di anni successivi è il dipinto di accentuata impostazione fotografica e di ascendenza stilistica legata al toscano Antonio Puccinelli, firmato e datato 1866, raffigurante il Ritratto di Cavour e Minghetti, realizzato per il Salone del Risorgimento del marchese Luigi Pizzardi, oggi di proprietà del Museo del Risorgimento e di cui esistono diversi disegni preparatori conservati presso il Gabinetto di Disegni e Stampe della Pinacoteca di Bologna.
Altrettanto interessante risulta la spontaneità del Ritratto di Giuseppe Busi, realizzato dal figlio Luigi nel 1870 e tutt’oggi visibile nel corridoio del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna; il Busi accentua la professione del padre raffigurando il maestro di musica seduto accanto al pianoforte. Quest’ultimo è ricordato nel 1884 da Giulio Cantalamessa che lo annota insieme ad altri dipinti, dello stesso genere, ad oggi però non ancora rintracciati: il ritratto di una delle sorelle di Luigi Busi, il Ritratto di Marsili e quello dell’attore Rodolfi.
Ornella Chillè
Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.