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Gruppi rionali fascisti

Schede

I Gruppi rionali fascisti, l'occhio del regime

"Vita fascista" riporta molte notizie sull'attività dei Gruppi rionali fascisti, le sedi circoscrizionali del PNF presenti nei grandi centri urbani.
Si trattava di vere e proprie Case del Fascio decentrate, ubicate nei luoghi strategici della città, pensate con l'obiettivo di effettuare in modo capillare la sorveglianza politica della popolazione (specialmente in zone "infette" dove vi era ancora una forte presenza di antifascisti) e diffondere ovunque la propaganda del PNF:
"Il gruppo controlla, con occhio vigile, il quartiere e la contrada, la famiglia e l'individuo." (Torquato Nanni, Leandro Arpinati e il Fascismo bolognese, Bologna, edizioni Autarchia, 1927, p. 150).
Svolgevano una intensa attività non solo politica, ma anche assistenziale, culturale e ricreativa, con l'intento di fascistizzare ogni momento della vita, anche privata, dei cittadini.
Ogni gruppo (17 nel 1930, 13 nel 1939) era retto da un fiduciario nominato dal federale di Bologna, ed era intitolato ad un martire della Rivoluzione fascista, tranne uno, intitolato fino al 1933 a Leandro Arpinati, prima che cadesse in disgrazia.
Il controllo capillare del territorio era assicurato da ulteriori sedi decentrate, i Settori, piccoli nuclei dipendenti dal Gruppo rionale della zona (erano 29 negli anni 1937-38).

I Gruppi rionali fascisti nel 1933
1. Leandro Arpinati, via degli Angeli, 16
2. Celestino Cavedoni, S. Viola (via Emilia Ponente, 131)
3. Filippo Corridoni, Viale Masini, 5
4. Edgardo Gardi, c/o castello Cassarini, via Castelmerlo, 6
5. Gesù Ghedini, a Corticella
6. Giulio Giordani, via Saragozza, 217
7. Natalino Magnani, Piazza di Porta S. Stefano
8. Sebastiano Monari, via Toscana, 69-71
9. Clearco Montanari, alla Pescarola
10. Gian Carlo Nannini, via Luigi Serra, 7
11. Oscar Paoletti, via P. Muratori, 1/2
12. Andrea Tabanelli, a Porta Lame
13. Giorgio Tinti, al Pontevecchio (via Oretti, 21)
14. Augusto Baccolini, a Monte Donato