Salta al contenuto principale Skip to footer content

Luogo alpestre con caduta d’acqua

1842

Schede

Non si tratta in realtà di un generico “luogo alpestre”, come indicato dagli estensori dell’inventario dei beni Valorani, ma di una veduta di Tivoli, dalla quale è stata cancellata la presenza dell’agglomerato urbano. Il dipinto non è comunque una rielaborazione mentale di luoghi osservati dal vero, ma una trascrizione impoverita della celebre Veduta di Tivoli di Dughet, ora alla National Gallery di Londra, ma fino ai primi anni dell’Ottocento nel romano Palazzo Colonna. Identico nei due dipinti è il punto di osservazione dello scenario paesistico, ma le citazioni di Barbieri dall’illustre modello arrivano fino a ricalcare la disposizione degli elementi arborei, delle presenze architettoniche e delle figure dei pastori, copiati persino negli atteggiamenti e positure. La ripresa di modelli dughetiani indica un allargamento dell’orizzonte stilistico di Barbieri, il quale solitamente predilige Lorrain. In ogni caso l’attenzione del bolognese verso i grandi protagonisti del paesaggio classico seicentesco è sempre orientato sul versante dell’interpretazione poetica della natura e non su quello più intellettuale ed eroico, interpretato da Poussin. La rimozione della cittadina di Tivoli dallo scenario naturale, indica la volontà dell’artista di non individuare la scena come descrizione di un paesaggio reale, ma di assegnarle, ancora una volta, il valore evocativo del mondo d’Arcadia. Tale scelta e espressione dell’identificazione, nata nel Seicento e ripresa con teorica convinzione nell’ambito del paesaggismo neoclassico, tra aspetto della natura reale dei dintorni romani e caratteristiche del paesaggio classico, visto come manifestazione del bello ideale nelle forme sensibili della natura.

Claudio Poppi

Giovanni Barbieri, Luogo alpestre con caduta d’acqua, 1842. Olio su tavola, cm. 34 x 46, inv.: 5074 (8360; H-106; Inv. Pref. 1117; 8444/d), sul retro del telaio: G. Barbieri fece 1842. Bologna, Galleria comunale d’arte moderna – MAMbo Collezioni storiche. Storia: entrato nella Biblioteca dell’Archiginnasio nel 1853; esposto nella Sala F di Villa delle Rose nel 1925; trasferito nel deposito delle sale ex Prefettura di Palazzo d’Accursio nel 1935; concesso in deposito per l’arredo del Palazzo della Prefettura nel 1937. Testo tratto da "Collezionisti a Bologna nell’Ottocento: Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi", Bologna, 1994.