Schede
La Rivoluzione industriale, la Rivoluzione francese, l'arrivo delle truppe napoleoniche a Bologna, scossero l'economia tessile ed il gusto nell'abbigliamento dei cittadini felsinei. Il concetto di 'moda' come oggi la intendiamo - cioè un continuo susseguirsi stagionale di cambi di stili e colori nell'abbigliamento e negli accessori - nasce proprio alla fine del '700, diffondendosi dall'Inghilterra e dalla Francia. In questi anni Bologna assiste al tramonto dell'industria serica, proprio perchè la produzione locale di altissima qualità risultava troppo costosa per abiti che non dovevano più passare di madre in figlia, ma durare lo spazio di pochi anni, se non mesi. Gli anni della Restaurazione dopo il 1815 furono poi deleteri anche per le ultime manifatture tessili sopravvisute, quale la Manservisi, che sopravvisse fino alla fine del XIX secolo solo come negozio in città.
Ancora nel 1806 la produzione della seta è però il distretto indutriale più importante, con 19 stabilimenti di tessitura (4321 operai), oltre a quelle di filatura con 1200 addetti, ed infine circa 1500 persone impiegate nella lavorazione della canapa, del lino e del cotone. Ad eccezione della seta, il restante comparto produceva solo per il mercato locale e quindi gli artigiani che lavoravano conto terzi i semilavorati, si trovarono in situazioni sempre più difficoltose. Tale crisi coincise anche con le soppressioni delle 'Arti', sintomo che esse non servivano più a proteggere le aziende e gli artigiani che vi erano obbligatoriamente iscritti e che vennero sostituite con la Camera di Commercio a partire dal 1812. Nel 1844 su una popolazione di 71.574 persone risultavano 256 parrucchieri, barbieri e profumieri; 4.253 sarti e cucitrici, 3.549 calzolai e calzettai; 614 cappellai e berrettai. In città erano presenti negozi e botteghe di tessuti e abiti, ma nulla di grandi dimensioni in quanto gran parte della popolazione ancora realizzava gli abiti in proprio, acquistando nelle mercerie le parti necessarie. Nel corso dei decenni le riviste di moda presero piede e furono sempre più illustrate, consentendo sia alle sartorie che ai privati di rimanere continuamente aggiornati. All'inizio dell'800 il sarto più noto in città era Pietro Agostini che si trovava al 1093 di Borgo Sàlamo di fianco a Palazzo Pietramellara, cioè nell'odierna via Farini. Sarà solo dopo il 1859, con l'adesione di Bologna al Regno d'Italia che si assiste ad un vero e proprio sviluppo della 'moda' in città, in quanto l'abolizione delle dogane tra uno stato e l'altro e la costruzione della ferrovia consentirono ai commercianti ed agli artigiani di approvvigionarsi delle merci in meno tempo e con minor spesa, anche recandosi personalmente all'estero. Lo sviluppo economico si riflette poi su una popolazione sempre più inserita nel ciclo economico, consentendo anche di rivolgersi ai beni voluttuari quali i profumi, i vestiti e gli accessori. Illuminante è la 'Guida illustrata di Bologna - Storica artistica industriale che nel 1892 viene pubblicata dalla Tipografia Successori Monti '. Diversamente dalle guide ordinarie la descrizione è inframezzata dalle più interessanti vetrine e ritrovi che il passante trova lungo il percorso. Al termine vi sono capitoli a parte dedicati agli aspetti più finanziari (banche) ed industriali. Due piante separate segnalano poi i monumenti e le attività commerciali. Da questo volumetto appare un ritratto di città in fermento, ma che nell'ambito dell'abbigliamento non è riuscita ancora a creare vere e proprie industrie della moda, anche se sono presenti i primi 'grandi magazzini' e sono segnalati alcuni atelier veri e propri, cioè studi non aperti su strada dove la clientela poteva ordinare modelli esclusivi.
Oggi come allora le vetrine più importanti si trovavano nella zona dell'Archiginnasio e la 'Guida' segnala due attività commerciali legate all'abbigliamento poste sotto il portico del 'Pavaglione': "Incominciando da via Farini. Il primo è dei Successori Baroni dalle splendide vetrine a specchi. Ma, più che un negozio, questo ha diritto di chiamarsi un grande e ricco magazzeno di tutto ciò che l'arte della moda femminile, quest'arte figlia del buongusto e sorella del capriccio, immagina per rendere seducente una donna. Ed ecco la ragione per cui dal mattino a tarda sera e un viavai per questo negozio di signore della nostra più eletta società, è un soffermarsi di carrozze aristocratiche. Là dentro sono copiosissimi assortimenti, veramente colossali, di stoffe e di vestiti, confezionati alla più scrupolosa moda inglese e parigina, perchè alle più importanti fabbriche estere e nazionali vanno ad assortirsi personalmente i Successori Baroni, di cui gli eleganti e vasti magazzeni, sono amministrati dai soci stessi con scrupolosa e proverbiale esattezza e con un ordine che dimostra rara abilità commerciale, quale si richiede ad una così grande azienda". "Accenneremo anche alla importante Ditta Luigi Pitani, i cui vasti magazzeni si aprono all'angolo del Palazzo dell'Archiginnasio. essa attira gli sguardi del forestiere con le grandi vetrine, che lasciano indovinare tutta la ricchezza degli assortimenti di stoffe di questa Casa, fondata fino dall'anno 1868, che ha una figliale anche a Firenze. La Ditta Pitani, fornita abbondantemente di abiti da uomo, confezionati da abili tagliatori, pubblica trimestralmente nientemeno che centomila cataloghi, che distribuisce gratis. E ciò basta a delineare la sua importanza commerciale". Poco distante, "nella Corte Galluzzi N. 4, è il bellissimo Magazzeno parigino dei Coniugi Spadoni, con fabbrica di cappelli tanto di feltro che di paglia. Questo Magazzeno ha una numerosa clientela di signore, le quali prediligono l'esattezza della lavorazione congiunta al buon gusto parigino". Pochi passi fino in via Farini e la 'Guida' segnala la Calzoleria Scandellari "provvista di calzature confezionate, estere e nazionali; ed è assai frequentata da una distintissima clientela, poichè le commissioni vengono eseguite con la massima eleganza precisione ed accuratezza. In detto negozio trovasi pure un assortimento di calzature per bambini, unica specialità". Al n. 16 della stessa via "facendo angolo anche con la piazza recentissimamente aperta con l'atterramento delle casupole che sorgevano di fianco alla Cassa di Risparmio, s'apre l'importante Magazzeno Policardi, un aristocratico negozio di mode femminili, il di cui propietario nulla trascura per mantenersi sempre al corrente con tutte le ultime novità della moda nazionale, inglese e parigina. Questo del Policardi è un magazzeno riccamente assortito che, tra la sua numerosa clientela, vanta non solo le più distinte signore di Bologna, ma anche quelle di altre importanti città, le quali vi ritrovano ricchi assortimenti di stoffe delle migliori fabbriche, ed abiti confezionati con seria arte e buon gusto".
Ancora, "Al N. 12 in via Altabella è la importante Fabbrica di cappelli per signora con Modisteria del signor Enrico Zanetti, che di recente ha aperto un altro bellissimo negozio sotto le logge del Pavaglione, assortito di trine, merletti, piume, nastri elegantissimi d'ultima novità, perchè il Zanetti si reca ogni stagione a Parigi per farvi numerosi acquisti". Al primo piano della Casa Canton dè Fiori ad angolo tra via Rizzoli e via Indipendenza "trovasi l'Esercizio di Sartoria del sig. Vito Sala. Attratti dalla fama d'artista che egli gode, ci siamo fatti dovere visitarlo e abbiamo costatato che è fornito di Stoffe unicamente Estere e di tutto quanto esige la perfezione del lavoro, e che il nome che si è procurato gli è meritatissimo perchè può soddisfare qualsiviglia esigenza dell'arte. In via Manzoni, al n. 4 si poteva raggiungere la 'Ditta E. e C. Verati, "essa tiene un grande assortimento di pelliccerie, come ad esempio baveri, manicotti, boà, ecc., ed ha una specialità in mantelli per signora e paletots per uomo, che ripara e confeziona su misura. Nella stagione estiva questa Ditta conserva anche gli oggetti di pellicceria". In via Ugo Bassi, sotto il portico della Gabella di Palazzo Mattei si trovava "l'antico e grandioso magazzino con sartoria del sig. Filippo Vignoli, fondato nell'anno 1858. Questi magazzeni, cge certamente l?italia può vantare tra i primi, sono assortiti di stoffe provenienti direttamente da Case produttrici estere e nazionali. Il Vignoli ha inoltre una ricca provvistra di abiti da uomo già fatti, di coperte da viaggio, di plaies, di maglierie igieniche e di ombrelli, e prende ordinazioni di vestiari da eseguirsi nel minor tempo possibile. E' quindi utilissimo pei signori viaggiatori e forestieri". In via d'Azeglio si poteva raggiungere la "premiata Calzoleria Luppi, dalle vetrine elegantissime. Il Luppi è un coscienzioso e intelligente operaio che nulla ha mai trascurato perchè a Bologna questa industria sia rispettata. I suoi lavori finissimi e di buongusto sono da tutti apprezzati e perciò egli vanta una clientela delle più distinte, tra cui si notano i primi lions e le dame aristocratiche della città". Non è quindi un caso che in questi anni si sviluppino alcune tipografie dedicate alla realizzazione di grandi affiches pubblicitarie: la più nota di tutte fu la Chappuis, che riuscì ad operare a livello nazionale, fino a rivaleggiare con la milanese Ricordi. Firenze 1951: per convenzione è in quell’anno che nacque la moda italiana. Le sfilate che si svolsero in quei giorni, infatti, ebbero l’effetto di ottenere importanti riconoscimenti internazionali. In una nazione uscita da pochissimi anni da un devastante conflitto mondiale, con tutti gli apparati industriali praticamente distrutti e in fase di ricostruzione, questo evento diede un impulso sul quale ancora oggi si fondano molti marchi. E da quella data iniziò anche una già tentata e finalmente osata progressiva “liberazione” dagli influssi della moda francese, che fino ad allora aveva praticamente esercitato un monopolio.
Bologna, che per secoli era stata la “città della seta”, non aveva certo goduto della notorietà di Milano e Torino come capitali dell’eleganza italiana, tuttavia, specie negli anni Trenta del '900 aveva assistito ad una stagione degna di stima, che aveva visto raggiungere la fama per più di una casa di moda petroniana. All’inizio del XX° secolo era iniziato il sogno di una moda nazionale e a Bologna non mancavano di certo già allora sia piccoli laboratori artigianali sia industrie del settore, tanto è vero che nel 1926, quando si svolse la prima edizione della Fiera al Littoriale (Stadio Comunale), furono parecchie le sfilate organizzate dalle sartorie cittadine. Negli anni Trenta, come già detto, si ebbe un grande impulso e fu creato l’Ente Moda: nel 1934, poi, si costituì il Comitato bolognese delle Dame Patronesse della Moda, ovviamente formato dalle signore più in vista di Bologna, la cui presidenza venne assunta dalla contessa Camilla Isolani. In quel momento i più conosciuti laboratori di confezioni erano Buscaroli, Lamma, Liverani, Moretti e Policardi; prima ancora si era distinta la sartoria Guizzardi successori Baroni, che pur destinata a scomparire, avrebbe lasciato a chi veniva un prezioso bagaglio di creatività. Policardi, ad esempio, godeva della stima di Mafalda di Savoia, una cliente abituale; mentre Anna Bolognesi vestiva - tra le altre nobildonne - le principesse Enrica ed Isabella Parma e la loro dama d’onore marchesa Della Rosa. Le maggiori sartorie organizzavano di frequente sfilate o presso i loro atelier o presso hotel di lusso ed invitavano la loro selezionata clientela con finissimi biglietti personalizzati. In occasione della 'Fiera di Bologna', che nel 1939 era alla XII edizione, non mancavano le sfilate di moda e di presentazione delle ultime novità in termini di accessori e stile che le attività locali potevano offire. Poi, nel 1940, lo scoppio della seconda guerra mondiale e la conclusione di un’epoca. La moda però non era morta e, come abbiamo visto, solo sei anni dopo la conclusione del conflitto, si ripartì con spirito costruttivo e ancora e più forti di prima. Solo per citare alcuni tra i nomi più longevi: Gaetano Carloni per le confezioni maschili e Fermo Valli per i tessuti e gli abiti su misura ebbero grande seguito e i Valli ancora oggi, dal 1907, rimangono una meta obbligata per chi ama i capi sartoriali realizzati con cura. Nell'immediato dopoguerra nel Palazzo del Podestà viene ospitata l'annuale 'Moda della calzatura', segno che a Bologna si stavano formando vere e proprie aziende del settore. Sono gli anni in cui nascono e crescono aziende come Furla e Gelosi Diva, che nel tempo sapranno imporsi ben oltre il territorio locale. In collaborazione con Genus Bononiae Blog.
Texto en español. Acontecimientos como la Revolución Industrial, la Revolución Francesa o la llegada de las tropas de Napoleón a Bolonia, sacudieron la economía textil y el gusto por la ropa de los ciudadanos de Bolonia. El concepto de "moda" tal y como lo entendemos hoy, es decir, una sucesión continua de cambios de estilos y colores en la ropa y los accesorios, nació a finales del siglo XVIII y se extendió desde Inglaterra y Francia.
En aquellos años, Bolonia fue testigo de la decadencia de la industria de la seda, porque la producción local de alta calidad era demasiado cara para las prendas que ya no pasaban de madre a hija, sino que duraban sólo unos pocos años o incluso meses. Los años de la Restauración, después de 1815, también perjudicaron a los últimos fabricantes textiles que habían sobrevivido, como Manservisi, que sobrevivió hasta finales del siglo XIX sólo como tienda local. En 1806 la producción de seda seguía siendo el sector industrial más importante, con 19 fábricas de tejidos (4321 trabajadores), por encima de las fábricas de hilado con 1200 trabajadores, y superior a las 1500 personas empleadas en el procesamiento de cáñamo, lino y algodón. A excepción de la seda, el resto del sector sólo producía para el mercado local, por lo que los artesanos que trabajaban con los productos semiacabados por cuenta de terceros se encontraban en una situación cada vez más difícil. Dicha crisis coincidió también con la supresión de las "Artes", síntoma de que estas asociaciones profesionales ya no servían para proteger a las empresas y a los artesanos que estaban obligatoriamente inscritos; por eso fueron sustituidas por la Cámara de Comercio a partir de 1812. En 1844, con una población de 71.574 personas, había 256 peluqueros, barberos y perfumistas; 4.253 sastres y costureras, 3.549 zapateros y zapateras; 614 sombrereros y sombrereras. En la ciudad había tiendas y talleres de venta de telas y ropa, no de grandes dimensiones, dado que la mayoría de la población seguía confeccionando su propia ropa, comprando las piezas necesarias en las mercerías. Con el paso de los años, las revistas de moda se afirmaron y se fueron ilustrando cada vez más, hecho que permitió que tanto sastres como comerciantes privados estuvieran constantemente al día. A principio del siglo XIX, el sastre más famoso de la ciudad era Pietro Agostini, que se encontraba en el número 1093 de Borgo Sàlamo, cerca del Palacio Pietramellara, en la actual Via Farini. Sólo a partir de 1859, cuando Bolonia pasó a formar parte del Reino de Italia, se produjo un verdadero desarrollo de la "moda" en la ciudad, ya que la supresión de las aduanas entre un estado y otro y la construcción del ferrocarril permitieron a comerciantes y artesanos de obtener mercancías en menos tiempo y a menor coste, incluso yendo personalmente al extranjero. El desarrollo económico se refleja así en una población cada vez más englobada en el ciclo económico, hecho que también permitió a la gente adquirir bienes de lujo como perfumes, ropa y accesorios. Es demostrativa la "Guida illustrata di Bologna - Storica artistica industriale" (Guía ilustrada de Bolonia - Histórica, artística e industrial) publicada en 1892 por la Tipografia Successori Monti. A diferencia de las guías ordinarias, la descripción se alterna escaparates y otros lugares interesantes que el pasante encuentra en el camino. Al final hay capítulos separados dedicados a los aspectos más financieros (bancos) e industriales. Aparecen al final dos planos separados que indican los monumentos y las actividades comerciales. Cabe decir que este folleto nos ofrece la imagen de una ciudad en ebullición, pero que, en el ámbito del corte y confección, aún no había conseguido crear una verdadera industria de la moda, aunque ya existían los primeros "grandes almacenes" y había también algunos talleres, es decir, estudios no abiertos a la calle donde los clientes podían encontrar modelos exclusivos. Hoy en día, como en el pasado, los escaparates más importantes se encuentran en la zona del Archiginnasio y la "Guía" señala dos negocios relacionados con la ropa que están situados bajo del pórtico del "Pavaglione": a partir de Via Farini. El primero es propiedad de los Barones Successori, con sus espléndidas vidrieras de espejo. Pero, más que una tienda, tenemos que definirla como un gran y rico almacén de todo lo que el arte de la moda femenina necesita para que una mujer sea seductora, y he aquí la razón por la que desde la mañana hasta la noche esta tienda es un bullicio de damas de nuestra sociedad más elitista, es un arrullo de carruajes aristocráticos. Allí se encuentran copiosos surtidos de telas y ropas confeccionada según la más escrupulosa moda inglesa y parisina, pues los Barones Successori acuden a las más importantes fábricas extranjeras y nacionales para surtirse, y los elegantes y vastos almacenes son administrados por los propios socios con escrupulosa y proverbial precisión, con un orden tal que demuestra una rara habilidad comercial, necesaria una empresa tan grande". Mencionaremos también la importante empresa Luigi Pitani, cuyos vastos almacenes se encuentran en la esquina del Palazzo dell'Archiginnasio. Ese gran escaparate llama la atención del extranjero, ya que revela los ricos surtidos de tejidos de esta empresa, fundada en 1868, que también tiene una sucursal en Florencia. La empresa Pitani, que ofrece trajes de hombre, confeccionados por hábiles sastres, publica trimestralmente no menos de cien mil catálogos, que distribuye gratuitamente. Y esto es suficiente para resaltar su importancia comercial". No muy lejos, "en Corte Galluzzi N. 4, se encuentra el hermoso almacén parisino de la familia Spadoni, con una fábrica de sombreros, tanto de fieltro como de paja. Este almacén cuenta con una gran clientela de señoras, que prefieren la precisión de la confección combinada con el buen gusto parisino". Bajando unos pasos hasta la calle Farini, la "Guía" señala la Calzoleria Scandellari "provista de calzado, tanto extranjero como nacional; es muy popular entre una clientela distinguida, ya que los pedidos se realizan con la máxima elegancia, precisión y exactitud". En esta tienda hay también un buen surtido de calzado infantil, una especialidad única". En el número 16 de la misma calle en la esquina con la plaza recientemente inaugurada con la demolición de viejas viviendas que había junto a la Cassa di Risparmio, se encuentra el importante Almacén Policardi, una aristocrática tienda de moda femenina, cuya propietaria no descuida nada para estar al día sobre la última moda nacional, inglesa y parisina. La de Policardi es una tienda ricamente surtida que, entre su numerosa clientela, cuenta no sólo con las damas distinguidas de Bolonia, sino también con las de otras ciudades importantes, dado que aquí encuentran una rica variedad de telas de las mejores fábricas, y prendas confeccionadas con arte y buen gusto". De nuevo: "En el número 12 de Via Altabella se encuentra la importante Fábrica de Sombreros de Señoras con la Modisteria del Sr. Enrico Zanetti, que ha abierto recientemente otra hermosa tienda bajo las logias del Pavaglione, surtida de encajes, puntillas, plumas, cintas muy elegantes de última novedad, porque Zanetti va a París cada temporada para hacer allí muchas compras". En el primer piso de la Casa Canton dè Fiori, en la esquina entre Via Rizzoli y Via Indipendenza, se encuentra la sastrería del Sr. Vito Sala. Atraídos por la fama de artista de la que goza su dueño, hemos ido a visitarlo y hemos constatado que está equipado sólo con telas extranjeras y con todo lo que la perfección del trabajo requiere, y que el apodo que se ha ganado es bien merecido porque puede satisfacer cualquier exigencia del arte. En la calle Manzoni, en el número 4, se puede llegar a la "Ditta E. e C.". Verati que "tiene un gran surtido de pieles, como solapas, manguitos, bufandas, etc., y ofrece una especialidad en capas para mujeres. En la temporada de verano esta firma también guarda artículos de piel. En la calle Ugo Bassi, bajo el pórtico de la Gabella del Palacio Mattei, se encontraba "el antiguo y grandioso almacén con sastrería del señor Filippo Vignoli, fundado en 1858. Estos almacenes, de los que Italia puede presumir de estar entre los primeros del mundo, se abastecen de tejidos procedentes directamente de fabricantes extranjeros y nacionales. La empresa Vignoli dispone también de una rica oferta de ropa de caballero confeccionada, mantas de viaje, prendas de punto y paraguas, y acepta pedidos de ropa para confeccionar en el menor tiempo posible. Por lo tanto, es muy útil para viajeros y extranjeros". En la calle d'Azeglio se puede visitar la premiada Calzoleria Luppi, con sus elegantísimos escaparates. Luppi es un trabajador que nunca ha descuidado nada para que esta industria sea respetada en Bolonia. Sus obras, muy finas y de buen gusto, son apreciadas por todo el mundo, por lo que presume de tener una de las clientelas de lo más distinguidas, entre las que destacan los primeros caballeros y damas aristocráticas de la ciudad", de hecho no es casualidad que en aquellos años se desarrollaran algunas imprentas dedicadas a la realización de grandes carteles publicitarios: la más famosa de todas fue la Chappuis, que llegó a trabajar a nivel nacional, incluso rivalizó con la milanesa Ricordi. Florencia 1951: por convención se considera esa fecha en la que nació la moda italiana. De ahí, los desfiles de moda que se celebraron en aquella época obtuvieron un importante reconocimiento internacional. En una nación que acababa de salir de una devastadora guerra mundial, con todas las infraestructuras industriales prácticamente destruidas y en proceso de reconstrucción, este acontecimiento dio un impulso en el que aún hoy en día se basan muchas marcas. Y a partir de esa fecha comenzó también una atrevida y progresiva "liberación" de las influencias de la moda francesa, que hasta entonces había prácticamente monopolizado el campo. Bolonia, que durante muchos siglos había sido la "ciudad de la seda", no había gozado en realidad de la notoriedad de Milán y Turín como capitales de la elegancia italiana; sin embargo, sobre todo en los años 30 había sido testigo de un periodo importante, que conllevó el éxito de varias casas de moda de la ciudad. A principios del siglo XX empezó el sueño de una moda nacional y en Bolonia ya no faltaban pequeños talleres artesanales e industrias del sector, hasta el punto de que en 1926, cuando se celebró la primera edición de la Feria del Littoriale (Stadio Comunale), hubo muchos desfiles organizados por los sastres de la ciudad. En los años treinta, como ya se ha mencionado, se dio un gran impulso y se creó el Ente Moda: en 1934, se constituyó el Comitato Bolognese delle Dame Patronesse della Moda (Comité Boloñés de las Damas Patronas de la Moda), formado, obviamente, por las damas más destacadas de Bolonia, cuya presidencia fue asumida por la condesa Camilla Isolani. En aquella época, los modistas más famosos eran Buscaroli, Lamma, Liverani, Moretti y Policardi; antes, la sastrería Guizzardi había sucedido a la sastrería Baroni, que, aunque estaba destinada a desaparecer, dejaría un precioso bagaje de creatividad a los que iban a llegar. Policardi, por ejemplo, gozaba de la estima de Mafalda di Savoia, una clienta habitual; mientras que Anna Bolognesi vestía -entre otras mujeres de la nobleza- a las princesas Enrica e Isabella Parma y a su dama de compañía, la marquesa Della Rosa. Los grandes modistos organizaban con frecuencia desfiles en sus talleres o en hoteles de lujo e invitaban a su selecta clientela con finas tarjetas personalizadas. Durante la "Feria de Bolonia", que en 1939 celebró su duodécima edición, no faltaron los desfiles de moda y las presentaciones de los últimos accesorios y estilos ofrecidos por las empresas locales. En 1940 empezó la Segunda Guerra Mundial y una era llegó a su fin. Pero la moda no estaba muerta y, como hemos visto, sólo seis años después del final del conflicto, volvió a empezar con un espíritu constructivo e incluso más fuerte que antes. Cabe mencionar algunos de los nombres más longevos: Gaetano Carloni, para la ropa de hombre, y Fermo Valli, para los tejidos y la ropa a medida, que tuvieron un gran éxito; Valli sigue siendo una referencia obligada para los amantes de las prendas de sastrería cuidadosamente confeccionadas. Inmediatamente después de la guerra, el Palazzo del Podestà acogió la feria anual "Moda del calzado", señal de que Bolonia estaba en proceso de desarrollar verdaderas empresas del sector. Fueron años en los que nacieron y crecieron empresas como Furla y Gelosi Diva, que con el tiempo se hicieron famosas más allá del ámbito local. (Traduzione a cura di Domizia Pagano - nell'ambito del progetto di Alternanza scuola-lavoro 2020/21 con il Liceo Linguistico Boldrini di Bologna).