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Francesco Vancini

1885 - 1968

Scheda

La redazione di “Brodo di Serpe”, pur essendo a conoscenza che da parte del Centro Culturale “Vittorio Viotti” di Medicina si sta predisponendo una pubblicazione che si propone di presentare vari aspetti riguardanti la personalità e l’opera pastorale svolta da Monsignor Francesco Vancini – arciprete di Medicina dal 1921 al 1968 – non vuole lasciare trascorrere il quarantesimo della scomparsa dell’autorevole personaggio senza dedicargli un suo spazio nel presente numero 2008. Per quasi mezzo secolo infatti l’arciprete Vancini ha guidato i cattolici medicinesi e ha inciso nella società civile con la promozione di iniziative sociali e culturali, ragione per cui la sua personalità e la sua opera – che sarà lodevolmente letta ed analizzata dagli autori della pubblicazione in fieri – appartiene a tutto tondo alla storia della nostra comunità. Oggi soltanto chi ha non meno di una cinquantina di anni può ricordare la figura imponente di Monsignor Vancini celebrare le funzioni sacre con grande solennità o aggirarsi intorno alla chiesa o alla canonica nell’impeccabile abito talare con mantellina e l’immancabile berretta. Traspariva anche dalla sua persona fisica una immediata sensazione di autorevolezza; sensazione che veniva confermata nel contatto diretto e nel dialogo di chi lo avvicinava. Il tratto naturalmente signorile, a volte anche austero, al primo impatto poteva suscitare soggezione, ma spesso lasciava spazio ad una cordialità che si esprimeva anche con venature argute condite, non di rado, da un elegante dialetto petroniano d’altri tempi.

Francesco Vancini era nato nel 1885 nella città di Cento da una famiglia borghese storica, che presto si trasferirà a Bologna. Rimasto orfano della madre entra prima in collegio, successivamente si orienta al sacerdozio e viene ordinato prete nel 1908. Inizia come cappellano nella parrocchia di Piumazzo e nel 1921 viene inviato a Medicina, prima come Delegato arcivescovile per sanare una difficile situazione creatasi intorno al parroco uscente, poi come Arciprete e Vicario foraneo per il territorio medicinese. Stimato e ascoltato da autorità civili e da cittadini per le sue qualità di saggezza e prudenza, con le quali si sa fare apprezzare nei diversi difficili momenti della guerra e del dopoguerra; anche da parte dei superiori ecclesiastici l’Arciprete Vancini trova approvazione e particolare considerazione e perciò viene insignito di apprezzate onorificenze: Canonico della collegiata di Cento, Cameriere segreto di Sua Santità, Protonotario apostolico, distinzioni che gli si addicono e che saprà onorare con particolare decoro nelle solennità. Pur provenendo da un ambiente e da una cultura signorile e cittadina e pur non forzando la sua indole moderata e riservata, Monsignor Vancini non si lascerà sorprendere impreparato di fronte ai mutamenti storici che attraversano i decenni del suo ministero parrocchiale e che toccano le classi popolari. Anche se non fu un anticipatore e un uomo di azione, non ci sarà associazione o iniziativa di carattere formativo, culturale, sociale ed anche di impegno cooperativo, in ambito cattolico, che non verrà da lui approvata e concretamente sostenuta. Una delle doti che caratterizzavano la sua personalità – come molti testimoniano – era la capacità di sapere riconoscere e valorizzare le qualità delle persone che gli stavano intorno; poteva essere anche duro con qualcuno di cui non stimava coerenza di idee o atteggiamenti, per contro una volta conosciuta ed apprezzata la chiarezza morale e intellettuale dell’interlocutore gli concedeva la più completa e totale fiducia.

In attesa di uno studio esteso sui vari aspetti della personalità e dell’attività pastorale svolta da Monsignor Vancini in quell’ampio spazio di Novecento a Medicina, “Brodo di Serpe”, a titolo di augurio per chi sta lavorando a quell’opera monografica, si permette di anticipare questo piccolo ricordo.

Luigi Samoggia

Testo tratto da "RICORDO DI MONSIGNOR FRANCESCO VANCINI" in "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 6, dicembre 2008.