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Pietro Pandiani detto/a Capitan Pietro

11 febbraio 1915 - [?]

Scheda

Pietro Pandiani, «Capitan Pietro», da Enrico e Addolorata Pisani; nato l’11 febbraio 1915 a Taranto. Nel 1943 residente a Bologna. Ragioniere. Ufficiale d'artiglieria.
Iscritto al PdA. Dopo aver frequentato l’accademia militare, fu inviato in Spagna nel 1936. Allo scoppio della guerra mondiale fu richiamato e spedito in Libia dove restò ferito.
Con l’inizio della guerra di liberazione entrò nell'organizzazione militare del PdA e nell'estate 1944 assunse il comando della brigata GL Montagna, che prima non aveva avuto un comando stabile, pur essendo attiva da mesi, operando tra Gaggio Montano e Castel d'Aiano, con frequenti spostamenti nel Modenese.
La zona nella quale si trovò a comandare la brigata era strategicamente importante perchè al centro della linea di ritirata dell'esercito tedesco, sotto la pressione di quello alleato. Per questo la formazione fu ininterrottamente impegnata in combattimenti quasi quotidiani dal luglio all'ottobre 1944.
Guidò sempre i suoi uomini con mano sicura e con l’esempio. Da essi era amato e rispettato.
Ha scritto di lui Enzo Biagi: «Tra quelli che hanno segnato la mia vita, tra i più indelebili, c'e il Capitano Pietro; per noi giovani uomini di 'Giustizia e Liberta' e stato non solo uno straordinario comandante, ma fu anche un esempio di rigore, di pulizia, di modestia. Voleva proteggerci, e non solo dai pericoli della guerra, ma anche dagli equivoci della politica, dalle furbizie delle piccole strategie, dai compromessi disinvolti».
Nell'ottobre 1944, dopo avere concordato un piano d'azione con i comandanti della brigata Toni Matteotti Montagna e della 7ª brigata Modena della div Armando, guidò la brigata nelle battaglie che portarono alla liberazione dell’alta Valle del Reno. Particolarmente duri furono gli scontri attorno a Gaggio Montano e a Monte Belvedere, dove i tedeschi si erano trincerati per resistere a oltranza.
Dopo essersi congiunto con la 5ª armata americana, chiese che la brigata GL Montagna venisse riarmata e utilizzata sul fronte appenninico. Sempre al suo comando, fu impiegata in numerosi combattimenti, compreso lo sfortunato assalto a Monte Belvedere, il 12 dicembre 1944, quando cadde Antonio Giuriolo, il comandante della brigata Toni Matteotti Montagna, pure impegnata nell'operazione.
In seguito la brigata fu spostata sulla linea del fronte a Gaggio Montano e a Grizzana. Nella primavera 1945 fu aggregata al gruppo di combattimento Legnano e messa in linea nella valle dell'Idice a Bisano (Monterenzio).
Il 21 aprile 1945 entrò a Bologna alla testa dei suoi uomini.
Riconosciuto partigiano con il grado di tenente colonnello dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Testimonianza in RB3. [O]