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Vito Marzoli detto/a Pedretti

23 marzo 1905 - [?]

Scheda

Vito Marzoli, «Pedretti», da Gaetano ed Armida Pedretti; nato il 23 marzo 1905 a Crespellano. Nel 1943 residente a Bologna. 3a elementare. Falegname.
Giovanissimo si iscrisse al sindacato di categoria. Nel 1919 partecipò alla manifestazione popolare di protesta per l'assassinio dell'operaio Amleto Vellani e, nell'aprile 1920, per l'uccisione del sindacalista-rivoluzionario Sigismondo Campagnoli e di altri sette lavoratori provocata dai carabinieri a Decima di San Giovanni in Persiceto, nel corso della lotta agraria del 5 aprile 1920.
Iscrittosi al PCI nel 1921, si impegnò attivamente nell'attività politica antifascista. In occasione delle lotte di piazza successive all'assassinio di Giacomo Matteotti, subì violente aggressioni. Venne arrestato assieme ad un folto gruppo di militanti comunisti a seguito di una vasta azione propagandistica svolta nel Bolognese per ricordare la fondazione del PCI. Con sentenza istruttoria del 25 giugno 1928 fu prosciolto per non luogo a procedere. Fu tuttavia condannato dalla Commissione provinciale, il 31 agosto 1928, a 3 anni di confino.
Venne liberato il 24 giugno 1931. Tornò a Bologna e riprese l'attività di partito. Fu di nuovo arrestato il 12 luglio 1933 e nuovamente confinato per altri 4 anni a Ponza (LT). Nel 1935 partecipò ad una agitazione assieme ad altri 267 compagni confinati e la pena gli venne ulteriormente aumentata di 10 mesi.
L'11 marzo 1938, giunto al termine delle precedenti condanne, gli furono rinnovati altri 5 anni di confino da scontare a Ponza. Durante il confino, operato di appendicite e si ammalò anche di pleurite. A causa del precario stato di salute fu rimandato a Bologna ed ammonito a non svolgere attività politica.

Dopo la caduta del governo Mussolini riprese l'attività di partito. Partecipò all'organizzazione della lotta partigiana e fu rappresentante del PCI nel CLN di Bologna. Militò nel 1° battaglione Busi della 1a brigata Irma Bandiera Garibaldi. Il fratello Giovanni cadde nella Resistenza.
Riconosciuto partigiano dal 2 ottobre 1943 alla Liberazione. [AR]