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Dino Zanetti

23 Maggio 1897 - 1956

Scheda

Zanetti Dino nasce a Bologna il 23 maggio 1897. Il padre è Aldo Zanetti e la madre è Adele Carati. Allo scoppio della Grande Guerra, prestò servizio militare col grado di tenente dei bersaglieri. Venne ferito all’occhio destro, rimanendone mutilato.
Nel dopoguerra militò in gruppi nazionalisti, tra i quali la «Lega latina della gioventù». Fu tra i primissimi fondatori del Fascio di combattimento di Bologna, nato il 9 aprile 1919.
Dopo la secessione nazionalista interna al Fascio, Zanetti fondò prima la «Lega antibolscevica popolare» e successivamente i «Sempre Pronti per la Patria e per il Re», che fu il braccio armato delle frange nazionaliste bolognesi.
Le squadre “sempre pronte” si distinsero per numerosi attacchi contro vari esponenti del Partito Socialista e alle sedi sindacali ma, dopo la partenza di Zanetti per l’impresa di Fiume, si sciolsero. La sera del 4 novembre 1920, insieme ad Attilio Pappalardo, guida un gruppo di fascisti e nazionalisti all'assalto della Camera del Lavoro in via D'Azeglio 43, armati di pistola. I sindacalisti all'interno, per la prima volta, rispondono al fuoco.
Nel 1921 ritornò tra le fila del fascismo bolognese ed ottenne il ruolo di vicedirettore generale dei magazzini ortofrutticoli e della Cassa di Risparmio di Bologna.
Per la sua attività gli venne conferita l’onorificenza di commendatore il 26 giugno 1923.
Partecipò alla Marcia su Roma nel ’22 e nel 1939 ottenne la promozione a capitano di complemento in congedo.
Nel settembre del ’41 si trasferì a Cento (Fe) e qui diventò segretario della sezione locale del PNF.
Nell’aprile del 1942, Zanetti venne nominato direttore della Cassa di Risparmio presente nella cittadina grazie alle pesanti ingerenze da parte del partito. Nel frattempo entrò a far parte del Direttorio del PNF di Ferrara.
Dopo l’8 settembre 1943, non aderì al PFR e per questo motivo venne arrestato dalle autorità fasciste repubblicane, poi processato e condannato a cinque anni di detenzione per aver espresso esplicitamente opinioni filosabaude. Vedi il link con l'evento.
Scontò così la pena, fino all’avvenuta evasione durante un trasferimento, grazie all’intervento di suoi familiari.
Venne arrestato nuovamente e trasferito nel carcere di Portomaggiore, dove infine venne liberato dalle forze Alleate il 21 aprile 1945.
Per i suoi crimini durante il ventennio subì solo un’indagine dalla Questura di Ferrara che però lo ritenne innocente di tutte le accuse che erano state fatte in precedenza anche dai membri del CLN di Cento.
Morì nel 1956.