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Campagna comune

Schede

Esplicito, anche in questo dipinto, il riferimento a Lorrain. Rispetto agli esempi precedenti (schede Campagna amena di stile del Lorenese, Luogo ameno con un Tempio di ordine Corinto), qui la composizione appare semplificata. Lo sguardo non deve seguire percorsi di fiumi 0 tortuosi sentieri per scoprire la luminosita dello sfondo, ma procedere per fasce parallele, su cui si dispiegano i diversi piani della visione. Gli stessi elementi, naturali, umani ed architettonici, sono ridotti a presenze essenziali. Tali caratteristiche possono trovare spiegazione nelle dimensioni ridotte, che meno pretendono un respiro monumentale. Non si puo comunque escludere che la "semplicita", e quasi poverta dell’immagine, sia stata cercata dall’artista nell’intento d’interpretare il sentimento di calma serenita della mitica Arcadia. Come in altre analoghe tele, Barbieri sfrutta il primo piano come una quinta teatrale, su cui recitano la loro parte le poche figure umane presenti, secondo quanto appreso da Lorrain. Ma nello stesso tempo vi e evidente il processo di riduzione, applicato alla complessita stilistica del grande francese, da Barbieri, che organizza gli elementi del dipinto in rigorose simmetrie e in rigide gabbie di linee orizzontali e verticali. Anche per quest’opera é credibile una datazione dentro il quinto decennio.

Claudio Poppi

Giovanni Barbieri (1780 - 1864), Campagna comune. Olio su tela, cm. 55X74,5, inv.: 5071 (8358; H-102; 95485)
sul retro del telaio: Gio. Barbieri f. Bologna, Galleria comunale d’arte moderna - MAMbo Collezioni storiche. Storia: entrato nella Biblioteca dell’Archiginnasio nel 1853; ritirato ed esposto nella Sala F di Villa delle Rose nel 1925; trasferito nel deposito delle sale ex Prefettura a Palazzo d’Accursio nel 1935; esposto nella Sala VIII delle Collezioni comunali d’arte a Palazzo d’Accursio nel 1938 (con il titolo Paesaggio); in deposito per l’arredo dell’ufficio dell’Assessore alla "Segreteria finanziaria" nel 1959; ritirato dall’ufficio Ragioneria e collocato a Villa delle Rose nel 1976; trasferito nei depositi della
Galleria nel 1984; in deposito alle Collezioni comunali d’arte ed esposto nella Sala ’800 nel 1993. Bibliografia: G. Zucchini, 1938, p. 152. Testo tratto da "Collezionisti a Bologna nell’Ottocento: Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi", Bologna, 1994.