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Gli scioperi dell'aprile 1868

24 Marzo | 15 Aprile 1868

Schede

Scoppia a Bologna uno sciopero generale degli esercenti e dei lavoratori contro l'esosa tassa di ricchezza mobile. E' il primo di questo tipo e di questa portata in città. Il 14 aprile la maggioranza dei negozi resta chiusa. Gli operai e i muratori scendono in piazza. Il mercato rimane deserto. Le azioni di protesta sono organizzate dalle locali Società Operaia e Democratica. Testimoni raccontano che i dimostranti rompono a sassate i vetri del palazzo comunale e del caffè degli Stelloni. Nella notte vengono arrestati Paolo Bentivoglio, presidente della Società dei Compositori e Tipografi, assieme a Ermete Bordoni e Francesco Pais redattori del giornale democratico “L'Amico del Popolo”. Il giorno successivo il tumulto continua: si grida contro Marco Minghetti e si inneggia a Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini. Le scuole rimangono chiuse. Alla sera Giuseppe Ceneri adunò il popolo che veniva a dire se volevano la rivoluzione e repubblica, il popolo disse di sì e voleva farla subito. Ceneri disse di no, 'che la rivoluzione avea a farsi più tardi se non calavano l tasse'. La polizia compie diversi arresti, tra i quali quello del prof. Quirico Filopanti e dello stesso Ceneri. Viene anche sequestrato il quotidiano "L'Indipendente" e arrestato il suo direttore, Ferdinando Berti. In via dell'Archiginnasio la cavalleria carica i dimostranti, considerati nemici della nazione e del Governo. Le truppe si acquartierano poi in piazza Maggiore e soffocano ogni protesta. Il 15 aprile i manifestanti impediscono ancora la riapertura dei negozi: rivendite improvvisate di pane e carne sono promosse dal Comune e dall’esercito. Il 16 aprile un decreto del Governo scioglie le tre società democratiche bolognesi: la Società Operaia, la Società dei Tipografi e l’Unione Democratica. Il Prefetto si incarica di chiuderne le sedi e sequestrarne i beni. Secondo il giornale moderato "Il Monitore", Bologna è al centro di "una vasta cospirazione che potrebbesi dire europea, tendente a sommuovere ovunque le classi lavoratrici". Sui fatti accaduti il deputato Oreste Regnoli (1816-1896), insegnante all'Università di Bologna, fa un'interpellanza alla Camera, alla quale il ministro dell'Interno risponde, facendo "caldi" elogi del Prefetto e delle truppe impegnate. Dello sciopero bolognese si interessano anche Marx e Engels. Quest'ultimo commenta da Manchester il 17 aprile: "Le cose operaie vanno splendidamente. Prima il Belgio, poi Ginevra, ora Bologna". L'aprile 1868 segna l'inizio di una serie di battaglie sociali, che porteranno alla costituzione di una prima organizzazione socialista - quella del Fascio Operaio - influenzata dalle idee di Bakunin (De Micheli).

Così viene descritto questo momento da Ercole Bottrigari nella sua 'Cronaca di Bologna': "Tre professori della nostra Università, Piazza, Carducci e Ceneri, sono stati sospesi dall’esercizio delle loro Cattedre dal ministro dell’Istruzione, causa l’avere i medesimi partecipato ad un banchetto, tenutosi nello scorso Febbraio in Bologna, onde solennizzare l’anniversario della Romana Repubblica del 1849, firmando un Indirizzo a Mazzini e facendo atto di cospirazione contro il governo. Da ciò una radunanza generale, per questa sera 23 corrente, di tutta la scolaresca universitaria che, seduta stante, ha decretato di non intervenire alle lezioni fino a che il governo non avrà riparato alla grave ingiuria fatta a’ 3 professori. Una deputazione di studenti si recherà a Firenze per porgere al Ministro un Indirizzo della scolaresca universitaria di Bologna, chiedente che i tre professori siano riposti nel libero esercizio delle loro Cattedre… In tanta confusione di cose, in mezzo a questi elementi di anarchia demagogica, ognuno si chiede che cosa farà il governo! Gli uomini d’ordine sperano che il ministro della Pubblica Istruzione non vorrà muovere un passo indietro, come pare abbia fatto il Reggente dell’Università Prof. Montanari. Intanto i fogli della città, avversi al governo, e cioè l’Amico del Popolo e L’Indipendente, riportano il verbale di quella radunanza e gridano a tutta gola contro il dispotismo del ministro!... Nell’ultima seduta della Camera, il deputato Correnti, a nome del così detto terzo partito, ha detto di appoggiare la proposta tassa sul Macinato, purchè il Ministro sia per occuparsi delle necessarie riforme amministrative e delle serie economie. Il Depretis per lo contrario si mostrò avverso, ma il Sella, che fu uno degli ultimi oratori, produsse col suo discorso favorevole al Macinato, un senso profondo di attenzione. Prosegue alla Camera de’ deputati la discussione della legge sul Macinato che dovrebbe avere effetto nel 1869. Alla Camera stessa è stata poi approvata la ritenuta per la ricchezza-mobile sulla rendita pubblica, tanto nel Regno che fuori… Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ha dichiarato, 9 Aprile, meritevoli di punizione i tre professori della nostra Università Ceneri, Carducci e Piazza; il primo a 4 mesi di sospensione, a due mesi e mezzo il secondo e l’ultimo ad un mese e mezzo. Cosa farà il Ceneri? Si dimetterà egli, per essere conseguente alle idee che ha pubblicate in proposito? Si teme che possa aver luogo in Bologna uno sciopero di tutti i negozianti e bottegai per il 15 corrente nel quale giorno scade l’ultimo termine concesso al pagamento della ricchezza-mobile del 2° semestre del 1866 e di tutto il 1867. Anche in quest’affare v’è dentro la mano nascosta de’ clericali e de’ repubblicani ad un tempo. Sia pure che il governo abbia i suoi torti, sia che un errore grave sia stato quello di accumulare tre rate di pagamento; ma ora che il Ministro s’adopera ad assestare stabilmente le finanze, ora che i fondi pubblici accennano ad un rapido aumento in Italia e fuori, l’opporsi con stolte dimostrazioni al governo, suscitargli contro nuovi imbarazzi, è opera di nemici della Nazione!... Nelle due scorse Feste Pasquali le osterie erano piene di popolo che gozzovigliava e s’ubbriacava; la qual cosa fa creder che non poco denaro sia stato distribuito da’ nemici del governo allo scopo di suscitare prossimi mali ed ostili dimostrazioni.

Questa mane, 14 corrente, come poc’anzi accennai, è incominciato lo sciopero di tutti quanti i bottegai della città. Fino i venditori di erbaggi ed i rivenditori sonosi astenuti dal recarsi al pubblico mercato. Tornavano il dire come ognuno abbia obbedito ad intimidazioni e minaccie seguite da fatti, poiché alcuni che hanno azzardato di aprire le loro botteghe sono stati costretti a chiuderle, per essersi il popolo dato a gettar sassi e rompere le vetrine!... I bolognesi, che hanno sventuratamente perduto il senso del retto e del giusto, hanno comperato a furia il giornale sovversivo, L’Amico del Popolo, il quale è stato sequestrato dal Fisco, ma, come al solito, dopo che migliaia di copie erano state vendute da’ banditori. La Questura ha operato alcuni arresti di principali agitatori, fra’ quali citansi un Pais di Sardegna ed un Guadagnini di Bologna, ambidue repubblicani, noti per i loro principii demagogici e per essere fra i redattori dell’Amico del Popolo… Intanto la Società Operaia, accompagnata da numeroso popolo e da non pochi studenti (di questi si intende che hanno più voglia di dimostrare, che di studiare) tendeva di portarsi sulla Piazza Maggiore, non si sa bene a qual fine, forse per imporre all’autorità, se non per ottenere, la liberazione degli arrestati nel mattino. Comunque ciò fosse, la truppa non permise l’accesso alla piazza, dal che schiamazzi, urli minacce; ma la forza non si lasciò intimorire, e dopo le intimazioni d’uso, accompagnate da due rulli di tamburo, la cavalleria caricò la folla ed ottenne di sciogliere l’assembramento. Ciò accadde precisamente allo sbocco della strada che lateralmente a San Petronio, dal Pavaglione conduce alla Piazza Maggiore. In quel trambusto alcuni caddero e furono pesti dall’urto dei cavalli e da quello stesso popolo che fuggiva. Contemporaneamente a questo parapiglia, s’udivano qua e là per la città, grida sediziose di Viva Mazzini! Viva Garibaldi! Morte a Minghetti! Etc.etc. La notte però passò tranquilla e l’ordine non venne menomamente turbato. A guardia della Piazza Maggiore sono rimaste durante la notte le soldatesche. Gli arrestati, non mentovando gli altri molti che vennero catturati prima e durante i disordini della piazza, sono il gerente del giornale L’Amico del Popolo, il capo compositore del medesimo certo Amadesi, il Dott. Ercole Bordoni, Francesco Pais, Guadagnini e Matteuzzi. In seguito venne pure arrestato certo Paolo Bentivoglio, presidente della Società de’ Compositori tipografi, che istigò quegli operai e fece di ragione pubblica una protesta de’ tipografi che aderivano allo sciopero. Anche oggi continua in Bologna lo sciopero, anzi si è fatto maggiore per avervi preso parte anche i conduttori delle vetture pubbliche. La Piazza Maggiore è sempre occupata dalle truppe…. Tanto nella sera del 14 che in questa del 15, i teatri vennero sospesi per ordine governativo. Il Minghetti, minacciato dall’odio del popolo, è partito stamane, 15, per Firenze, scortato dalla forza fino alla Stazione ferroviaria. Nelle ore pomeridiane un Avviso, sottoscritto dai presidenti delle Società Democratica e degli Operai, invitava i componenti le Società stesse ad una radunanza nel locale in residenza della Società Operaja dalle ore 4 alle 5 pomeridiane per discutere sulla crisi attuale in cui verte la città. S’invitano del pari tutti i capi di bottega per udire il risultato delle risoluzioni che sarebbensi prese. La radunanza fu dunque tenuta, contrariamente a quanto ne pensavano le persone amanti dell’ordine e desiderose della quiete pubblica. Vi parlarono il Filopanti ed il Ceneri, arringando dal bancone i capi bottega ed il popolo, che nella circostante Via de’ Vinazzetti eransi recati ad udire i gravi responsi!... Decretatasi per tal guisa da’ tribuni del popolo l’apertura delle botteghe, molti nella sera del 15 corrente si diedero ad aprirle, con grande concorso, particolarmente nei Caffè… Così ha avuto termine questa malaugurata dimostrazione, disapprovata da tutte le persone a modo e da tutti i savi giornali d’Italia… Ciò che fa piacere a tutti gli onesti si è la interrotta pubblicazione dei due giornali L’Amico del Popolo e L’Indipendente, causata dall’arresto de’ gerenti e di parte de’ redattori. Si spera da ognuno che questi due schifosi organi della demagogia non saranno più per risorgere. L’autorità giudiziaria, in seguito degli arresti eseguiti nel giorno 15 e dietro la relazione dell’adunanza tenutasi nella giornata stessa, veniva nella determinazione, di concerto coll’autorità governativa, di sciogliere le Società Democratica, Operaia e de’ Tipografi compositori. Nella scorsa notte vennero arrestati i seguenti agitatori e cioè il Prof. Filopanti, il Prof. Ceneri, Vincenzo Caldesi di Faenza, Dott. Ferdinando Berti, direttore del giornale L’Indipendente, giovane di natura pacifica e patriarcale, ma ambizioso di salire in fama d’uomo politico, facendosi sgabello delle passioni popolari. Fra gli arrestati sono pure da aggiungersi un Dott. Gennari ed un Angelo De Angeli, persone di poco conto. Il paese in generale approva queste misure energiche del governo, mercè delle quali l’ordine verrà ristabilito insieme alla calma della città…. La Gazzetta Officiale reca il Decreto che sopra proposta del ministro dell’Interno chiude le Società Democratiche bolognesi. E’ in data del 16 corrente e venne deliberato nel Consiglio de’ Ministri. In forza del medesimo sono vietate le riunioni delle tre Società sopranominate, i cui locali saranno chiusi; e si procederà al sequestro di tutti gli oggetti che si troveranno alle sedi delle dette Società, per essere consegnati all’autorità giudiziaria che già procede contro i membri delle suddette Società, insieme a’ relativi verbali di sequestro. Il Prefetto di Bologna è incaricato della esecuzione". (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

In collaborazione con il sito 'Cronologia di Bologna' della Biblioteca Sala Borsa di Bologna.