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Giovanni Pini

30 aprile 1885 - 14 agosto 1916

Scheda

PINI GIOVANNI di Enrico e di Boldrini Albina, nato a Casalecchio di Reno il 30 aprile 1885 (emigrato a Praduro e Sasso il 9/11/1905), coniugato, professione muratore (pilarino), caporale del 229° Reggimento Fanteria (BRIGATA CAMPOBASSO), lascia tre orfani, due maschi e una femmina – morto lunedì 14 agosto 1916 per ferite sul campo a Gorizia; per ONORCADUTI sepoltura non nota.
“Iniziata la battaglia di Gorizia, la Brigata Campobasso è chiamata a concorrervi e portarsi, il 4 agosto 1916, a Villanova dell’Indrio raggiungendo, con successivi trasferimenti, Subida, Sneztano, S. Martino, Quisca ed il giorno 9 Rio Molino, sostando sulle pendici occidentali del Monte Sabotino.
Passata alla dipendenza della 45^ divisione concorre alle operazioni per l’occupazione di Monte Santo-Selletta di Dol-San Gabriele.
Le viene assegnato il compito di passare l’Isonzo, per la passerella di S. Mauro e di procedere, dapprima alla conquista di Q. 227, quindi di avanzare fino al costone che, da Q. 343, scende all’Isonzo fino a Q. 59.
Deve inoltre sfruttare gli eventuali successi della Brigata Pescara che le opera sulla destra, attaccando il tratto di fronte Q. 615-selletta di Dol.
Nello stesso giorno 9 infatti la brigata inizia la marcia di avvicinamento per la strada C. Abete-Villa Vasi-S.
Mauro, passa l’Isonzo ma, sopraggiunta la notte, è costretta a sostare sulla sinistra del fiume. All’alba del 10 agosto, muove risolutamente verso gli obiettivi e, benché sottoposta a violento tiro d’artiglieria, riesce ad avanzare e ad occupare le posizioni avversarie e, nella notte sull’ 11, mentre il II° battaglione del 229° reggimento riesce ad impadronirsi di Q. 280 e del costone fra detta quota e la sella di Dol, il 230° reggimento estende la sua occupazione verso l’Isonzo.
Il giorno successivo, data la forte resistenza nemica, l’attacco al Monte Santo viene sospeso e la brigata è costretta a ripiegare alquanto dalla linea raggiunta per collegarsi a destra con i riparti della Pescara arrestati dalle difese nemiche sulle pendici del Veliki Hrib.
Il questi giorni la Campobasso sostiene, nelle posizioni occupate e che saldamente mantiene, un incessante fuoco d’artiglieria che le produce gravi perdite (31 ufficiali e 868 militari di truppa)”.
Tra i caduti va annoverato Giovanni Pini. (da Brigate di Fanteria – 7° vol.)