Schede
Luigi Busi (1838 - 1884), Il martirio dei santi Vitale e Agricola, 1873. Ubicazione: Bologna, chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena. Si tratta della grande opera pubblica che ogni artista cercava per poter consolidare la propria fama. Com’è noto, nel 1867 un incendio aveva distrutto la pala dell’altare maggiore del 1580, opera di Tommaso Laureti (1530 ca. - 1602 ca.), che, a sua volta, quale adeguamento ai dettami liturgici del Concilio di Trento, aveva sostituito un’ancona di Francesco Pelosio del 1476. Nel 1873, quando gli è affidata la realizzazione della nuova pala, Busi si discosta sia dalla tradizione sacra bolognese che dal purismo ottocentesco e cerca “di innestare anche in questo campo la riforma ‘verista’ già realizzata nel decennio precedente per la pittura storica” (Poppi in Bologna 1983b). È stato notato che nel dipinto è assolutamente assente l’ultraterreno e il sentire religioso è affidato alle braccia alzate in un gesto di preghiera di Agricola con ai piedi il corpo del servo Vitale, mentre “Il rischio di cadere nel bozzettismo esotico e insieme anticheggiante, viene evitato da una composizione di grande sapienza e rigore” (Benati). Lo sfondo si apre sulla ricostruzione storica dell’arena brulicante che si staglia sul cielo azzurro ed ha, nel tempo, suggerito paragoni con la pittura del francese Jean-Léon Gérôme (1824 - 1904), ma anche di Stefano Ussi (1822 - 1901) e di Antonio Ciseri (1821 - 1891). Per studi riconducibili al dipinto si veda il Regesto dei disegni, in Bologna 2018.
Isabella Stancari
Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Gatti 1896, p. 22; Raule 1972, pp. 53-55; Bologna 1983b, p. 191; Benati 1993, pp. 139, 155 e tav. IV; Chillè 2015, p. 97; Bologna 2018, pp. 21-22.