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Orizzonti di libertà

1944

Schede

“Orizzonti di libertà” è stato il giornale clandestino del PdA di Bologna durante la lotta di liberazione. Recava il sottotitolo “Periodico emiliano del Partito d’Azione”.
Fu fondato e scritto quasi interamente da Massenzio Masia* - il responsabile regionale del PdA - e stampato con una pedalina antiquata nello scantinato dell’abitazione di Mario Jacchia* in via d’Azeglio 58. La composizione degli articoli fu fatta a mano da Giorgio Zappoli*, con vecchi caratteri giunti da Firenze. Contribuirono alla realizzazione del giornale Renato Giorgi* e Nazario Sauro Onofri*.
Era composto di due fogli separati e uniti da un punto di cucitrice manuale da ufficio. Il primo e ultimo numero uscì nel marzo 1944. Per il secondo numero Pietro Crocioni* acquistò una linotype e la pagò con soldi avuti dal cav. Attilio Monti, industriale petrolifero di Ravenna. La macchina - che avrebbe dovuto procedere alla composizione del materiale tipografico e ridurre i tempi di lavorazione - non funzionò mai, nonostante gli sforzi di Gino Onofri* e dei linotypisti Tertuliano Scattolin e Zappoli.
Era stata sistemata nel laboratorio di falegnameria (oggi demolito) della ditta Bega, in via Mazzini 82, il cui titolare era un parente di Crocioni.
In agosto, quando i tedeschi requisirono la ditta Bega per la riparazione dei camion, la linotype fu trasferita in via San Petronio Vecchio. Ai primi di settembre la tipografia fu scoperta dai fascisti prima di essere funzionante. Il secondo numero di “Orizzonti di libertà”, del quale erano stati scritti alcuni articoli, non uscì mai. [O]